giovedì 5 marzo 2020 - Doriana Goracci

Piccole gioie TAC coronavirus

Paura? Alberto Sordi diceva «Se devo fare un personaggio vero, autentico, devo fare uno che dice le bugie, che si nasconde, che ha paura».

Paura perché c'è il coronavirus di cui non abbiamo capito se dobbiamo avere poca o tanta paura, forse è meglio averne tanta e io non ce l'ho.
 
Eppure. Oggi con questo sentimento sono andata per la terza volta all'Ospedale San Filippo Neri di Roma, prendendo il treno, quello che una di 69 anni come me non dovrebbe fare, tantopiù se con l'asma bronchiale cronica ma dovevo fare la TAC. Sola come sempre in questi viaggi, in tutti i giorni da 17anni, per scelta vitale in un piccolo paese del viterbese, per scelta non perché mi hanno confinato, anche se vorrei andare a vivere al mare, a Marsiglia, dove stanno due miei figli ma la casa non si vende... "così cambiano gli anni le persone e le cose, non ci si può far nulla..."
 
Torniamo alla partenza per la TAC, mi sono munita per il viaggio di un libro che avevo recuperato a casa pensando di non averlo mai letto: Piccole Bugie di Hermann Hesse. Mi accorgo che nella prima pagina avevo impresso la mia proprietà scrivendo Doriana 5/4/1992 poi mentre scorro le pagine vedo che avevo, qui e li, sottolineato a matita dei passaggi, l'avrei fatto anche oggi seppure non sottolineo più. Poi trovo in mezzo al libro una cartolina col mio indirizzo romano di famiglia,fino al '77, prima di andare a nozze con il compagno di classe e lui ci scrive su quella stampa di Dante in cartolina: "viviamo di ammirazione speranza ed amore: finchè saranno nostra saggia conquista, ascenderemo la dignità dell'essere. (Wordsworth)..." Occhio e croce lui aveva meno di trenta anni e non c'era internet per copia incollare e neanche era un secchione, viceversa a quei tempi aveva l'eskimo e i capelli lunghi, un po' matto come sempre tanto che mi ci sono separata due volte ma ancora oggi ci sentiamo per telefono, talvolta ci incontriamo, non perché abbiamo paura del coronavirus...lui si cura solo con la barca a vela e il mare, io ahimè ho un po' più di problemi.
 
 
"Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto…"
Trovo tutti molto sereni e gentili, come altre volte all'ospedale romano ma certo non siamo in zona rossa, poi mi perdo nei sotterranei, nel frattempo mi affidano un'altra signora , forse russa o ucraina che deve fare la TAC proprio come me... riusciamo a trovare il nostro padiglione, la stanza giusta. Aspetto in una piccola sala dove in televisione ti vedo Michelangelo Tommaso che è il Filippo di un Posto al sole da anni su Rai3 (lo seguo da circa 15 ), che parla delle truffe romantiche, delle foto rubate, compresa la sua su Facebook. Veniva a volte con la mamma ai giardinetti, su in cima a Monte Mario,dove portavo i figli,sono passati un po' più di 30 anni.
 
La TAC la faccio appresso alla signora russa ucraina, avevamo scambiato un po' di parole, lei mi ha fatto tenerezza perché era la seconda volta in 3 mesi e mi ha detto che era arrivata, perdendosi, due ore prima perché ha sempre l'ansia; ho cercato di farla sorridere e rincuorarla, quando mi hanno chiamata per il responso lei è uscita...e poi mi ha fatto ciao con la mano, voltandosi con l'aria dolce, chissà se la rivedo. Nella stanza dove mi sono preparata per l'esame c'era una signora della provincia di Agrigento che la faceva perché lei non ha mai fumato ma è come se l'avesse fatto, in quanto il marito, ormai morto con tumore al polmone, non riusciva a smettere. No, non ho il cancro, solo piccoli "granuli" polmonari e l'enfisema da controllare ma niente di grave, poi mi diranno tutto nella relazione finale di questa tre giorni.
 
Riprendo il treno e rileggo brani di quelle Piccole gioie, brevi prose dal 1899 al 1960 di Hesse,sono come baci e abbracci che nessuno mi può dare, tantopiù sul treno, tantopiù ora col coronavirus.
Fuori sta per tramontare il sole, ritorno al paese con strappi di prati e mimose e pecore e oche e ulivi e asini,noccioli e cani e gatti e uccelli e cavalli,tutti animali che non ci attaccano niente, se non la gioia di vederli vivere e camminare come noi che possiamo farlo, anche da anziani, anche da piccoli, anche se soli, anche se un po' acciaccati, in città o in campagna, in periferia o in un parco. "Le piccole gioie, non quelle grandi, ci servono da sollievo e da conforto quotidiano." Auguri.

Doriana Goracci

 




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