venerdì 4 novembre 2022 - paolo

Rave party: Stato di polizia o belato dei vinti ?

Come spesso avvenuto in questo paese colabrodo, in quel di Modena si è materializzato l'ennesimo rave party, che altro non è che un raduno di soggetti che intendono divertirsi a suon di musica e di altro. 

Una moda partita negli anni ottanta che consente, praticamente senza alcuna autorizzazione, a migliaia di individui di invadere una proprietà pubblica o privata, impiantare camper e tende, realizzare strutture idonee allo scopo e dare il via ai divertimenti per alcuni giorni. Divertimenti che comprendono un ampio spettro di attività umane, più o meno lecite compreso lo spaccio di droga. Nel caso in questione circa tremila e cinquecento soggetti provenienti da ogni parte d'Europa, hanno presidiato un'area privata e occupato un capannone industriale dismesso. Come da prassi quando questi rave party, attivati con tam tam via internet, finiscono lasciano un mare di merda nel senso letterale, oltre a danneggiamenti vari ed in alcuni casi anche dei morti. 

Non entro nelle tipologie dei reati che vengono posti in essere, peraltro già previsti e ben codificati dalle leggi esistenti. A scopo di esempio se una decina di persone decidono di impiantare un gazebo non autorizzato per qualsiasi attività, anche lecita, qualora sprovvisti di relativa autorizzazione vengono immediatamente sanzionati e invitati allo sgombero. Allora ci si chiede come mai questo possa avvenire e perché avvenga solo in Italia. Chiaro che ordinare lo sgombero di migliaia di individui, non esattamente propensi al rispetto della legalità, non è una bazzeccola; i rischi di scontri con la polizia sono altissimi con conseguenze imprevedibili.

La risposta del governo postfascista di Giorgia Meloni è stata molto, anzi direi troppo, tempestiva. Malgrado il ministro degli interni Matteo Piantedosi si fosse subito attivato, con un dispiegamento imponente di forze dell'ordine, per efettuare lo sgombero, avvenuto senza incidenti, il governo ha emanato, con carattere di urgenza, un decreto legge che implementa le disposizioni di legge vigenti. Pene fino a sei anni di detenzione per chi organizza eventi di questo genere, un anno a chi solo partecipa, sequestro dei mezzi e delle strutture, multe fino a 10.000 euro e, ovviamente, avvio di procedure per il ristoro dei danni causati che, nel caso in questione, ammontano a parecchie decine di migliaia di euro.

Apriti cielo, insorgono le opposizioni. Critiche dai giuristi, da Giovanni Maria Flick ex presidente della Consulta al presidente delle camere penali Gian domenico Caiazza, "un vulnus per la Cosituzione". Letta e Conte ribadiscono il carattere liberticida da stato di polizia. Crtiche dure perfino dal cosidetto terzo polo, che notoriamente strizza l'occhio alla Meloni. Insomma un coro unanime di protesta. 

Perché? E' chiaro, perché da ora in poi se un numero di individui superiore a cinquanta si assembla e vengano ravvisati (da chi?) rischi per la salute o la sicurezza pubblica il decreto può essere attivato a tutto tondo. Pensate a manifestazioni di protesta, cortei, occupazioni o quant'altro indiscriminatamente. Insomma il governo Meloni prepara la strada, visto che i mesi che verranno non saranno facili da gestire sul piano dell'ordine pubblico.

Allora " Stato di polizia", restaurazione del fascismo, autoritarismo liberticida? Un piagnisteo che odora di belato dei vinti, di coloro che da sempre hanno chiuso gli occhi davanti alla illegalità. Direi semplicemente una risposta inadeguata e fortemente identitaria alla super tolleranza nei confronti di eventi del genere da parte dei governi( tutti) di questa repubblica delle banane. Piantedosi, da prefetto di Roma e Bologna, in casi ancora più eclatanti non ha semplicemente mosso un dito. C'è da chiedersi come sia possibile che cortei interminabili di mezzi che affluiscono in un sito non siano intercettati dalla polizia locale e non vengano attivati i dispositivi di sicurezza. Forse perché Modena è in una regione di "sinistra" governata da tal Bonaccini del PD?. E quindi perché non sollevare un "casus belli" per mettere in difficoltà il neo governo di destra?. Forse, chissà, cosi' come probabilmente avvenuto a parti invertite. Insomma nell'infame agone di questa marmaglia di politicanti tutto è lecito, tutto è possibile.

Ovviamente a rimetterci, come sempre, i cittadini. 

 




Lasciare un commento