mercoledì 25 luglio 2018 - Marina Serafini

Preparazione

Persone che si fanno del male perché non sanno rinunciare a un pensiero. Persone che fanno del male perché non sanno evitare un pensiero. Volti amici che non sorridono più ed espressioni provate che si portano dietro corpi pesanti, resi lenti da ciò che è contenuto nelle ossa del cranio.

Pensiamo volteggiando nervosi un pò avanti e un pò indietro, e ripassiamo ancora su quelle curve quando ci sembra di aver trovato qualcosa, che poi ci sfugge, ed ecco che ricomincia il giro...

Ci sentiamo migliori di altri viventi eppure, spesso, stiamo peggio di loro. Ci raccontiamo la storia della razza migliore, civile ed evoluta, intanto che roviniamo tutto ciò che ci serve, e abbiamo paura di regalare un sorriso... 

Dirottiamo noi stessi agganciati dagli odori fasulli che portano i venti, e ci avviciniamo l'un l'altro in dimensioni irreali, rassicurati di non essere troppo scoperti.

 "Abbiamo dimenticato come si sta all'aperto": la frase rimbalza dall'ultimo film di Spielberg che ho visto (Ready player one), in cui uomini e donne vivono ciecamente immersi in una realtà virtuale ipertecnologica, la cui forza ha surclassato l'interesse per la vita reale.

 E la vita, quegli uomini, non la curano più, non vi cercano stimoli, e non si interessano più a migliorarla. 

Si sono distratti, dimorando in un altrove che, pure, però, vi è radicato. Ma questo non sanno vederlo, così si confinano in ambienti irreali, tra compagni altrettanto fasulli ("tu vedi di me solo ciò che io voglio farti vedere"), rinunciando a curare se stessi nel proprio mondo.

Il nostro futuro, forse, o di una gran pletora di individui.

Oggi ho pulito, sgrattando con la spazzola di ferro, diversi metri di muro: le pareti preventivamente trattate con un prodotto in grado di eliminare le muffe; ho impastato del cemento, e un pò per volta, bagnando i buchi che dovevo sanare, li ho colmati con l'impasto ottenuto. 

Ho coperto anche le crepe, lunghe e profonde sulla superficie sbiadita.

Ho spazzolato via tutto, poi, ho pulito bene la base... E così potrò verniciare! 

 Ho un bel pennello, massiccio e pesante, che attende vicino all'ingresso il suo grande momento. Un pò su e un pò giù, e poi le strisce trasversali, rigorosamente in punta di pennello. 

So farlo, ho imparato osservando e ascoltando, e poi provando in prima persona.

 La preparazione è il 90 %, mi dice l'amico, ed io lo so che è vero. 

Ed è forse per prepararci che continuiamo a pensare, giriamo e rigiriamo gli eventi simulandone a mente le potenziali sequenze, ma stiamo solo volando, i nostri piedi non poggiano più.... 

Voliamo nell'etere dimenticando la terra, e abbandoniamo così la vita reale. Perchè essa è dura, perchè non scivola bene, perché a volte ci opprime obbligando una selezione di scelte.

Ma la preparazione è importante, e continua ogni giorno per ogni giorno a venire. 

Non inizia e non finisce: la preparazione è la vita! 

Guai a fermarci, guai a rinunciare! Ogni momento esperito, sembri pure di poca importanza, è li che ci plasma, e ci dirige, orientando la mossa ulteriore. 

Siamo nel gioco, ed allora si giochi!

Detto tra noi seriamente: può capitare che si cominci col prenderci gusto...




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