sabato 19 novembre 2016 - Angelo Libranti

Referendum | Scenari possibili

Finalmente Berlusconi ha gettato la maschera. Dopo tanta “ammuina”, come dicono a Napoli, ha detto che il migliore politico possibile, oggi, è Renzi.

Tagliato fuori dalle stanze del potere e constatato che fra i suoi nessuno regge la scena politica deve mordere il freno, lasciando il centro destra allo sbando e cercando di pararsi il culo, come si dice, per la sua posizione personale riguardo le aziende delle quali è proprietario.

Infatti la sua battaglia a Renzi risulta tiepida, quasi rinunciataria, come a prendere tempo aspettando tempi migliori.

Lo strappo del Patto del Nazareno deve essergli costato caro in quando sperava in un Presidente della Repubblica a lui più favorevole, Gianni Letta per esempio, affinchè potesse aiutarlo a risolvere i suoi problemi e ottenere un'amnistia o, addirittura, la nomina di Senatore a Vita.

Così non è andata ed ha fatto l'offeso verso Renzi rompendo un Patto che sembrava di ferro.

Passando all'opposizione ha ottenuto come risultato la fuga di molti che credeva fedeli, restando con uno sparuto numero di parlamentari.

Ora il cerchio si stringe, si è dichiarato per il No al referendum e deve risolvere il problema di rifondare tutto il centro destra, oltre il suo Partito ridotto al lumicino. Non essendoci personaggi di rilievo obtorto collo deve accettare i diktat di Salvini, che sembra andare sulla cresta dell'onda.

L'occasione è ghiotta per l'ambizioso leghista che si pone come leader nazionale di tutto il centro destra e propone di togliere la scritta Nord dal simbolo per sostituirlo con Italia. Naturalmente i leghisti duri e puri non accettano questo cambio e, nello stesso tempo, Salvini non gode buona stampa da Roma in giù.

Berlusconi ha fretta di concludere la sistemazione di Forza Italia e di tutto il Centro Destra, perchè il referendum si avvicina e l'esito del voto può cambiare diversi scenari politici con un Movimento 5 Stelle in agguato.

Il colloquio che ebbe con Mattarella è emblematico sullo sviluppo dei futuri assetti.

Se vince il Si sembra essere tagliato fuori, ma se prevale il No qualche possibilità di rientro c'è e non vuol farsi trovare impreparato.

Se Renzi perde il referendum consegnerà le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica e, a un nuovo Governo, auspicando un nuovo mandato, può decidere per un nuovo Patto del Nazareno, aprendo le porte ad un inedito “PD-centro destra”.

Non trascurerei le possibilità di Enrico Letta di formare un nuovo Governo. Dopo qualche anno di oblio lo si vede più presente nei media con dichiarazioni concilianti, inoltre è molto gradito in Europa, dove Renzi sembra aver perso qualche simpatia.

Allo stato attuale, per la confusione che regna, anche se Renzi dovesse vincere il referendum, credo ci sarà un rimpasto e ci saranno sempre possibilità per Berlusconi di inserire esponenti del centro destra.

Di sicuro, comunque andrà, non ci saranno le elezioni. Un forte Movimento 5 Stelle e lì in agguato, pronto a diventare il Partito di maggioranza.

Purtroppo non è pronto ad assumersi l'onere della guida del Paese. Le magre esperienze a cui abbiamo assistito nel governo di molte città, Roma su tutte, rendono scettici.

Resta una forza politica incombente nello scenario italiano e gli altri partiti devono tenerne conto se non vogliono essere spazzati da una nuova classe dirigente, che va lentamente maturando.

 

Angelo Libranti

 




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