martedì 10 marzo 2015 - angelo umana

Pino Corrias su Lucio Dalla

Chissà da che altura morale o di “espertologo” Pino Corrias, sul Fatto Quotidiano di sabato 7 marzo 2015, critica Lucio Dalla per non avere mai detto apertamente di essere omosessuale. Dice che “avesse fatto l’ingegnere, l’avvocato, il fornaio, il tassista, lo scienziato, il professore o l’idraulico avrebbe avuto mille ragioni condivisibili” nel tenere sotto privacy i suoi gusti sessuali.

Dice pure che essendo un uomo pubblico, che ha fatto la sua fortuna su canzoni d’amore, aveva l’obbligo di fare outing … A parte che Lucio Dalla ha amato anche gente dell’altro sesso, ma il “dotto” ( “a dottò”) Corrias non può accontentarsi dell’immensa eredità che ci lascia un cantante, per decenni e forse secoli?

Ha cantato l’amore (tra madre e figlio e tra persone adulte), ha cantato le gesta di Nuvolari, ha cantato storie di gente minore da profondo conoscitore dell’animo umano come scrittori e poeti sanno fare. Non basta a Corrias l’amore in senso lato, senza doverlo per forza incasellare, etichettare, se omo o eterosessuale?

Dimostra davvero poca sapienza costui, giornalista e tante altre cose ben pagate, scarsa apertura mentale e, direi, anche della omofobia: un uomo di un mestiere qualsiasi avrebbe potuto tenerselo nascosto, Lucio Dalla che cantava di amore – e a nessuno importa alcunché se era per una donna o un uomo, canteremo ugualmente le sue canzoni per le nostre amate o per i nostri amati, o per noi stessi – avrebbe dovuto dire per chi fossero quelle canzoni … perché, per non averlo detto, “immenso è stato il suo inganno”. Una prece per i dotti che vogliono insegnare agli altri a vivere!




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