martedì 29 dicembre 2015 - Carcere Verità

Polizia penitenziaria: un cambio di sistema gioverebbe a tutti. Altrimenti sciogliete il Corpo

Fino a qualche mese fa, pensavo che abolire il carcere fosse una bella utopia, legata esclusivamente all’ala anarchica. Ma oggi la penso diversamente.

Il primo impulso al mio cambio di prospettiva, me lo diede il libro di un senatore della repubblica, nemmeno il più ribelle e anarchico, non fosse altro che per una questione anagrafica (“Abolire il carcere” di Luigi Manconi).

Leggendolo, cominciai a convincermi che migliorare il carcere fosse ancora più utopico che abolirlo.

Poi ieri mi capita un articolo della Polizia penitenziaria. Lo leggo e lascio che si sedimenti nella mia testa per un’intera giornata. Oggi vado di nuovo a riguardarlo e decido che non posso fare a meno di inserirlo nel mio blog, perché se non lo avessi specificato, probabilmente passerebbe per un mio articolo, al 100% e questo mi fa veramente piacere.

Ne sono contenta perché la battaglia di Rachid e mia, non è contro la polizia penitenziaria (anche se i loro sindacati l’hanno interpretata diversamente). Portare fuori quelle voci, quelle testimonianze (anche se raccolte a loro insaputa), vorremmo servisse sia ai detenuti, che agli agenti e allargando il discorso, anche alla società civile, che avrebbe un sistema di esecuzione penale più efficiente, in termini di riduzione della recidiva.

Solo che per farlo, occorre che le alte sfere dell’amministrazione, si prendano la briga di creare un progetto serio e realizzabile.

Chi scrive l’articolo, lamenta proprio la mancanza di una o più figure, capaci di ipotizzare e rendere attuabile, questo progetto, additando tanto i capi dell’amministrazione, quanto i politici che li hanno designati.

Tralascio il primo pezzo, che chi vuole, può consultare qui.

La parte che mi interessava di più, la trascrivo sotto. Aggiungo solo una cosa: l’idea dell’articolo è quella di rafforzare l’esecuzione penale esterna, lasciando il carcere solo per individui non recuperabili. Ormai la mia posizione è talmente radicale, da farmi credere che nessuno sia veramente non recuperabile e quindi per quanto mi riguarda, la cancellazione del carcere potrebbe tranquillamente essere completa (e l’idea di carceri private, mi fa venire i brividi).

 

[…]

“I detenuti sottoposti al regime previsto dall’articolo 41-bis, secondo comma, saranno circa 500/700.

Quelli ristretti in sezioni di alta sicurezza sono circa 6/8 mila.

Tutti gli altri sono detenuti comuni, molti dei quali privi di una particolare struttura criminale, che andrebbero gestiti con misure alternative serie e controllati dalla Polizia Penitenziaria, non certo dagli assistenti sociali e dagli educatori, i quali hanno un ruolo sì determinante, ma che non può essere certamente quello del controllo di polizia …

Il problema è che c’è molta superficialità, poca buonafede e scarsa voglia di restituire al Paese soggetti rieducati e contemporaneamente proteggerlo da coloro che non hanno alcuna intenzione a partecipare attivamente ad un percorso che consenta il reintegro nella società.

E alla fin, fine c’è anche da spezzare una lancia in favore dei reclusi.

Quali iniziative concrete vengono poste in essere per consentire il reintegro?

E che prospettive di lavoro vengono date loro, visto che la disoccupazione è a livelli che definire preoccupanti è utopia, perchè siamo ad un livello che definirei catastrofico.

Insomma, il problema è proprio strutturale.

Andrebbe azzerato tutto, ad iniziare dalla classe politica, che a sua volta ha generato una classe dirigenziale indecorosa.

Nella dirigenza pubblica, infatti, vive e vegeta un elevato numero di soggetti che determinano le sorti politiche ed economiche dell’apparato statale, che in una qualsiasi multinazionale privata avrebbero avuto vita assai breve, anzi, non avrebbero avuto proprio accesso, neanche nei ruoli esecutivi.

Ecco, servirebbe un Diliberto … che aveva intenzione di svincolare la Polizia Penitenziaria; servirebbe un Francesco Di Maggio che aveva le medesime idee; servirebbe un Nicolò Amato … insomma, servirebbero in molti, tranne quelli attuali!

E tenete presente che rimpiangere Diliberto o Amato … non è proprio il massimo, per cui rendetevi conto di quanto è basso il livello attuale nei rispettivi ruoli …

A questo punto sarebbe più opportuno porre fine a questa agonia.

Chi sta tramando nell’ombra esca allo scoperto e faccia sciogliere il Corpo.

Date a tutti noi la possibilità di transitare in un’altra forza di polizia (come sta facendo la Forestale) e mettevi a giocare con le carceri private …”




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