lunedì 6 marzo 2017 - UAAR - A ragion veduta

Reato di blasfemia: in Danimarca la paura fa 90

La Danimarca è uno dei pochi paesi europei in cui la blasfemia è un reato previsto dal codice penale, anche se dalla sua istituzione nel 1866 sono state registrate due sole condanne: una nel ‘38 e un’altra nel ‘46.

L’ultimo processo per blasfemia risale al 1971 e si è concluso con un’assoluzione. In questi giorni però un magistrato ha rispolverato quella parte del codice penale per incriminare un 42enne reo di aver bruciato una copia del Corano e averne pubblicato un video su Facebook. Iniziativa, quella del magistrato, a dir poco impropria considerato che si parla di un Paese, la Danimarca appunto, in cui la libertà d’espressione è sempre stata tutelata a dispetto dello stesso integralismo islamico; basti pensare alle vignette del Jyllands-Postentutelato dalla procura generale e nel mirino dei terroristi, costate nel tempo varie ritorsioni fino all’attentato di Islamabad.

Il legale dell’uomo ha fatto notare che nel ‘97 un artista aveva bruciato una Bibbia in televisione senza nessuna conseguenza giudiziaria commentando: «Considerato che in Danimarca è legittimo bruciare una Bibbia, sarebbe sorprendente che fosse illegittimo bruciare un Corano». Possono esserci due spiegazioni: o il procuratore è uno di quei paladini della libertà religiosa ma solo quando questa riguarda gli altri, atteggiamento islamofilo in costante crescita soprattutto in determinati ambienti di sinistra, o si tratta di una sgangherata risposta dettata da un sentimento di paura nei confronti degli estremisti. O anche di una combinazione delle due in proporzione variabile.

Non promuoviamo certo roghi di libri, di qualunque libro. Occorre chiedersi però che senso ha riconoscere un trattamento di riguardo a chi semina terrore, veicolando di fatto il messaggio che la strategia terrorista ha la sua efficacia. Non può essere questa una risposta adeguata come non lo è quella di pagare riscatti ai rapitori. Esiste una sola risposta possibile al terrorismo e all’integralismo religioso: un atteggiamento laico rispetto a tutti.

Massimo Maiurana




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