venerdì 17 giugno 2016 - paolodegregorio

Rai, Gabanelli for president

 La questione RAI è un problema politico e di democrazia di prima grandezza. Dimostra come i cittadini siano presi in giro, e per di più con i loro soldi del canone, ricevendo invece di un pubblico servizio, l’arroganza della casta politica che esercita un potere assoluto, spartitorio, omissivo, diventato disinformazione di massa, estremamente simile alle televisioni private. Questo sistema è irriformabile e solo una diversa visione politica del problema può portare ad un cambiamento radicale, che è vitale per la nostra democrazia che non possiede un contrappeso dalla parte dei cittadini, una “public company” televisiva, senza pubblicità, finanziata solo dal canone, dove i cittadini che la pagano, siano i soli azionisti con il potere di eleggere il presidente (con tutti i poteri), in regolari elezioni da abbinare alle politiche o alle amministrative, tra personaggi indipendenti da economia, politica, religioni.

E’ necessario che sia dichiarato solennemente, chiaramente e giuridicamente, che la RAI è proprietà dei cittadini che autogestiscono, fuori dai partiti, una informazione che sia all’altezza di proteggerli da tutti gli inganni e imbrogli che il potere economico e politico tramano a loro danno, soprattutto per ciò che riguarda la salute, l’ambiente, l’alimentazione, l’economia e le banche.

Una televisione che ci parli della realtà e non sia portavoce delle ignobili balle che raccontano i politici e della pubblicità che ormai è il fattore dominante del pensiero unico edonista e consumista. E’ vero che internet ha rotto il monopolio dei media e dato la possibilità a molti di far circolare il proprio pensiero, ma vi sono milioni di persone che si affidano solo alla televisione, e questi milioni sono decisivi per vincere le elezioni senza che mai sia offerto loro un punto di vista serio, documentato, indipendente. Comunque rimane lo scandalo che tutte le TV e la carta stampata sono in mano private o politiche, con la sola eccezione de “il Fatto Quotidiano” i cui giornalisti sono azionisti e proprietari della testata (che ha rifiutato il finanziamento pubblico) e a questo scandalo si aggiunge proprio il finanziamento pubblico alla editoria, senza il quale i tre quarti dei giornali cartacei fallirebbero (ma per aumentare le pensioni minime da fame i soldi non si trovano mai), alla faccia del liberismo tanto decantato, ma che trova tutti pronti a rapinare pubblico denaro.




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