martedì 1 settembre 2009 - Enzo Di Micco

Primarie PD, Pittella a Bersani: "Costruire un recinto di alleanze"

“Non si può pensare di aspettare che i nostri nipoti si organizzino per battere Berlusconi - ha detto - Dobbiamo partire con un Pd forte , costruire un recinto di alleanze con l’Udc di Casini, con i Verdi, Socialisti e Sinistra radicale chiarendo il rapporto con Di Pietro”.

NAPOLI - “Con Franceschini non ho nulla di personale. Anzi, ammiro Dario per quanto e come a fatto per mantenere in vita gli schemi organizzativi del partito.” Più o meno ha detto cosi il vice presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella alla manifestazione di apertura per le primarie del 25 ottobre, che ha promosso la candidatura di Pierluigi Bersani alla guida del Pd. Posta in gioco, dunque, la poltrona più ambita all’interno del Partito Democratico. Tre i candidati, Bersani, Franceschini e Ignazio Marino. Pittella, accanito sostenitore di Bersani si è immerso nell’oscuro abisso della politica nazionale e dei relativi insuccessi del centrosinistra lanciando un significativo monito: “Non si può pensare di aspettare che i nostri nipoti si organizzino per battere Berlusconi - ha detto - Dobbiamo partire con un Pd forte, costruire un recinto di alleanze con l’Udc di Casini, con i Verdi, Socialisti e Sinistra radicale chiarendo il rapporto con Di Pietro”.

Poi come San Severino, evangelizzatore delle zone danubiane che parla di Cristo ai fedifraghi, ma con la sola differenza di essere ex comunista, il buon Pittella è passato alla predica illustrando alla platea i comandamenti di Bersani: quattro i punti cardini per la buona giuda del partito. In primo luogo - ha spiegato - Bersani vuole dare un entità chiara a questo partito fondandolo su un principio, un valore che abbaiamo un pò trascurato negli ultimi anni che è il valore dell’eguaglianza; secondo: perché Bersani delinea un programma per il Paese. Non esiste una questione settentrionale ne meridionale. Esiste, invece, la necessità di dare un ruolo al mezzogiorno come al nord nell’interesse dell’intero Paese. E questo Bersani lo fa rilanciando un meridionalismo attivo e propositivo; terzo: delineare un partito organizzato sul territorio dando valore ai circoli e agli iscritti e non chiudendo porte alle primarie , che siano però primarie regolamentari. Infine prefigurare un perimetro di alleanze che sia un credibile schieramento alternativo all’attuale centrodestra,con una credibile possibilità di vittoria”. Ma nella premessa del suo intervento Pittela una sviolinata se l’è fatta da solo: “Sono a disposizione per il ruolo che svolgo non solo come europarlamentare ma anche per la carica conferita da poco quale vice presidente vicario del Parlamento europeo”. E non è una cosa di poco conto sul piano del prestigio. Poi ha aggiunto: “essere vice presidente del Parlamento europeo credo che sia uno dei massimi traguardi che un parlamentare possa raggiungere, non su designazione di partito o di gruppo, ma sulla base dei voti presi a scrutinio segreto”. Per Pittella, insomma, vale a dire che “se tu pigli più voti degli altri tredici candidati, sei un vero vice presidente, altrimenti sei un vice normale, come dire, di poco conto. “Io credo - ha detto ancora - che per questo ho lavorato bene, perciò sono stato designato tale. Orgoglio per me, si, ma è un prestigio per il Partito democratico che in futuro dovrà dimostrare di essere saldo, avere i piedi per terra”.



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