martedì 1 febbraio 2022 - Alberto SIGONA

Rafael Nadal: ritratto di un atleta sovrannaturale

Il tennista maiorchino, dopo 13 anni, torna a vincere l'Open d'Australia, ergendosi a 21 successi nel Grande Slam: superato il record di 20 condiviso dai due mostri sacri della racchetta, Roger Federer e Novak Djokovic!

Rafael Nadal è molto più di un grande atleta. È molto più di uno strepitoso campione. È molto più di un fuoriclasse leggendario del tennis. Il maiorchino rappresenta qualcosa di sovrannaturale. Egli incarna colui che trascende l'umanità. Egli effigia una sorta di sconosciuta essenza extra-antropomorfa che per qualche oscuro motivo – come un autentico moto perpetuo - si rinnova di giorno in giorno, di mese in mese, di anno in anno, conseguendo l'immortalità. Nadal è proprio così: immortale. Ed invincibile. Svariate, infinite volte lo abbiamo visto in piedi sull'argine del trapasso, o disteso ad osservare l'abisso della propria carriera, in procinto di eclissarsi per sempre, per scomparire fra i flutti tempestosi del futuro inesplorato. Per poi vederlo puntualmente risorgere dalle proprie ceneri, liberandosi dalle catene dell'oblio e dal pulviscolo del dimenticatoio, ricomparendo in carne ed ossa più forte e possente di prima, riportando le lancette del tempo al punto di partenza, riavviando il nastro della cronaca e la pellicola della storia. Elevandosi fra le sfere celesti dell'eterna età.

Ogni partita, ogni torneo, per il tennista iberico penetra in una dimensione che esula dal semplice atto sportivo, come se in palio vi fosse non soltanto una vittoria ma anche l'attività perpetua dell'anima. Il tutto sovente pare trasformarsi in un lotta anormale contro l'insormontabile, in una sfida all'utopia, in cui la sconfitta non è mai contemplata, anche quando la missione di vita sembra sfuggirgli di mano e l'alito vitale inizia a reclamare il meritato riposo. Anche quando gli stessi dei dell'olimpo si apprestano a spostare altrove le proprie attenzioni. Ma lui è proprio in quei momenti tragici, in cui lo spirito pare disperdersi fra i cunicoli spazio-temporali dell'oscurità, che riprende improvvisamente ed inspiegabilmente la vitalità smarrita, rimpossessandosi della sua energia ascetica che gli permette di sovvertire il fato, raggiungendo quell'entità sacra agli altri sconosciuta. E così, quando le campane a morto iniziano a riecheggiare nell'aere, ecco arrivare l'ennesima vittoria. Un altro avversario viene domato. Il destino destituito. L'imponderabile umiliato. Ed il ciclo vitale si rinnova ancora una volta. Sino al prossimo match. Sino alla prossima sfida. Sino al prossimo trionfo. Sino all'esaltazione eterna...

LE LEGGENDE DELLA RACCHETTA

ROD LAVER (AUSTRALIA; 1938)

Rod Laver è ritenuto da quasi l'unanimità degli esperti il più grande tennista di tutti i tempi. Era dotato di una tecnica di gioco eccellente, senza eguali nell'intero panorama della racchetta. Il suo repertorio era incredibimente completo, e spaziava dal servizio – praticamente una sentenza – alla volèe, passando per il rovescio, un fondamentale che l'australiano riusciva a rendere estremamente efficace e variegato, facendone la sua arma letale preferita. Tanto potente quanto rapido (per i giovani: un ibrido fra R. Federer e R. Nadal), coniugava egregiamente forza e classe in una maniera inconcepibile per i comuni mortali. Anche per via di cotanta versatilità Laver era in grado di svettare su tutte le superfici (dalla terra battuta all'erba, passando per il cemento) e contro qualsiasi avversario (celebre la rivalità con Ken Rosewall, mostro sacro della sua epoca). Non a caso è stato l'unico, nel Dopoguerra, a fregiarsi del Grande Slam, impresa – consistente nel vincere in un singolo anno solare Torneo di Wimbledon, Roland Garros, US Open ed Australian Open – riuscitagli ben 2 volte (1962 e 1969). Durante i suoi 23 anni di attività (si sarebbe ritirato dopo i 40 anni, sebbene il meglio di sè lo avrebbe dato sino a 31 anni) si è accaparrato 201 tornei (record!), fra cui 4 Tornei di Wimbledon, 3 Australian Open, 2 US Open ed altrettanti R. Garros. A questi trionfi conseguiti nel Grande Slam (a cui vi si poteva partecipare soltanto da Dilettanti, almeno sino all'avvento dell'Era Open, 1968) vanno aggiunti 15 tornei annoverabili fra i "Campionati Professionali di Tennis", la cui partecipazione era permessa solamente a coloro che possedevano lo status di Professionista. Perciò nel suo palmares vanno annoverati anche 5 US Pro Tennis Championships, 3 French Pro Championships e soprattutto 7 Wembley Championship (una sorta di Master Cup ante litteram), che se vennisero conteggiati nel computo dei tornei del Grande Slam lo porterebbero a quota 26 Titoli, ponendolo al 1° posto all time, davanti al connazionale Rosewall , ed a gente come R. Federer e R. Nadal. Laver vanta altresì 5 Coppe Davis, e questo nonostante per 10 anni non vi abbia potuto prender parte a causa del suo status di professionista. E' stato numero 1 al Mondo per 7 anni consecutivi. A proposito della rivalità con Rosewall, credo valga la pena soffermarvisi, in quanto rappresentò probabilmente il più grande antagonismo nella storia del Tennis e forse dello sport tutto. In proposito il dominio di Laver fu assoluto nel Wembley Championship: lì affrontò Rosewall in finale nel 1964, 1966 e 1967, riuscendo sempre a sconfiggerlo. Viceversa, nel French Pro Championships lo sfidò in finale ben 4 volte (1963-1966), uscendone sempre k.o. In terra americana il duello si registrò nel '63 (vittoria di Rosewall), '65 (idem) e nel '66 (successo di Laver).

