giovedì 22 agosto 2019 - UAAR - A ragion veduta

Religione e laicità in tempi di crisi di Governo

Mai come nella giornata della crisi di Governo religione e laicità hanno tenuto banco al Senato. Ha spiazzato tutti Giuseppe Conte, che nei suoi ultimi minuti da premier attacca Salvini ricordandogli come «il principio di laicità alla base dello stato moderno» venga oscurato dalla propaganda a colpi di simboli religiosi. Un sussulto laico di cui essere lieti, ma che non cancella quattordici mesi di silenzio, né l’esibizione del santino di Padre Pio nel salotto di Bruno Vespa.

Per tutta risposta Salvini sfodera il rosario nell’aula di Palazzo Madama, lo bacia e promette che fino alla fine dei suoi giorni chiederà per l’Italia la protezione del cuore immacolato di Maria, chiudendo il suo intervento con una citazione di Giovanni Paolo II. Prende quindi la parola Matteo Renzi, che per criticare la politica dei porti chiusi di Salvini non trova di meglio che usare a sua volta la religione, preferendo passi del vangelo a leggi e trattati sui diritti umani fondamentali.

Una desolante disputa, a ben vedere. Perché il malcostume istituzionale di sventolare rosari è solo la punta dell’iceberg dei condizionamenti religiosi ai danni dei cittadini. Alcuni esempi? Come i suoi predecessori anche il “governo del cambiamento” nulla ha fatto per rivedere il meccanismo dell’Otto per mille, come da pluriennali raccomandazioni della Corte dei conti. Nulla ha fatto il Parlamento nell’anno di tempo che gli aveva dato la Corte costituzionale per legiferare sul suicidio assistito. E immutata si preannuncia la situazione discriminatoria che colpirà gli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico ormai alle porte.

Per quanto sconfortante, il dibattito che ieri al Senato ha visto protagonista la religione in politica ha avuto il merito di sentire rivendicato in tale sede il principio della laicità delle istituzioni, supremo principio costituzionale riconosciuto trent’anni fa in una storica sentenza della Corte costituzionale. L’Uaar dedicherà alla ricorrenza un convegno all’università di Firenze, nella sede di Villa Ruspoli, il 27 e 28 settembre prossimi. Chissà che non possa essere utile a una classe politica un po’ spaesata sull’argomento.

Roberto Grendene




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