sabato 14 agosto 2010 - Professional Consumer

Precario il lavoro, precario il reddito: precari gli acquisti

Perché si rende precario il lavoro se il reddito che ne deriva foraggia gli acquisti che consentono all’economia di crescere?

Oibò, perché si continua a ritenere che occorra dar premio di corposo profitto alle imprese per produrre, generare ricchezza e magari dare pure ristoro al bisogno dei Consumatori: che tenerezza!

Ma fatemi il piacere.

Rimettiamo le cose in ordine.

La regola aurea, che governa l’economia dei consumi, dice che occorre acquistare ben oltre il bisogno e consumare per smaltire il prodotto e far nuovamente produrre, per dare continuità al ciclo produttivo, sostanza alla crescita economica.

Appiccicata alla prima, la seconda regola dice che la crescita economica rende l’esercizio dell’acquisto una pratica indifferibile, indi per cui poscia, obbligato l’esercizio del consumo: un lavoro!

Et voilà la terza regola. Afferma: occorrono redditi adeguati per poter acquistare, quindi consumare, al fin di far crescere l’economia.

Se tanto mi dà tanto quel lavoro precario, ed i redditi insufficienti che ne derivano, impallano il meccanismo economico.

Si dirà: ma la precarietà è una delle forme della flessibilità di cui l’impresa ha bisogno per essere competitiva sul costo del prodotto e vendere di più.

Già e quel prodotto, prodotto in più, con quali denari potrà essere acquistato?

E se non acquistato, chi vorrà nuovamente produrre?

Così si rompe il giocattolo!

Per salvare capra e cavoli non resta allora che remunerare il lavoro di consumazione che, ancorchè indifferibile, garantisce lo smaltimento di quanto prodotto e fa nuovamente produrre.

Chi paga?

Quelli che, approfittando dell’obbligo di consumazione dei coscritti, vedono ridotto il rischio d’impresa e garantiti gli utili.

Con quale moneta?

Ridotto il rischio di non smerciare il prodotto, si deve ridurre il profitto che  remunera quel rischio: quelle moneta va redistribuita!

Onorevoli politici tocca a voi.

Questo è il vostro mestiere: datevi da fare, il tempo stringe.




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