mercoledì 7 ottobre 2015 - Giovanni Graziano Manca

Recensione di ’Tiny Rewards’ degli Admiral Fallow, (Nettwerk 2015).

La città di Glasgow, per chi non lo sapesse, è sempre stata musicalmente molto attiva nel campo della musica pop. Decine sono le bands che, a partire dagli anni Ottanta, hanno lasciato un segno nella galassia del rock e in quella del pop più leggero. Tra di esse si ricordano sempre con piacere Atzec Camera, The blue Nile, Deacon Blue, Franz Ferdinand, Lloyd Cole and the Commotions, Primal Scream, Simple Minds.

Gli Admiral Fallow, ensemble nato nel 2007 e costituito da Louis Abbott – voce, chitarra, Kevin Brolly – clarinetto, tastiere, voce, percussioni, Philip Hague – batteria, percussioni, voce, Sarah Hayes – flauto, pianoforte, accordion, voce, Joe Rattray – basso, voce, provengono proprio da Glasgow e alla musica dei gruppi vecchi e nuovi della scena musicale cittadina si ispirano. 

Tiny Rewards è il loro terzo disco (i primi due Boots Met My Face e Tree Bursts in Snow risalgono rispettivamente al 2009 e al 2012). Spiace tanto dover dire, pur con tutta la simpatia che da sempre si nutre nei confronti di tutto il british pop, che in Tiny Rewards non c’è niente di nuovo, è una fiera del già sentito, un disco piatto e quasi superfluo. Eppure quella Easy As Breathing, pezzo introduttivo del disco, l’unico che possa valere un qualche sussulto di interesse, prometteva bene…

Con riferimento ai primi due dischi la band ha raccolto giudizi lusinghieri da parte della stampa del Regno Unito e anche recentemente sull’Herald Scotland si è potuto leggere che ‘In un mondo dove quasi tutti almeno un po’ provano a “suonare” come qualcun altro per poter assicurare a se stessi una fetta di mercato probabilmente non esistono altre bands cui assimilare il suono degli Admiral Fallow’. Non si vuole qui entrare nel merito di un siffatto giudizio e forse l’affermazione riportata sul giornale scozzese può genericamente essere condivisibile: tuttavia, il mio giudizio sul disco Tiny Rewards rimane: le canzoni di quest’ultimo appaiono carenti di inventiva, avare di emozioni e lontane, lontane anni luce dagli standards piuttosto elevati a cui quel pop scozzese d’altri tempi ci aveva abituati. 

 

TRACKLIST

1.Easy As Breathing

2.Evangeline

3.Happened In The Fall

4.Good Luck

5.Holding The Strings

6.Sunday

7.Building As Foreign

8.Salt

9.Some Kind Of Life

10.Liquor and Milk

11.Carousel

12.Seeds




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