lunedì 5 ottobre 2020 - Phastidio

Reddito di cittadinanza: tutte le dichiarazioni di Di Maio negli ultimi anni

Svuotate gli archivi, riempite i granai. Ovvero, le meravigliose sorti e progressive del reddito di cittadinanza nelle previsioni del pronipote di Jules Verne, al secolo Luigi Di Maio

Come sostengo da sempre, gli archivi di stampa sono (dovrebbero essere) un bastione della democrazia, nel senso che consentono di reperire le dichiarazioni di un politico e di valutarlo nel corso del tempo. Fosse così semplice: perché in Italia non funziona così. La memoria dell’opinione pubblica non è quella di un pesce rosso bensì quella di un lievito, il termine accountability non ha traduzione italiana e comunque ci sarà sempre qualcuno disposto ad analizzare con indulgenza il mancato raggiungimento degli obiettivi. Del resto, senza tale indulgenza, saremmo protestanti e non cattolici, no?

Il cane si è mangiato i decreti attuativi”, “non governiamo da soli”, “entro questa settimana la firma”, “i burocrati ostacolano la volontà del popolo”, “le banche dati non si parlano, hanno litigato”, “e allora quelli di prima?”, e così spero di voi. Ecco perché questa opera di scavo negli archivi non ha più la velleità “civile” di inchiodare il parolaio di turno alle sue promesse ma solo quella di farsi due risate di sano disprezzo su quanto è facile in questo paese vendere fumo, e pure di pessima qualità. Non c’è più il THC di una volta.

Oggi torniamo sulle dichiarazioni “programmatiche” in materia di reddito di cittadinanza proferite illo tempore da Luigi Di Maio, l’uomo dal curriculum da fare invidia a Gesù Cristo, e che ha superato indenne la fatidica soglia anagrafica del Messia, ulteriore conferma delle sue superiori abilità politiche. Ne ho estratta una cinquina, infimo campione di una conclamata bulimia dichiarativa.

GLI ALFIERI MUOVONO, SCACCO ALLA INATTIVITÀ

“Oggi inizia una rivoluzione nel mondo del lavoro, mettiamo un tassello fondamentale che è quello dei navigator. Molti giovani italiani quando arriveranno ai centri dell’impiego non troveranno più un’umiliazione ma un’opportunità”. Lo afferma il vicepremier e ministro, Luigi Di Maio, a margine dell’evento di formazione per navigator. “Abbiamo mantenuto un’altra promessa, – aggiunge – sono stato preso in giro ma questi ragazzi sono gli alfieri di un nuovo modo di portare avanti le politiche attive in Italia (Ansa, 31 luglio 2019)

NAVIGATOR E GUARDIANI DEL FARO

“Il lavoro nero non si potrà fare: quando una persona sottoscrive il patto con lo Stato i navigator lo controlleranno. Dovrà fare 8 ore di formazione o lavori di pubblica utilità. Se nel software unico non risulterà questa attività è difficile che io non mandi un controllo. I controlli saranno raddoppiati. Si accende un faro su di te. Qualche furbo ci sarà. Ma noi raddoppieremo i controlli”. Lo ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio a L’aria che tira su La7 (Ansa, 23 gennaio 2019)

MO’ VI SISTEMO

“Deve essere chiara una cosa sul reddito di cittadinanza: oggi noi non vogliamo dare soldi alle persone per sempre per non fargli far nulla. Anzi, il tempo è limitato, la persona si deve attivare con lavori di pubblica utilità e non saranno solo i centri per l’impiego a fare questa offerta di lavoro: avremo un software che incrocerà l’offerta di lavoro da parte delle imprese e la domanda da parte dei cittadini”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dello sviluppo e del lavoro Luigi Di Maio a Mattino Cinque, sottolineando “che uno dei motivi per cui ho scelto di fare il ministro del Lavoro è per mettere a posto i centri per l’impiego“.”Prima di metterli a posto, metterò a disposizione dei cittadini che non hanno lavoro un professionista che li aiuterà a formarsi e a reinserirsi”, ha detto Di Maio, precisando che “abbiamo già tanti professionisti in questo sistema che vanno riqualificati” e “ci saranno anche nuove assunzioni dove servono”. “Non saranno solo i centri per l’impiego, ma sarà un sistema misto pubblico-privato, in cui ci sarà questo ‘navigator’ che aiuterà la persona a formarsi”, ha aggiunto. (Ansa, 14 dicembre 2018)

BASTA ASSISTENZIALISMO, ARRIVANO I MAESTRI DI VITA

Il Rei [Reddito di inserimento, ndPh] è assistenzialismo, si danno pochi soldi a poche persone e non ci sono formazione né lavori di pubblica utilità”. Lo ha detto Luigi Di Maio, durante la registrazione di Petrolio, rispondendo sul perché il governo non abbia pensato di proseguire con lo strumento adottato dal precedente governo contro la povertà. “Noi faremo il più grande investimento di soldi per i centri per l’impiego mai fatto in Italia – ha spiegato il vicepremier -: un miliardo di euro all’anno per potenziare il personale, ma non solo, creeremo un software unico” quando si recherà nel centro per l’impiego “il disoccupato troverà un coach, un motivatore” (Askanews, 19 ottobre 2018)

L’INCROCIATORE

Il governo lavora a un software unico per i centri per l’impiego, “che incrocerà le banche dati e
coordinerà tutto il processo”. Lo ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, a proposito dell’intervento previsto in manovra che destina un miliardo alla riorganizzazione dei centri per l’impiego, che saranno fondamentali per il reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza sarà erogato a livello nazionale ma la riforma dei centri per l’impiego darà la possibilità di “conoscere ogni giorno chi sta percependo il reddito, come si sta formando, come si sta comportando e se ne ha diritto” (Ansa, 16 ottobre 2018)

Foto: Wikimedia




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