mercoledì 28 giugno 2023 - Giuseppe Aragno

Prodigi della guerra d’Ucraiana

Leggetela con clemenza questa povera riflessione figlia della senilità e di una sempre più sconsolata assenza di confronto. Si tratta della faticosa ricerca di una via d’uscita da questo nostro tempo che scrive la Storia senza la Filosofia.


Da ieri sono tutti leninisti: liberali, liberisti e marxisti. Il passato non trova il filo del futuro.
Questa guerra antica quanto l’uomo, macello di eroi per forza, assassina di ogni verità, teatro di scannamenti, sventramenti e spappolamenti, ricorda agli smemorati, che l’antichissimo Impero Romano crollò, quando mise a difesa dei suoi sconfinati confini barbari mercenari e invano Stilicone, generale barbaro, guidò la disperata riscossa, quando Unni, Goti e Visigoti si rivoltarono contro l’opulento Impero e lo misero a sacco.

La cenere, sopravvissuta al ferro e al fuoco, fu la semenza di un cupo evo di mezzo. Ma l’umanità non apprese la lezione e siamo a oggi, al cuoco di Putin, all’eroe di Rostov, d’una battaglia che non si è combattuta, al generale di barbari musicisti, che giunto alle porte di Mosca se n’è tornato indietro, come Annibale di fronte alle mura di Roma. 
E’ vero, sì, secondo i testi sacri, solo un guizzo di ribelli, di masse rivoluzionarie, potrebbe tirarci fuori dal nuovo e questa volta nero Medioevo che ci attende. Ma la storia è beffarda e dipende anche dal caso, da dettagli secondari, quali sono le gambe su cui marciano le belle idee progressive, dirette all’orizzonte del sol dell’avvenire.

Se le masse non giungeranno celermente al Palazzo d’invero, luogo del passato e confine del futuro, il veleno della guerra ci condurrà alla fine della Storia. Alla nostra fine. Colpa di chi, come me, non si sforzò di capire quanta verità ci fosse nella parte meno letta dei testi sacri: i barbari, o se volete i capitalisti, sono i semi dell’autodistruzione.
L’hanno capito, pare, ragazze e ragazzi che forse che non sanno di Lenin; occorre perciò sperare nella marcia il più possibile veloce d’una nuova rivoluzione, quella che corre sulle gambe vituperate dell’ultima generazione.  

Foto Pexels




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