KEN ROSEWALL (AUSTRALIA; 1934)

E' ritenuto uno dei più grandi tennisti di sempre, probabilmente il migliore di ogni era dopo Rod Laver ed assieme a R. Federer. Fra i suoi successi più importanti è d'obbligo citare 2 Roland Garros, 4 Australian Open, 2 US Open, 8 French Pro Championship, 6 Wembley Championship, 3 US Pro Tennis Chamionships, trionfi (ai quali vanno aggiunte 4 Coppe Davis) che lo pongono fra i plurivittoriosi all time relativamente alle prove del Grande Slam (conteggiando anche i 17 Titoli vinti nei Campionati Professionali). Autore di una carriera lunghissima, si distinse per una longevità agonistica stupefacente – specie se rapportata alla sua epoca – e senza eguali, che impressiona tuttora: l'ultimo torneo di Grande Slam lo vinse a 37 anni, e due anni dopo, a 39 primavere, avrebbe centrato la finale a Wimbledon, rimanendo al top sino a 43 anni, ritirandosi a 47. Tecnicamente era un tennista versatile, capace di vincere su tutte le superfici. Il suo colpo migliore era il rovescio, ma in genere eccelleva in quasi tutti i fondamentali, meno nel servizio, che non riusciva ad eseguire con la dovuta potenza. Personalmente lo ritengo il più forte di tutti i tempi dopo R. Laver, assieme a Federer e davanti (escludendo Nadal e Djokovich ancora in attività) a Borg, Sampras, Emerson, Connors, Lendl, Agassi e tanti altri.

JIMMY CONNORS (USA, 1952)

Ritenuto uno dei più grandi tennisti di sempre, Jimmy Connors, era famoso per il rovescio a due mani e per la straordinaria risposta al servizio. Il suo stile era basato su un gioco tutto di anticipo, con colpi piatti pesantissimi e senza rotazione; il servizio poco potente e il dritto poco sicuro erano invece i suoi punti deboli. Oltre che per i suoi successi ed il suo stile innovativo Connors è stato celebre fin dall'inizio della sua carriera anche per il suo comportamento scorretto in campo; agli inizi degli anni Settanta il Tennis era ancora uno sport dove vigevano regole di etichetta severissime e Connors fu uno dei primi casi di giocatore insofferente alla ferrea disciplina imposta dal galateo: fu il primo giocatore a compiere atti considerati all'epoca realmente antisportivi come ad esempio esultare platealmente con gesti e grida dopo ogni punto conquistato, rivolgere parole di scherno agli avversari ed esibirsi in proteste focose ed eccessive contro le valutazioni degli arbitri e dei giudici di linea (a causa di questo atteggiamento, nei primi anni di carriera Connors fu decisamente impopolare ed antipatico al pubblico più tradizionalista, guadagnandosi però una fama da ribelle che conquisterà una minoranza del pubblico più giovane). Nell'arco della sua lunghissima carriera (in cui ha sconfitto gente come Borg, Rosewall, McEnroe e Lendl) si è fregiato in primis di 1 Australian Open, 2 Wimbledon e 5 US Open1 (mai in finale al Roland Garros). E' stato Campione del Mondo 1977 (cioè si aggiudicò quelle che oggi sono le ATP Finals). Vanta altresì 1 Coppa Davis. Si è ritirato a ben 44 anni (l'ultimo Slam lo ha conquistato a 31 anni).

