lunedì 15 aprile 2013 - Zag(c)

Poste Italiane, un esempio di efficienza

Vi ricordate Berlusconi quando si pavoneggiava delle Poste Italiane e il PD gli stava dietro? Ma si che ve lo ricordate! Si presentava con i dirigenti di Poste e elogiava la privatizzazione effettuata, l'efficienza raggiunta e sopratutto la professionalità nell'aver trasformato un'azienda postale in una banca per il risparmio. E le lettere? Le assicurate e le raccomandate da Roma centro a Roma periferia ci impiegano 3 giorni, e dal Sud a Roma anche una settimana.

Ma chi vuoi che scrive piu sul cartaceo, ormai c'è la posta elettronica e quella certificata! Intanto molti degli uffici statali e dei fornitori di servizio vogliono le lettere raccomandate, in quanto la e-mail non dà certezza. Quanto poi alla posta certificata, anche se c'è una legge che obbliga gli uffici statali ad usarla per obbligo, in realtà un'impiegata della questura di Livorno, tra l'altro precaria, mi spiegò che loro non hanno nemmeno il tempo per pisciare figuriamoci per leggere la Posta Certificata e che fra l'altro nessuno dei loro capi uffici le aveva mai autorizzato a smaltirla a rispondere, né tantomeno ad utilizzarla.

Per cui le e-mail giacciono li a impolverarsi di bit. Devo dire ad onor del vero che solo l'INPS mi manda il CUD via Posta Elettronica Certificata. Quando ce vò ce vò.

Ma che stavo a dire? Ah sì! L'efficienza delle Poste. Ora dal punto di vista dell'efficienza basta andare in un ufficio postale in un'ora qualsiasi di un giorno qualsiasi per rendersi conto di cosa stiamo parlando!

Ma è della spending review che voglio dirvi. Ho una nipote che tempo fa fece domanda e fu assunta a tempo determinato come porta lettere. Gli diedero il suo bravo scooter 50 e vai con quegli enormi portapacchi davanti. Pioveva, lei che non era mai andata in scooter, ad una curva scivolosa sbandò cadde e si ruppe il femore.

Infortunio, intervento chirurgico, e al termine del quale fu licenziata. Rimase a fare la casalinga. Poi leggemmo di ricorsi fatti da migliaia di giovani nelle sue stesse condizioni e quindi la spinsi anch'io a farlo. Lei era timorosa e quasi si vergognava per essersi infortunata sul lavoro. Eppure l'aveva detto al suo capo che non sapeva condurre uno scooter! Non l'aveva fatto mai, prima di allora. Ma niente da fare. L'ordine di servizio era quello, e quello doveva fare!

Il ricorso fu accettato e lei come migliaia di altri giovani, riassunta a tempo indeterminato. La gioia e la felicità per la svolta che aveva preso la sua vita (nel frattempo il marito era stato licenziato) fu ben presto offuscata, una volta saputa la destinazione.

Un paesino sperduto in provincia di Crotone sulla Sila! Ben presto si fece passare i dubbi (aveva un mutuo, due figli piccoli e un marito disoccupato), prese il treno del Sud e si presentò sul posto di lavoro.

Il paesino non aveva numeri civici e nemmeno le insegne della toponomastica e la posta si doveva consegnare chiedendo l'ubicazione ai passanti o bussando alle porte a casaccio. Poi sarebbe venuta l'esperienza, le conoscenze. In fondo era un paesino di montagna, la neve era coperta dalla neve e ci abitavano circa 400 anime. 404 con la sua famiglia. 
E che ce vò?

Anche questa volta le fu consigliato di fare ricorso, come molti suoi colleghi avevano fatto e facevano. Ora ha vinto il ricorso (come tutti i suoi colleghi) e il giudice ha intimato l'azienda a dargli una destinazione al massimo lontana 50 KM da casa.

Risultava evidente che quella destinazione le era stata assegnata per procurare un suo rifiuto. E in molti casi, facendo così, l'obbiettivo era stata raggiunto!

Ora, al di là degli aspetti umani, sociali, legali. Io mi chiedo: ma una azienda del genere e sopratutto il dirigente addetto al personale è da annoverarsi fra quelli di alta professionalità e efficienza e diligenza? Ma alla fine fra licenziamenti, corsi e ricorsi, spese legali e indennizzi vari a migliaia di dipendenti sono proprio soldi spesi bene? E non si sarebbero potuto risparmiare questi soldi e assumere direttamente i giovani nei pressi della loro residenza? E spostare invece dipendenti consenzienti al trasferimento? Non sarebbe meglio licenziare questi fior di dirigenti nell'ambito della tanto sbandierata spending review?




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