lunedì 7 gennaio 2019 - Aldo Funicelli

PresaDiretta, le nuove inchieste: l’energia di ieri e l’energia di domani

La prima puntata della stagione 2019 di Presadiretta è dedicata ai combustibili fossili, quanto siamo ancora dipendenti da questi, e alle energie rinnovabili.

Un servizio, quello di Riccardo Iacona e della squadra di giornalisti, che è legato al tema dei cambiamenti climatici cui Presa diretta aveva dedicato un'intera puntata l'anno scorso: una puntata dove si mostravano i ghiacciai che si ritirano, gli inquinanti che contagiano anche i ghiacci al Polo nord e come questi cambiamenti influiscano poi sulle stagioni che stiamo vivendo.
Mesi di siccità (dove poi gli inquinanti si concentrano nell'aria, causando malattie alle vie respiratorie) intervallati da episodi violenti di tornado e cicloni, come di recente capitato sulle alpi bellunesi.
Ieri a Milano si registravano temperature superiori alla media mentre dal sud arrivavano immagini di spiagge imbiancate dalla neve.
Ma per il Messaggero (numero di sabato 5/1) la neve al sud tranquillizzava tutti gli allarmi sul riscaldamento globale.
 
Gli effetti delle nostre politiche energetiche e industriali sono un tema da prendere tremendamente sul serio, perché è vero che siamo ancora in tempo per fare qualcosa, prima che sia troppo tardi. Cosa che non stanno facendo i governanti dei paesi industrializzati, che periodicamente si riuniscono per procrastinare o per non decidere.
 
 
Gli accordi di Parigi, quelli da cui l'America di Trump si è sottratta, limitano a 2 gradi l'innalzamento della temperatura globale: ma se vogliamo salvare il pianeta (ovvero le generazioni che verranno dopo di noi) dobbiamo spingerci oltre, ad 1.5 gradi. Lo dice rapporto dell'istituto IPCC, Il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici, basato su 6000 referenze di ricerche scientifiche che arrivano da tutto il mondo.
E dobbiamo anche fare in fretta: entra il 2030 dobbiamo ridurre le emissioni di co2 del 45%, per azzerarle del tutto nel 2050.
 
Ma i paesi sono restii a portare avanti queste politiche, non si fidano l'un l'altro e, come nel caso di Trump, considerano addirittura il riscaldamento globale una bufala.
 
In Italia dove abbiamo sole, vento, acqua, ancora andiamo a trivellare al largo delle coste per cercare petrolio da estrarre: lo faceva il governo Renzi (che pure aveva cercato di dare mano libera alle imprese col Salva Italia) e lo fa ancora il governo del presunto cambiamento di Di Maio e Salvini.
 
Il titolo dell'inchiesta è “il lungo addio” non a caso, perché si racconta delle difficoltà dei paesi (anche il nostro) nell'abbandonare il fossile.
 
Sul sito di Lifegate trovate una anticipazione che racconta proprio di questo:
 
In Italia, ad esempio, nei combustibili fossili vengono ancora investiti 14 miliardi di euro l’anno e parte dei costi finisce nelle nostre bollette. La strategia energetica nazionale, approvata dal governo nel 2017, impone la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2025, peccato che ce ne siano ancora otto che funzionano a pieno regime tra cui quella di Cerano, a Brindisi, che è la più grande. Interromperne l’attività non sarà immediato sia perché offrono lavoro a svariate persone sia perché continuano a soddisfare una percentuale non indifferente del nostro fabbisogno energetico (il 13,2 per cento nel 2015).
Nel 2016 abbiamo consumato 1,27 milioni di barili di petrolio al giorno, pari a un consumo annuale di quasi otto barili per ogni cittadino. I reporter di Presadiretta conducono lo spettatore alla scoperta delle Eolie, uno degli angoli più affascinanti d’Italia che per alimentarsi potrebbe sfruttare vento e sole, invece si affida ancora al gasolio. Un decreto ministeriale del 2017 ha invitato tutte le isole minori ad ottenere l’elettricità da fonti sostenibili, ma secondo Legambiente nessuna ci è riuscita.
 
Ma se i governi si stanno comportando in modo quasi infantile, a livello locale qualcosa sta succedendo: l'Italia è il terzo paese nell'Unione Europea per consumo di energia da fonti rinnovabili, tanto che nel 2016 ha rappresentato più del 38 per cento dell’intera produzione elettrica.
 
