martedì 8 agosto 2023 - Natale Salvo

Reddito Cittadinanza, Senato: i ricchi criticano i poveri

Dopo il famoso SMS dell’INPS con cui si comunicava a 159.000 famiglie italiane la cessazione del diritto al Reddito di Cittadinanza a partire dal 1 agosto, si è svolto in Senato [1], alla presenza del ministro del lavoro CALDERONE, un breve dibattito sul tema.

(Foto di archivio Pressenza)

Maria Elvira CALDERONE (consulente del lavoro di Cagliari; reddito complessivo lordo 2022: 191.000 euro) ha inizialmente voluto evidenziare come, in proposito, « l’azione di Governo rappresenta il segno politico di un nuovo approccio culturale che si ispira ai valori del lavoro, così come declinato dalla nostra Costituzione: … continuiamo a credere che il lavoro sia sempre il mezzo migliore per porre rimedio duraturo alle condizioni di indigenza ».

Dopo che il ministro ha fornito dei dati aggiornati sul numero dei fruitori del reddito di cittadinanza e sui famosi “furbetti” che han provato a fruirne senza averne diritto [2], sono intervenuti, per esprimere le loro considerazioni, gli esponenti di tutti i Partiti presenti in Parlamento.

All’abolizione del Reddito di Cittadinanza, la Sinistra risponde: “Il lavoro nobilità l’uomo”, quando il lavoro c’è!

Tino MAGNI, Alleanza Verdi-Sinistra Italiana ( sindacalista di Lecco; reddito complessivo lordo 2022: 33.000 euro ), ha confuso il suo ruolo nella Sinistra e ha sostenuto il ministro ammettendo che, anche a suo parere, « il lavoro nobilita l’uomo »!

Affermazione cattolicissima di certo, ma pure lontana dal pensiero del comunista Paul Lafargue.

Ha però proseguito come l’affermazione vale « dov’è il lavoro perché, per dare lavoro, è necessario che il lavoro ci sia e, se non c’è, è difficile che le persone lavorino ».

Ha infine lamentato la psicologia del provvedimento governativo basato su « l’idea che i meridionali non hanno voglia di lavorare ». Una convinzione che « ha portato a ridurre e a togliere il reddito di cittadinanza ».

Se questa è la Sinistra che deve difendere il Popolo, è presto spiegato perché il Popolo vota Destra!

Il senatore del partito democratico Francesco BOCCIA ( docente di economia di Bisceglie; reddito complessivo lordo 2022: 99.000 euro ), dopo aver ricordato come il suo partito « nel 2018 non votò per il reddito di cittadinanza, [ma] nel 2019, lo ha votato convintamente nel Governo giallo rosso », si è limitato a contestare al ministro i dati sulle presunte truffe perpetrate dai fruitori del reddito di cittadinanza: « stiamo parlando del 2 per cento » dei fruitori, ha sentenziato.

Poi, con una “parabola”, ha picchiato il governo Meloni: « io non penso che, di fronte all’1 o al 2 per cento di pensioni false o di invalidità false, cancelli tutte le pensioni italiane ».

Altrettanto moderato è apparso l’intervento dell’esponente del Movimento Cinque Stelle Stefano PATUANELLI ( ingegnere di Trieste; reddito complessivo lordo 2022: 107.000 euro ).

L’ex grillino non ha contestato di per sé “l’abolizione” del Reddito di Cittadinanza ( riverniciato dalla destra in “Assegno di Inclusione” ) piuttosto ha evidenziato le criticità della riforma: « state scaricando sui Comuni il problema dell’assistenza sociale senza fare nulla per potenziarli sul tema dell’assistenza sociale », ha fatto rilevare.

Poi ha aggiunto: « dei corsi per riqualificare i lavoratori non c’è traccia », aggiungendo che comunque « non basterà un corso di formazione di diciotto ore perché un piastrellista diventi tecnico informatico ».

Frasi lontane da quando si pensava che il Reddito di Cittadinanza sarebbe potuto essere un primo passo evrso l’inclusione dei cittadini emarginati perchè economicamente poveri.

Al contrario, è stato dai banchi della destra che sono giunte le affermazioni più forti, classiste.

I “liberali”: con abolizione Reddito di Cittadinanza, da Repubblica assistenzale si torna a Repubblica fondata sul lavoro

Ad esempio, per Italia Viva – Azione, Ivan SCALFAROTTO (direttore Risorse Umane di Milano; reddito complessivo lordo 2022: 99.000 euro) ha ricordato come « la Costituzione ci dice che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro e che, invece, [era] diventata improvvisamente una Repubblica di tipo assistenzialista » col Reddito di Cittadinanza voluto da Cinque Stelle e Lega.

Chiaramente influenzato dalla forma mentis della propria attività, Scalfarotto ha poi aggiunto: col Reddito di Cittadinanza davamo « ai nostri giovani il messaggio che non c’è bisogno di sbattersi, di arrangiarsi e di organizzarsi per trovare lavoro e per poter anche realizzare il proprio progetto di vita, perché lavorare significa anche questo. Il messaggio è di non preoccuparsi, perché arriva lo Stato e ci pensa lui ».

