mercoledì 28 febbraio 2018 - La bottega del Barbieri

Potere al Popolo | Il Fascismo è un reato, non un’opinione

Questa è la lettera di Rina Zardetto – capolista a Reggio Emilia per “Potere al popolo” – inviata al direttore di “La gazzetta di Reggio” in cui spiega, fra l’altro, perchè non è rimnasta nello studio tv con Casa Pound

Gentile direttore,

mercoledì mattina sono stata ospite di “Buongiorno Reggio”. Erano state invitate 5 forze politiche, tra queste Casa Pound. Il sorteggio ha fatto sì che fossi la prima a parlare. I due minuti concessi per i punti programmatici li ho utilizzati solo a metà e nell’altro minuto ho cercato di spiegare perché come lista Potere al Popolo ritenevo inopportuno restare nello studio con Casa Pound. 

Il pensiero dilagante è: “hanno raccolto le firme, dunque hanno diritto a presentare il programma ed essere invitati ai confronti.” La Rai pubblica e altre tv li chiamano oramai a tutti i programmi.

Questa operazione di “sdoganamento del fascismo” – condotta contemporaneamente a forme di negazionismo, locale, nazionale ed europeo – è iniziata in modo evidente in Italia almeno 20 anni fa.

Inizia a Trieste con Violante e Fini – “I morti sono tutti uguali” – e persevera nella intitolazione di vie nei Comuni italiani, compreso il busto di Graziani e relativo sacrario nel 2012 in provincia di Roma; l’esposizione del busto di Mussolini a Cesenatico; la medaglia al merito da parte dell’allora sottosegretario Graziano Del Rio al repubblichino Mori di Parma. Il saluto romano, con sentenza di questi giorni, fatto dagli imputati non è stato ritenuto tale. Per i giudici di merito è stata dirimente la natura puramente commemorativa della manifestazione. E tante altre … che l’elenco diventa lunghissimo.

Senza contare pseudo storici come David Irving definito dalla Corte Britannica “attivo negatore dell’Olocausto“, antisemita e razzista, nonché “associato con degli estremisti di destra che promuovono il neonazismo“, dove “per le sue ragioni ideologiche aveva continuativamente e deliberatamente manipolato e alterato l’evidenza storica”.

Questo semplicemente per delineare il quadro che ha portato lentamente all’oggi, anche se fatto in alcuni casi “in buona fede”. Oggi un ministro dell’Interno crede di poter affrontare lo sdoganamento dei partiti neofascisti relegandolo a ‘banale’ questione di ordine pubblico. Questo approccio si risolve puntualmente in cariche indiscriminate contro chi cerca di impedire il dilagamento delle idee razziste, xenofobe e violente di partiti come Casapound e Forza Nuova. E mentre gli esponenti di questi gruppi che si richiamano esplicitamente al fascismo vengono protetti, le forze democratiche vengono picchiate e denunciate.

  • Pavia: 25 skinheads a volto coperto contro cinque ragazzi inseguiti al grido di “negri figli di puttana”.
  • Il giorno precedente a Roma: due militanti di Casapound condannati per aver picchiato e derubato un ragazzo.
  • Qualche giorno prima l’attentato fascista di Macerata a opera del candidato della Lega Luca Traini che apre il fuoco prendendo di mira i neri e ferendone sei.
  • A fine gennaio a Torino alcuni studenti picchiati all’uscita di scuola dai militanti di Blocco studentesco.
  • Due settimane prima a Genova un militante antifascista viene circondato, picchiato e accoltellato due volte alla schiena da militanti di Casapound. La lista si allunga e le modalità si ripetono: la premeditazione, i coltelli, il volto coperto, la vigliaccheria dei molti contro pochi.

Il 7 febbraio ho scritto una lettera al prefetto di Reggio Emilia, Maria Forti, dove ho espresso sgomento e preoccupazione per il moltiplicarsi di eventi, come la tentata strage del 3 febbraio a Macerata, i quali, sulla base del richiamo esplicito al fascismo, fomentano odioe incitano alla violenza di stampo razzista. Ritengo che tale tipologia di atti – che ottengono copertura politica e giustificazione morale sulla base di un presunto pericolo costituito dalla presenza di migranti nel territorio nazionale – possano ripetersi anche in altre aree del nostro Paese e, nello specifico, anche a Reggio Emilia e nella nostra provincia. Fatti i dovuti richiami alle leggi vigenti (XXII disposizione transitoria, Lg. 645 del 1952, Convenzione di New York del 1966, Lg. 205 del 1993) chiedo perché sollecitati da una parte della cittadinanza di sciogliere organizzazioni quali Forza Nuova e Casapound o, in subordine, di escluderle dalla competizione elettorale in vista del concreto pericoloche, attraverso gli strumenti della democrazia, le istituzioni vengano contagiate dal virus fascista e razzista; e di non concedere più alle suddette organizzazioni neofasciste l’autorizzazione a occupare spazi pubblici a Reggio Emilia e nel territorio provinciale per il concreto pericolo di incitamento alla violenza e di turbamento dell’ordine pubblico. Inoltre come Lista Politica ci riserviamo in tutti i casi l’eventualità di presentare esposto di analogo contenuto alla Procura della Repubblica ai fini dell’apertura di un fascicolo d’indagine a carico delle suddette organizzazioni neofasciste.

Ci sembra paradossale che dobbiamo essere noi a ricordare al ministro, che ha giurato sulla Costituzione, che il fascismo non è un’opinione, ma un reato.  Potere al popolo chiede lo scioglimento delle organizzazioni fasciste così come prevede la Costituzione e chiede il sequestro dei loro beni come avviene per i beni dei mafiosi. Esse sono state ammesse alle elezioni dal ministero dell’Interno e dunque dal ministro Minniti. Il legame di Casapound con il fascismo non è presunto ma confessato e anzi rivendicato dal loro stesso leader Di Stefano: “Siamo gli eredi della tradizione della Repubblica Sociale Italiana, siamo fascisti, non è un reato”. Ecco perché molto brevemente mi sono alzata e sono uscita dallo studio di “Buongiorno Reggio” dove per rispettare la legge si danno gli spazi a chi le leggi per troppi anni le ha sottese e ignorate.

Inutile che Costa Andrea del PD dica che era meglio se stavo là a dire le mie ragioni. La violenza che racchiudono certe formazioni al loro interno e che sviluppano attraverso il disconoscimento dell’uguaglianza e del rispetto fra tutti gli esseri umani non comporta un confronto per spiegare le mie ragioni. Questo non ci farà certo retrocedere dall’opporci al dilagare del fascismo. Continueremo a difendere con forza i valori di solidarietà e tolleranza dei quali siamo portatori.

Rina Zardetto, capolista plurinominale alla Camera collegio Reggio Emilia-Parma-Piacenza




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