 
Raffaella Pusceddu, una delle giornaliste che ha curato il servizio, racconterà delle cooperative energetiche, fattorie energetiche che producono energia tramite il fotovoltaico e che trasformano il consumatore in produttore.
A Verona c'è la WeforGreen: questa cooperativa installa pannelli (anche di centrali bioelettriche) e li vende in quota alle persone che decidono di autoprodursi energia e condividerla coi soci.
Tra questi anche la Carrera, società del settore dell'abbigliamento, che ha deciso di condividere con gli altri l'energia prodotta dai propri pannelli.
L'AD di Carrera, Gianluca Tacchella, racconta del perché di questa scelta fatta sei anni fa, ovvero consegnare a chi verrà dopo di noi un ambiente almeno altrettanto bello come quello che abbiamo ricevuto.
 
Ospite in studio nella prima puntata sarà. l'ex presidente dell'Istituto superiore di sanità, Mario Ricciardi.
 
La seconda inchiesta della puntata riguarderà Bari (“Bari giustizia al capolinea”), il capoluogo pugliese che dall'estate scorsa non ha più un Tribunale perché dichiarato inagibile.
I processi vengono svolti nelle tende della protezione civile (in un primo momento) col risultato di rallentare la macchina della giustizia a Bari che rischia di collassare.
gennaio avrebbe dovuto essere pronto un nuovo palazzo, affittato dal ministero in via Dioguardi
 
La scheda della puntata: Fossile, il lungo addio (qui la pagina FB)
 
FOSSILE, IL LUNGO ADDIO”
OSPITE IN STUDIO WALTER RICCIARDI, EX PRESIDENTE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
 
Da lunedì 7 gennaio torna PresaDiretta con 9 appuntamenti in prima serata su Rai3

L’ospite in studio che aprirà la prima puntata è Walter Ricciardi, ex presidente dell’istituto Superiore di Sanità. Intervistato da Riccardo Iacona parlerà dei rapporti con il Governo e delle ragioni delle sue dimissioni di poche settimane fa.
La prima puntata di questo ciclo intitolata “Fossile, il lungo addio”, è dedicata al mondo dell’energia, per capire quanto fossile c’è ancora dietro le nostre lampadine.Petrolio, gas e carbone, tra i principali responsabili della produzione di CO2 e del cambiamento climatico, costano alle casse dello Stato circa 14 miliardi di euro l’anno in incentivi diretti e indiretti. La sfida per attuare una radicale inversione di tendenza nelle politiche energetiche insomma, è cruciale.
Le telecamere di PresaDiretta hanno viaggiato da nord a sud per scoprire le contraddizioni nelle scelte energetiche e le occasioni mancate per dotare il paese di una più ampia rete di produzione di energia pulita. Come mai per esempio tutte le isole minori hanno energia prodotta da impianti a gasolio? E quanto paghiamo davvero in bolletta per trivelle e rigassificatori? E a che punto siamo con le autorizzazioni per la ricerca e l’estrazione del petrolio? Nel paese sono ancora attive 8 centrali a carbone, cosa c’è nella tabella di marcia per la decarbonizzazione prevista dagli accordi di Parigi?
PresaDiretta è andata nei paesi più “indisciplinati” d’Europa sul piano del contenimento del riscaldamento del clima, Polonia e Germania. Gli Stati che più di tutti gli altri contribuiscono alla creazione di CO2 in quanto fanno ancora un uso massiccio del carbone per produrre energia.
E poi il punto sullo stato di salute delle energie rinnovabili, sulla ricerca e l’innovazione in questo campo e lo straordinario esempio delle “comunità energetiche” che fanno del cittadino non solo un consumatore ma anche un produttore di energia pulita. Si tratta di microreti che producono e gestiscono in modo intelligente energia rinnovabile. Il risultato è un modello virtuoso: energia pulita e bollette sempre più leggere.
La seconda pagina della puntata è dedicata all’inchiesta “BARI GIUSTIZIA AL CAPOLINEA”.Dall’estate scorsa, il capoluogo pugliese non ha più un Tribunale perché l’edificio è stato dichiarato inagibile. I processi sono stati spostati nelle tende della Protezione Civile con esiti drammatici: migliaia di notifiche da rifare, appuntamenti cancellati, appelli e sentenze rimandati. Poi anche la tendopoli è stata chiusa. La giustizia a Bari è in ginocchio.
FOSSILE IL LUNGO ADDIO” e “BARI GIUSTIZIA AL CAPOLINEA” sono un racconto di Riccardo Iacona con Raffaella Pusceddu Andrea Vignali Elisabetta Camilleri, Danilo Procaccianti Luis Mastropaolo Torchia Massimiliano



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