venerdì 13 gennaio 2012 - fabiana traversi

Referendum: la Consulta ha detto no, aspettando le motivazioni

Bocciati i due quesiti: si chiedeva l'abrogazione della legge elettorale Calderoli 2005.

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 2005 numero 270 (modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica).

La sentenza, fa sapere la Consulta, sarà depositata entro i termini previsti dalla legge. Il primo quesito proponeva l'abrogazione in blocco del "porcellum", il secondo perseguiva lo stesso risultato con singole amputazioni della normativa attuale. Secondo il Comitato promotore, abrogando la legge Calderoli e se fosse passato il referendum, le due Camere avrebbero potuto essere elette attraverso le regole introdotte nel 1993.

Infatti l'obiettivo era di tornare indietro, alla legge detta "Mattarellum", che introdusse al posto della disciplina precedente (di tipo proporzionale), un sistema misto, in base al quale i seggi di Camera e Senato erano assegnati per il 75% mediante l'elezione di candidati in altrettanti collegi uninominali, e per il restante 25% con metodo proporzionale.

Il primo commento di Andrea Morrone, presidente del Comitato promotore, è stato chiaro: "Questa non è la prima né sarà l'ultima iniziativa referendaria che si conclude con una bocciatura della Consulta ma la nostra battaglia per il sistema maggioritario e per la democrazia in Italia continuera" e non si ferma di certo adesso''.

Arturo Parisi, membro del comitato referendario, spiega che "il prolungamento della Camera di Consiglio della Corte aveva dato speranza, posso dirmi tutto fuor che sorpreso della decisione, come era stato anticipato nelle previsioni. Avevamo annunciato un'accoglienza rispettosa della decisione e la rispetteremo". A questo punto "continueremo la battaglia per interpretare le firme raccolte, certo in modo diverso, dentro il Parlamento e fuori".

Dopo la bocciatura del referendum elettorale da parte della Consulta, duri anche i commenti di Antonio di Pietro: "Qualunque soluzione la politica adotti non può che essere pessima, perché senza una indicazione ben precisa da parte del popolo per il bipolarismo, o la riforma in Parlamento non si farà o si farà, ma peggiorerà la situazione, perché andrà verso un proporzionale che ci riporterà alla prima Repubblica", ed aggiunge: "E' umiliante, assistere a questa coalizione inedita costituita da Pd, Pdl e Terzo polo che si fa chiamare nuova maggioranza. Siamo in una Repubblica di fatto presidenziale con il capo dello Stato che fa e disfa. In questo gioco a non disturbarsi tra manovratori, ci rimette la Democrazia".

Il leader dell'Idv ha inoltre definito la sentenza della Corte Costituzionale "una volgarità che rischia di trasformarci a breve in un regime, se non viene fermato dal popolo al più presto con le elezioni". In un momento di crisi ed incertezze gli unici punti fissi rimangono gli ancoraggi passati, difficili da smuovere o modificare, nonostante la Costituzione Italiana affermi che il popolo è sovrano.




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