JOHN McENROE (USA, 1959)

Vincitore di 3 Tornei di Wimbledon, 4 US Open2 e 3 Campionati del Mondo (Masters Cup) – nonchè di 5 Coppe Davis - oltre che per i risultati (che però non includono nessun Australian Open – dove non è mai arrivato in Finale – nè il Roland Garros) era famoso per il suo carattere irascibile in campo e la personalità molto forte. Il suo punto di forza era il celebre servizio, ed era caratterizzato da una posizione particolarissima, essendo effettuato con i piedi paralleli alla linea di fondo campo e le spalle rivolte alla rete, e da una grande torsione lombare: il movimento risultava così molto difficile da leggere per i suoi avversari, ed erano particolarmente insidiosi i servizi a uscire dalla sinistra del campo. Grazie al suo talento McEnroe è potuto diventare un campione senza doversi sottoporre a duri allenamenti, come invece erano abituati i suoi colleghi già all'epoca. Ha appeso la racchetta al chiodo nel 1992.

PETE SAMPRAS (USA, 1971)

Vincitore di 7 Tornei di Wimbledon (quasi un record), 5 US Open (3 volte sconfitto in finale), 2 Australian Open (una volta finalista), 5 Masters Cup (gli attuali ATP Finals) e 2 Coppe Davis, non riuscì mai ad aggiudicarsi il Roland Garros (senza nemmeno arrivare a disputare una Finale), per quella che rimane l'unica lacuna di una carriera per il resto leggendaria. Numero 1 ATP per circa 6 anni (in pochi hanno trascorso tanto tempo in vetta al ranking mobndiale), Sampras è stato un campione che ha dovuto il suo successo al gioco aggressivo e potente, oltre al grande talento nel tocco della palla; è stato l'ultimo grande interprete dello stile Serve & Volley puro, cioè batteva con grande potenza e spesso scendeva a rete. Il suo servizio viaggiava spesso oltre i 215 km orari, tanto da esser soprannominato "Pistol Pete" e il suo diritto piatto aveva pochi eguali, per potenza e precisione. Le volée erano uno dei suoi maggiori punti di forza, in cui riusciva a combinare perfettamente il tocco, la potenza e una grande precisione. Tali caratteristiche lo adattavano perfettamente al gioco su tutte le superfici veloci, molto meno su quelle lente, come la terra battuta, dove tendeva ad esibire la stessa tipologia e tattica di gioco, ma con risultati decisamente inferiori rispetto ad altri tennisti specializzati. Si è ritirato nel 2003. Personalmente lo ritengo il più grande dopo Rod Laver, K. Rosewall, R. Federer e N. Djokovich, assieme a Nadal, Borg e davanti a tutti gli altri.

IVAN LENDL (CECOSLOVACCHIA, 1960)

Durante la sua carriera si è fregiato di 3 Roland Garros, 3 US Open, 2 Australian Open, 5 Masters Cup (arrivando altre 4 volte in finale) – il torneo che lo ha reso celebre - ed una Coppa Davis. Non ha mai vinto il Torneo di Wimbledon3 (sconfitto due volte in Finale), per quella che rimane una pecca non da poco per un tennista del suo calibro, che ha dominato la classifica ATP nella seconda metà degli anni Ottanta (a fine carriera risulterà il giocatore dell'era open rimasto al primo posto del ranking per il maggior numero di settimane: 270, battendo il precedente record di Jimmy Connors, primato che però sarà successivamente superato da Pete Sampras, Roger Federer e Novak Đjokovic). Si è ritirato nel 1994.

ANDRE AGASSI (USA, 1970)

Durante la sua carriera si è fregiato di 4 Australian Open, 2 Us Open, 1 Roland Garros, 1 Torneo di Wimbledon, 1 Masters Cup4 (gli attuali ATP Finals, noti anche come ATP Tour World Championship) – ovvero il Campionato del Mondo di Singolare del Tennis che a fine anno vede confrontarsi i migliori 8 del ranking - ed un Oro olimpico, l'unico, sinora, ad aver vinto tutti i maggiori tornei del circuito tennistico, comprendendo il Titolo a cinque cerchi nel singolare. Vanta anche 3 Coppe Davis. È uno degli otto giocatori che nella loro carriera sono riusciti a realizzare il Career Grand Slam5 (insieme a Don Budge, Roy Emerson, Rod Laver, Fred Perry, Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic) ed è stato il primo a realizzarlo su tre diverse superfici. Tennista fra i più completi della storia, aveva nella "risposta" - definita la migliore di tutti i tempi e in grado di rimettere in gioco anche uno dei servizi più potenti mai eseguiti (quello di Andy Roddick a 240km/h) - il suo colpo più efficace. Era noto anche per il suo anticoformismo ed una forte insofferenza alle regole ed alla sobrietà. Si è ritirato nel 2006.

