giovedì 29 luglio 2021 - Associazione di volontariato Idra

Quanto è green perseverare nella sostituzione sociale in Oltrarno?

Le parole di Pancho Pardi spingono a riflettere: anche gli ultimi mohicani resistenti dovranno sloggiare?

Ventiduesima lettera alla giunta di Firenze che accompagna le note arrivate a Idra a corredo dell’adesione al Manifesto Boboli-Belvedere. Oggi, le parole di Francesco ‘Pancho’ Pardi, già senatore della Repubblica nel corso della XVI legislatura (2008-2013) e professore associato di Urbanistica all’Università di Firenze, studioso dei processi di trasformazione territoriale, in particolare dei temi legati all’ambiente e al paesaggio, su cui ha pubblicato numerosi articoli e saggi.

Su cosa ci invita a riflettere il prof. Pardi?

Intanto, sui limiti oggettivi che pone, alla mera praticabilità del piano di azione avallato da Palazzo Vecchio, la concessione di un 86% di turistico-ricettivo in quel fazzoletto proibitivo di città, in un’area fragile come il ‘Poggio delle Rovinate’: “Aprire in quel contesto l'enorme cavità ipogea immaginata per il parcheggio sotterraneo è scelta irresponsabile”.

In secondo luogo, Pardi segnala la drammatica perdita di valore cui andrebbe incontro uno spazio di qualità del vivere amato dalla popolazione: per effetto della trasformazione accordata, la collettività “sarà costretta ad assistere impotente allo snaturamento di un luogo urbano caratterizzato soprattutto dalla presenza umana rarefatta, dal riserbo e dal silenzio.

Inoltre, le caratteristiche del destinatario che beneficerebbe del generoso avallo urbanistico prospettato aggiungerebbero allo spopolamento del centro storico causato dalla resa al ‘turismo mordi e fuggi‘ un’ulteriore sgradevolissima nota di selezione sociale“Firenze ha già sperimentato i danni ormai irrimediabili del turismo mordi e fuggi e vuole ora assaggiare la tentazione del turismo per soli ricchi.” Come osservava nel suo contributo Maria Cristina François, la massiva turistificazione d’élite di Costa San Giorgio assesterebbe un ulteriore colpo all’identità dell’Oltrarno.

Pancho Pardi propone quindi un’impietosa chiave di lettura del diniego che la Giunta ha fin qui opposto alla domanda di partecipazione proveniente (com’è del tutto naturale) dal basso, dagli ultimi mohicani resistenti nelle loro case del Centro storico. Ignorati e respinti. E ne deduce una conclusione amara, che difficilmente si potrà archiviare come si trattasse di una semplice boutade: “Non stupisce che le autorità politiche cittadine pratichino la più ipocrita negazione delle esigenze partecipative”.

“Davvero niente di nuovo sotto il sole dell’urbanistica a Firenze, nonostante le copiose promesse di cambio di paradigma?”, continua a chiedere Idra a sindaco e assessori!

 

Seguirà l’intervento di Andrea DE MARCHI, professore ordinario di Storia dell’arte medioevale all’Università degli studi di Firenze.

 

 

Il contributo di Pancho PARDI

 

Qualche motivo per non approvare la variante proposta per il complesso di Costa San Giorgio.

Un rilievo essenziale è stato espresso dai geologi. Le bancate arenacee del substrato hanno giacitura a franapoggio e immergono verso l'Arno. Il luogo ha subito franosità storica messa in evidenza anche da divieti granducali a costruire. Aprire in quel contesto l'enorme cavità ipogea immaginata per il parcheggio sotterraneo è scelta irresponsabile.

La vendita del bene pubblico a privati affinché ne facciano ciò che vogliono unicamente in vista del proprio guadagno è l'ennesima sconfitta nella difesa dei beni culturali comuni. L'alienazione è tutta a favore del privato, la collettività non riceve alcuna compensazione per il danno subito. Anzi sarà costretta ad assistere impotente allo snaturamento di un luogo urbano caratterizzato soprattutto dalla presenza umana rarefatta, dal riserbo e dal silenzio.

Il progetto della teleferica che vorrebbe concedere al nuovo paradiso del capitale privato il godimento di un suo personale legame con il Forte Belvedere è più che scandaloso. Sorvola abusivamente il giardino di Boboli per offrire all'utente privato la scenografia di lusso stupefacente per irretire clienti danarosi alla ricerca di emozioni esclusive. Firenze ha già sperimentato i danni ormai irrimediabili del turismo mordi e fuggi e vuole ora assaggiare la tentazione del turismo per soli ricchi.

Non stupisce che le autorità politiche cittadine pratichino la più ipocrita negazione delle esigenze partecipative. La partecipazione, inutilmente formalizzata con legge regionale, va bene solo se è rigorosamente finta. Costruita ad hoc con interlocutori compiacenti, come i commensali manzoniani che si limitavano ad annuire.

Sotto questo profilo l'operazione Costa San Giorgio si iscrive nella stessa logica che guida lo smantellamento delle Alpi Apuane fino al consumo definitivo del suo patrimonio marmifero. La Regione Toscana con la retorica della sua incomparabile personalità storica, paesistica e culturale nasconde invece proprio la demolizione dei suoi caratteri originali.

 

Post scriptum: se i soldi guadagnati con l'alienazione del bene pubblico saranno spesi con questa logica c'è da tremare.




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