Lavorare significa “arrangiarsi”, “sbattersi”. Bel “progetto di vita” consegna il filo-padronale Scalfarotto ai giovani!

Ma, non contento, il rappresentante di Italia Viva – Azione ha altresì contestato « il paradosso di essere finanziato da chi lavora …, chi contribuiva alla prosperità del Paese doveva farsi carico anche di qualcuno che, in fondo, aveva quasi rinunciato a concorrervi ».

Affermazioni classiste incommentabili!

Sulla stella linea l’altra esponente “liberale” (neoliberista?) Licia RONZULLI (Forza Italia).

La dirigente (di che?) di Milano ( reddito complessivo lordo 2022: 126.000 euro ) ha sostenuto come « il reddito avrebbe disincentivato culturalmente soprattutto i più giovani dal cercare un posto di lavoro »(!).

La forzista Ronzulli quindi ha contestato la “narrativa” delle opposizioni secondo la quale, con la propria azione, il Governo « ruba ai poveri per dare ai ricchi ».

Dato che nel dibattito nessuno delle opposizioni ha sollevato il tema, si potrebbe commentare: « Excusatio non petita, accusatio manifesta ».

A voler sostenere la bontà della scelta governativa, Licia Ronzulli ha fatto notare ai colleghi dell’Aula come « guarda caso, l’anno scorso, malgrado la forte domanda, il settore turistico era andato in tilt per la mancanza di personale: non si trovavano camerieri, cuochi o baristi.Quest’estate tutto è cambiato e tornano gli stagionali, perché gli ex percettori del reddito che lo hanno preso fino a luglio si sono precipitati a cercare lavoro nei settori della ristorazione e in quello alberghiero, dimostrando quindi di essere stati viziati dal sistema ».

L’estrema destra dei luoghi comuni: ora basta reddito per stare a casa!

Massimiliano ROMEO, Lega ( consulente automobilistico di Monza; reddito complessivo lordo 2022: 102.000 euro ), nel proprio intervento nell’Aula del Senato, ha cercato di tenersi in equilibrio dato che proprio alla Lega, assieme al Movimento Cinque Stelle, si doveva l’istituzione del Reddito di Cittadinanza.

Ha gravemente affermato, ad esempio, senza portare a conferma dati e fonti, come « a Napoli e da altre parti e si è verificato poi che molti di questi avevano altri tipi di lavori in nero e che il reddito di cittadinanza per loro significava arrotondare fondamentalmente lo stipendio ».

Ultimo ad intervenire nel dibattito Francesco ZAFFINI, Fratelli d’Italia ( quadro bancario di Perugia: reddito complessivo lordo 2022: 139.000 euro ).

Questi, rivolto evidentemente ai colleghi di governo della Lega oltre che al Movimento Cinque Stelle, ha dichiarato: « avete fatto un provvedimento che in circa quattro anni ha speso 31,5 miliardi: lo dice l’INPS, l’ha detto oggi, non lo dico io ».

Zaffini ha quindi concluso, gongolando: gli ex percettori del Reddito di Cittadinanza « non potranno più percepire un reddito per stare a casa ». … E dovranno accettare discriminazioni economiche sul lavoro, specie se donne, anziani o meridionali!

Poveretto! Fare del male, a volte, da’ delle soddisfazioni a qualcuno, a quanto sembra. Specie se tu hai da vivere con stipendi a cinque zeri.

Fonte e Note:

[1] Senato della Repubblica, 3 agosto 2023, tratto dal verbale seduta n. 96, “Informativa al Senato della Repubblica sul tema del reddito di cittadinanza e delle attività che il Governo sta compiendo per giungere al suo superamento”.

[2] Ministro Calderone, 3 agosto 2023: « Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio sul reddito e la pensione di cittadinanza dell’INPS, nel mese di giugno 2023 i nuclei beneficiari del reddito sono 896.000, mentre i nuclei beneficiari di pensione di cittadinanza sono 115.000, quindi per un totale di un milione di nuclei. Analizzando i nuclei per numero di componenti, emerge che quelli composti da una sola persona a giugno 2023 sono 473.000 ».

« È importante precisare che, dei 159.000 nuclei interessati dalla sospensione della misura, ben 117.317 sono composti da una singola persona, con incidenze percentuali rispetto al livello territoriale (quindi regionale) di circa il 57 per cento, ad esempio in Campania ».

« Nell’attività di controllo sui percettori di reddito di cittadinanza effettuati dall’Ispettorato nazionale per il lavoro e dal Nucleo dei carabinieri tutela del lavoro nel periodo dal 2019 al 2023 sono stati intercettati 35.737 fruitori irregolari o con necessità di regolarizzare la posizione. A decorrere dall’introduzione del reddito di cittadinanza e fino al primo semestre 2023, contributi indebitamente percepiti o indebitamente richiesti per un ammontare di circa 506 milioni di euro ».

In proposito, inserire quelli “indebitamente richiesti” ma non “indebitamente fruiti” tra quelli “indebitamente fruiti” è un modo per manipolare i dati e la cittadinanza, creare scandalo, rafforzare le ragioni della riforma. Così come inserire coloro che dovevano “regolarizzare la posizione” (per errori formali nella domanda) ai “fruitori irregolari“.




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