Pronostici divergenti

Ora che Mussoloni sembra esser giunto al dessert, molti commentatori politici si stanno lanciando in pronostici per l’avvenire. Si tratta di un’attivita’ ludica di grande soddisfazione – almeno momentanea – per chi la compie. Visto che non costa nulla mi diverto pure io.
Non stupirà se il nostro pronostico sarà divergente da quello della maggioranza degli opinionisti, sono le premesse che fanno la differenza. I più si pongono la domanda: “Come si organizzerà l’opposizione (intendendo con questo tutto ciò che non è Mussoloni) per prendere le redini del governo?” L’idea delle masse è che Mussoloni da una parte e gli altri dall’altra facciano tutto il possibile per raccogliere il maggior numero di voti e che il più abile finisca per prevalere. Di conseguenza il dibattito finisce per concentrarsi sulle proposte elettorali e ci si convince che le eventuali alleanze e ridisposizioni degli attori sul campo politico dipendano da ciò.
Noi invece partiremo dall’idea, forse un po’ naive, che tutto questo conti poco. Secondo noi c’è un gabinetto di analisti politici all’opera per ridisegnare la trama della politica italiana. Questo team internazionale di analisti, inizialmente, non si pone affatto il problema delle proposte elettorali e della raccolta dei voti. La domanda preliminare a cui cerca una risposta è puramente teorica: “Qual è la formula più adatta per avere le persone giuste al posto giusto?” e solo in seconda battuta interviene la questione pratica: “Come convinciamo le masse che hanno scelto loro questa formula e queste persone?” Funziona così da quando Goebbels inventò la propaganda come oggi la intendiamo. Il problema non è più - se mai lo sia stato - quello di allineare le proposte politiche all’elettorato ma di allineare l’elettorato alla formula scelta dall’élite dominante.
Procedere per questa via rende tutto più semplice anche per noi. L’esperienza ci insegna che il popolo italiano preferisce di gran lunga farsi fottere dal centro, ne avevamo parlato tempo addietro. I tentativi, tutti americani, di introdurre una qualche forma di bipolarismo nel Bel Paese non hanno riscosso vero successo. Ci provarono nel 1946 (dopo la seconda guerra mondiale) ma poi prevalse il pentapartito, ci provarono nel 1994 (dopo tangentopoli) ottenendo maggior presa mediatica ma anche in quel caso i due presunti antagonisti finirono per giocarsela a ridosso della linea mediana del campo politico. Forse questa volta i demiurghi desisteranno dal lanciarsi in un terzo tentativo e ci daranno quello che vogliamo, ossia un bel centro corposo in cui la concertazione (il magna magna) sia la norma e non l’eccezione. Io credo che sia ora.
Oggi viviamo in una società tristemente “economica” ed interpretarla secondo paramentri ideali che non siano l’interesse finanziario è fuorviante. Vorremmo farlo, ma finiremmo per discutere di massimi sistemi ed i nostri pronostici assomiglierebbero a quelli degli altri. Consiglio la lettura di questo articolo e di questo per aver chiara la situazione.
L’obiettivo finale del Cerchio Sovrastrutturale – come taluni amano impersonalmente definirlo per averne meno paura – è di stipendiare chiunque ricopra una carica elettiva o di nomina così da poterlo controllare direttamente secondo un vecchio adagio mai sopito: “Io pago, io pretendo. Il miglior dipendente nell’ultimo ventennio non è stato certo Mussoloni. Controllabile sì, in quanto soggetto a qualsiasi ricatto, ma tremendamente inaffidabile. Nel 1994 lo misero dove siede tutt’oggi promettendogli che non avrebbe terminato i suoi giorni in una prigione di massima sicurezza, in cambio non avrebbe dovuto far altro che intrattenere il popolo italiano e ratificare ciò che arrivava da Bruxelles, o Strasburgo che dir si voglia. Mussoloni ha assolto ai suoi doveri ma si è lasciato prendere un po’ la mano, ora come ora appare ingestibile. Per questa ragione sono convinto che nel futuro sarà relegato ad un ruolo di second’ordine o spedito all’estero nella speranza che la gente, i giudici e la mafia si dimentichino di lui. Il vero eroe italiano dell’Elite finanziaria globale, quello che ha saputo fregare la gente senza minimamente insospettirla, è stato Romano Prodi che in questi lidi amiamo chiamare Faccia di Lasagna. Tra il 1996 ed il 2001 ha fatto tutto quello che c’era da fare: ha regalato l’industria pubblica ai privati giusti (ossia ai referenti dell’Elite globale nel panorama industriale: non solo Confindustria e non solo italiani) e lo ha fatto abbindolando una nazione intera. “Entrare nell’Euro!” fu lo slogan e tutti vollero buttarcisi a pie’ pari.
Oggi sappiamo che immensa disgrazia sia stata.
Parliamoci chiaro, da tempo ormai immemorabile lo Stato Italiano non conta – e non serve – a nulla. Le leggi nazionali che andavano fatte furono completate decenni orsono. Oggi come oggi lo Stato è mera amministrazione locale. Non a caso negli ultimi due anni il Parlamento ha “ideato” sì e no una decina di leggi di cui buona parte dedicate all’immunità dei suoi componenti. Le altre sedute, non poi molte, noiose e semi-deserte, sono state dedicate alla ratifica, cioè all’accettazione prona, di delibere dell’Unione Europea di cui sfido chiunque a citare gli autori. Del doppio ruolo della classe politica italiana ormai resta solo quello scenico. La classe politica italiana ha ormai solo una cosa da fare: distrarre la gente comune.