lunedì 14 novembre 2011 - Giorgio Zintu

RAI o RAI WAY, come risparmiare facendo tirar fuori altri soldi agli abbonati

Il passaggio al digitale terrestre è stato per la Rai non immune da proteste dovute alla scomparsa improvvisa del segnale, spesso imputabile o al ritardo nell’acquisto dei decoder da parte degli utenti o anche alla sostanziale incapacità, soprattutto da parte degli anziani, di risintonizzare i decoder e riordinare i canali.

Ma ora, qui a Civitavecchia, e sulla costa tirrenica circostante, ci troviamo di fronte a un fatto nuovo. Vediamo di capire cosa è successo nel frattempo. Circa quattro anni fa, con il passaggio al digitale terrestre, si impose di indirizzare le antenne che sino a quel momento ricevevano il segnale dal Monte Argentario (che avrebbe continuato a diffondere il segnale analogico verso la Toscana e parte della provincia di Viterbo) a Monte Paradiso, nell’immediato retroterra della cittadina tirrenica, dove erano già ospitate le antenne di Mediaset, La 7, etc.. E così tutto è andato avanti sino ad oggi, anzi ieri.

Infatti sabato, i giornali telematici hanno diffuso una nota del consigliere comunale dell’Idv, Vittorio Petrelli, che dal prossimo 22 novembre il segnale non sarebbe più stato diffuso dal Monte Paradiso ma dal Monte Argentario, due località che si trovano una ad est e l’altra ad ovest della città.

Interpellato il call center di RAI WAY, ci hanno spiegato che sul sito tutto era ben chiaro e che il pubblico era adeguatamente informato. Abbiamo fatto notare che qui tutti sono stati presi alla sprovvista e che sarebbe stato necessario, non solo spostare un’antenna, ma acquistarne una nuova e relativi costi. E a questo punto la signorina non sapeva più cosa dire, se non che tutto era chiaro.

Evidentemente non è così, perché, qui a Civitavecchia, ad eccezione di qualche tecnico, nessuno sapeva niente, quindi la campagna informativa non si sa chi l’abbia vista. Sul sito Internet è tutto spiegato bene.

Comunque arriva inaspettata la decisione di RAIWay che dichiara con una certa prosopopea, in apertura della pagina Internet, di essere proprietaria “della rete di trasmissione e diffusione del segnale RAI, con un ruolo da protagonisti del broadcast in Italia: più di 50 anni a servizio della radio e della televisione”, “garantendo “ai cittadini il servizio pubblico delle reti televisive e radiofoniche RAI”.

Forse i fatti non corrispondono alle opinioni se, a distanza di meno di quattro anni, le famiglie sono costrette a sobbarcarsi un nuovo costo per acquistare e installare una nuova antenna e forse una nuova centralina (visto che l’esistente servirà per ricevere il segnale delle altre televisioni). Ma in alcune zone non sarà neanche sufficiente. Parecchie abitazioni potrebbero infatti risultare al di fuori della portata del segnale del Monte Argentario e quindi le famiglie potrebbero vedersi costrette ad acquistare un impianto satellitare.

Sorge spontanea la domanda: ma se RAI Way realizza un risparmio concentrando in unico impianto (Monte Argentario) la ripetizione del segnale, perché gli abbonati devono sobbarcarsi i costi di questo risparmio? Attendiamo risposte dalla RAI o da RAI Way, per i cittadini non fa differenza.




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