Pillole di storia dell’Impero romano
Non si può non segnalare il libro meraviglioso di Andrea Frediani, che riguarda la storia sintetica dell'impero romano: "I segreti che hanno fatto grande l'impero romano" (Newton Compton, 2023, 222 pagine, euro 14,90).
Chi è curioso di sapere quali sono stati i vizi più diffusi e le strane abitudini degli antichi romani e delle antiche romane? Per fare una breve sintesi si possono citare questi argomenti importanti: i casermoni dei poveri e le dimore dei ricchi, le scandalose matrone, i sacrifici rituali in battaglia, gli spettacoli navali al colosseo e nel circo, le ricompense e le punizioni nell'esercito, i libri antichi.
Si può aggiungere che si raccontano alcuni fatti sugli agenti segreti dell'imperatore, sul servizio di posta imperiale e sui segreti di Augusto. La vita dell'uomo che volle farsi re fu un caso molto raro, frutto di una lunga storia. "Per la prima volta in quasi un secolo, il nuovo imperatore non era il frutto di una successione dinastica, di una guerra civile o di una congiura, ma di un'adozione" (p. 38). Traiano, un generale benvoluto fu la scelta del vecchio Nerva per evitare una guerra civile. Nerva non incontrò mai il suo successore, ma morì prima. Traiano si ricordò della saggio sistema che lo portò sul trono e si ricordò del "giovane tribuno" che andò "in Germania ad annunciargli la sua nomina. Fece Adriano suo genero e poi, poco prima di morire, quasi vent'anni dopo, lo associò al trono" (p. 39).
Invece Adriano raggiunse la massima espansione territoriale e, "Al vertice dell'impero, per almeno tre generazioni, ci furono i migliori statisti e generali che l'Urbe potesse esprimere a quel tempo: un evento che solo di rado era accaduto in precedenza, e ancor più raramente si sarebbe verificato in futuro" (p. 39). Per capire meglio, è giusto riportare che in quel lungo periodo ci furono quattro imperatori in ottant'anni, a fronte, per esempio dei 22 in cinquant'anni del secolo successivo". Invece il grande Marco Aurelio finì per lasciare l'impero a un uomo molto inadeguato come suo figlio Commodo, che si divertiva a cimentarsi nell'arena e che umiliò il senato.
Ricordo anche la figura di Scipione l'Africano, che sconfisse i Cartaginesi, "sul terreno del più grande avversario che i romani abbiano mai affrontato, e con le sue stesse tattiche, per giunta con mezzi limitati e a dispetto dell'ostilità di certa parte dell'aristocrazia: il che, è chiaro, ne fa uno dei più grandi comandanti della storia. Non a caso è, insieme ad Alessandro Magno e al duca di Marlborough, il solo condottiero ad aver concluso la carriera senza una sconfitta" (p. 43).
Comunque per capire meglio le grandi conoscenze dell'autore, cito questo passaggio sulla fine di Cesare: "Cesare era un autocrate. Un autocrate che, al contrario di Silla, non avrebbe mai rinunciato al potere di sua spontanea volontà... La lista dei nemici di prestigio che Cesare eliminò, nel corso delle guerre civili è lunga. Gneo Pompeo Magno, più di ogni altro, e suo figlio Pompeo il Giovane, ucciso dopo Munda. E poi il suocero di Pompeo, Cecilio Metello Scipione..." Ma, "Tra i suoi assassini alle Idi di Marzo figurano individui graziati nelle guerre civili, come Bruto e Cassio, e collaboratori della prima ora, come Decimo Giunio Bruto, Gaio Trebonio - eletto perfino console da Cesare l'anno prima - , Servio Sulpico Galba e Lucio Minucio Basilio, tutti legati in Gallia e perfino durante le guerre civili" (p. 35). Oltretutto, sulla morte di Cesare si può aggiungere questo fatto: "molti di loro erano citati nel suo testamento come eredi. Mai, nella storia, si è assistito a una simile manifestazione di ingratitudine..." (p. 35).
Per fortuna Cesare adottò Ottaviano, il giovane che creò l'impero. Ottaviano era anche il nipote naturale di Cesare. In definitiva si può affermare che molti italiani conoscono benissimo, a livello storico, le grandi, profonde e pericolose contraddizioni dei livelli governativi più alti.
Andrea Frediani, nato a Roma nel 1963, è uno dei divulgatori storici più conosciuti. Tra i suoi numerosi libri segnalo questo: Il trionfo di Cesare (Premio Selezione Bancarella 2011). Le sue opere sono seguite in tutto il mondo. Per seguirlo sul suo sito: www.andreafrediani.it
Nota aforistica - "Il nemico si vince con la zappa" (Corbulone, generale romano). Giulio Cesare vinse in Gallia anche grazie ai "due milioni di metri cubi di terra" smossi dai suoi legionari per realizzare i terrapieni (p. 82). Quindi esistono alcune cose fondamentali che possono permettere di vincere una battaglia prima dell'utilizzo delle armi.
Nota - Nell'antichità "La diffusione di un testo era soggetta all'interesse che suscitava. Chi ne voleva una copia, la commissionava a un librarius, un copiatore professionista, senza dover pagare diritti all'autore. Ma c'era anche chi lo faceva a scopi commerciali, con l'autorizzazione dell'autore: Cicerone aveva il suo editore, Attico" (p. 219). Per approfondimenti: www.romanoimpero.com