BJORN BORG (SVE, 1956)

E' ritenuto dalla critica uno dei più grandi tennisti di sempre, forse il migliore dell'era Open dopo Federer, Nadal e Djokovich. Vincitore di 6 Roland Garros e 5 Tornei di Wimbledon, oltre a 2 Campionati del Mondo ed 1 Coppa Davis, Borg fu uno dei pochissimi tennisti di ogni epoca a svettare sia sulla terra rossa che sull'erba. Numero uno del ranking ATP per 4 anni, contribuì negli Anni Settanta alla popolarità del Tennis, divenuto da allora tra gli sport più praticati fino ad oggi. Lo svedese Borg fu il primo a colpire la palla con il colpo diritto costantemente dal basso verso l'alto, conferendole il cosiddetto effetto in top-spin mediante rotazione del polso: i vantaggi di questa tecnica di esecuzione sarebbero poi divenuti alla portata di tutti con l'avvento dei telai in alluminio e grafite e con l'allargamento dell'area del piatto corde ma negli anni Settanta il solo Borg riusciva a eseguire con regolarità tale colpo. Giocava inoltre con il rovescio a due mani, all'epoca giudicato estremamente inelegante: insieme a Jimmy Connors fu il primo a giocare ad altissimi livelli con quel colpo mostrandone tutte le potenzialità. Pur essendo arrivato 4 volte in Finale6, non ha mai vinto l'Open degli Stati Uniti. Non ha quasi mai preso parte agli Australian Open. Si ritirò a soli 26 anni, il che rende il computo delle vittorie ancor più eclatante.

PANCHO GONZALES (USA, 1928)

Considerato fra i più grandi tennisti d'ogni epoca, durante la sua carriera – dipanatasi soprattutto prima dell'era open - si fregiò di 2 US Open, 4 Wembley Championship e 8 US Pro Tennis Championship, rimanendo per tanti anni in testa alla classifica mondiale. Autore di una parabola agonistica molto duratura, riuscì a conseguire importanti risultati persino in età molto avanzata, vincendo l'ultimo torneo a ben 44 anni (l'ultimo grande successo, l'US Pro T. C., se lo aggiudicò a 33 primavere). Il suo palmares annovera anche 1 Coppa Davis.

ROY EMERSON (AUS, 1936)

Vincitore di 12 prove di Grande Slam (3 finali perse, sempre con R. Laver), Emerson, in virtù dei suoi duri allenamenti, era in grado di cimentarsi meglio di tanti altri in estenuanti incontri, grazie al suo elevato livello di atleticità. Abile soprattutto nel "serve-and-volley", sapeva adattarsi anche in campi "lenti", il che gli permise di affermarsi su tutte le superfici. Per tantissimi anni detenne il record di vittorie agli Australian Open (6), venendo superato soltanto da Novak Djokovic nel 2019. Vanta altresì 2 successi per ciascuno dei restanti 3 tornei del Grande Slam, che ne fanno uno dei plurivittoriosi all time. Vanta inoltre 8 Coppe Davis.

ILIE NASTASE (ROM, 1946)

Vincitore di 1 Roland Garros7, 1 Us Open e 4 Masters Cup (2 volte finalista a Wimbledon), Ilie Nastase era un giocatore a tutto campo che si caratterizzò, oltre che per la forza fisica, per lo straordinario talento tecnico e la grande fantasia di gioco. Lo stesso Björn Borg dichiarò che gli riusciva difficile contrastarlo perché non sapeva mai cosa potesse fare. Amante della bella vita, non sempre riuscì a conciliare il suo privato con la disciplina di atleta, vincendo molto meno di quanto avrebbe potuto.

1Connors è stato 7 volte finalista in tornei di Slam (di cui 4 a Wimbledon).

2McEnroe è stato altresì 2 volte finalista a Wimbledon, 1 in Francia ed 1 in USA.

3Può vantare altresì 5 finali perse agli US Open, 2 al R. Garros e 2 agli Australian Open.

4Agassi in questo torneo è arrivato altre 3 volte in finale.

5Agassi è stato altresì 7 volte finalista in tornei dello Slam (di cui 4 agli US Open).

6Borg è stato altresì 1 volta finalista a Wimbledon.

7Nastase è stato altresì una volta finalista in Francia.

 
 
 
 



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