lunedì 14 febbraio 2022 - La bottega del Barbieri

Pfizer: vaccini, profitti e licenziamenti

Un articolo di Salvatore Fedele sui 130 “esuberi” di Catania.

A seguire il comunicato di «Diritto alla Cura – Nessun Profitto sulla Pandemia»sui brevetti prolungati

L’azienda farmaceutica Pfizer ha dichiarato che nel terzo trimestre del 2021 ha generato 14 miliardi di profitti in dollari (con un fatturato di 80 miliardi di dollari) dalla vendita dei vaccini contro il COVID-19 e stima di raggiungere i 36 miliardi complessivi entro la fine dell’anno.

Nonostante questi dati così eclatanti, annuncia 130 “esuberi”, e dunque prossimi licenziamenti, presso lo stabilimento Pfizer di Catania.

Il vaccino anti Covid è l’affare più redditizio della storia. Pfizer conquista il mercato, abbatte la concorrenza e accumula fortune mai viste prima. Il governo italiano, davvero prono, si piega ai suoi voleri e alle sue strategie. Per la Pfizer (e le altre multinazionali del farmaco) costruisce interi e nuovi ordinamenti sociali e restrizioni della democrazia. Poi cosa accade? Che come “occhio di riguardo” la multinazionale americana annuncia via Whatsapp, a 130 lavoratori italiani dello stabilimento di Catania, che ogni loro garanzia è finita e possono andare direttamente sul lastrico.

Lo stabilimento di Catania ha avuto in questo periodo “il torto” di produrre farmaci meno richiesti fra il 2020 e il 2019 proprio a causa del Covid che ha fatto esplodere i profitti della multinazionale.

Ricordiamoci che Pfizer ha rifiutato sia di cedere temporaneamente i brevetti sui suoi vaccini che di condividere la tecnologia per la loro produzione.

E’ la brutalità della logica del profitto a tutti i costi.

Ovviamente bisogna dare risposte immediate

Occorre denunciare l’uso assurdo di tipo geo-politico dei vaccini che nulla ha a che spartire con l’applicazione di una scienza medica realmente sociale e non mercantile.

A conferma di ciò ricordiamo che l’EMA (l’Agenzia dell’Unione Europea per la valutazione dei medicinali) continua a non riconoscere in Italia una serie di vaccini prodotti in altre nazioni.

Cosa dicono riguardo a questa strana situazione in essere i vari “Solone”, siano essi ministri, tecnici dell’ITS. o i cento virologi battitori liberi?

Noi siamo convinti che tutto ciò accada per la concentrazione monopolistica che tutto vuole per sé, senza lasciare alcunché agli altri, alla faccia della libera concorrenza tanto decantata dai vecchi e nuovi liberisti.

Si è voluto fare cartello per strozzare qualsiasi concorrenza, in particolar modo se questa viene da Paesi che rifiutano la logica portata avanti delle multinazionali.

Occorre:

– bloccare immediatamente i licenziamenti nello stabilimento di Catania;

– obbligare le grandi aziende farmaceutiche a concedere l’utilizzo dei brevetti dei vaccini in quanto questione di grande impatto sociale;

– porre fine all’ostracismo nei confronti di vaccini prodotti in altri Paesi e già largamente utilizzati;

– denunciare a tutti i livelli la falsità dell’assioma “più produzione uguale a più occupazione”, come dimostrato dagli eclatanti fatti di questi giorni.

Ovviamente stiamo parlando di un programma minimo, ma fondamentale per rilanciare le lotte e creare le condizioni per una medicina realmente sociale e pubblica che garantisca realmente tutti, e in particolar modo le classi più disagiate. Stiamo parlando del diritto sacrosanto alla salute.

Comitato Italiano ICE, Iniziativa dei Cittadini Europei

Right2cure – No profit on pandemic

Diritto alla Cura- Nessun Profitto sulla Pandemia

Vaccini anti Covid, brevetti prolungati per garantire ulteriori profitti a Big Pharma

Svelati nel corso della trasmissione «37e2» a Radio Popolare gli intricati meccanismi che hanno portato in Italia alla estensione dei brevetti di alcuni vaccini fino a 5 anni, oltre i 20 canonici. Un blocco per la ricerca di altri possibili vaccini, un danno per la salute di tutti ma profitti miliardari per le aziende farmaceutiche

Mentre il mondo chiede a gran voce la sospensione temporanea dei brevetti per i vaccini anti Covid, come uno degli strumenti fondamentali per aumentarne la produzione, abbassarne il costo e bloccare la pandemia, in Italia accade il paradosso: nel 2021, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) ha accordato l’estensione fino a 5 anni, oltre i 20 canonici, per i brevetti relativi a due vaccini per due società: la tedesca Curevac e l’inglese Oxford University, la prima relativamente al vaccino Astrazeneca, e la seconda per i vaccini Pfizer e Moderna.

E’ quanto è emerso nel corso della storica trasmissione «37e2» su Radio Popolare, durante la quale sono stati portati i risultati di una indagine inedita realizzata da Lorenzo Cassi, professore associato di Economia alla Sorbona, ospite della trasmissione in diretta da Parigi e dal prof. Vittorio Agnoletto, conduttore di 37e2. 

«Sconcerto e sorpresa è dir poco – ha detto Vittorio Agnoletto, medico e coordinatore della Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic – perchè questo prolungamento del certificato di protezione sul brevetto, costituisce di fatto un blocco alla ricerca di altri vaccini per altre aziende operanti in Italia, come ad esempio potrebbe essere ReiThera. Così come potrebbe verificarsi l’assurdo che vaccini prodotti in altri Paesi, come il Sudafrica, dove questi brevetti sono scaduti, non potranno essere commercializzati in Italia: tutto questo si traduce in un danno per la salute pubblica ma in profitti miliardari per Big Pharma. Per citare, Pfizer nel 2021 ha realizzato profitti per 81 miliardi, il doppio dell’anno precedente».

«L’ufficio brevetti italiano – ha detto il prof Lorenzo Cassi – ha concesso l’estensione a questi due brevetti, estensione prevista per recuperare il tempo assorbito dalla procedura autorizzativa per l’immissione in commercio del prodotto, ma in realtà questi stessi vaccini hanno già beneficiato, vista l’emergenza, di modalità e tempi privilegiati con le autorizzazioni EMA per la immissione in commercio. Di conseguenza, a me sembra che sia non giustificabile la concessione di questa ulteriore protezione, prolungando la durata dei brevetti».

Perplessità accentuata dal fatto che la richiesta del prolungamento fino ad altri 5 anni da Curevac e Oxford University per i relativi brevetti è stata chiesta in diversi Paesi fra cui la Francia che lo ha rifiutato, altri come Svizzera, Spagna e Gran Bretagna non hanno ancora risposto, mentre invece l‘Italia, ha dato l’ok in tempi rapidissimi. «L’Ufficio Brevetti – ha sottolineato Vittorio Agnoletto – opera presso il MISE, il ministero presieduto da Giancarlo Giorgetti, ma è difficile pensare che una simile decisione sia avvenuta all’insaputa del Ministro della Sanità e del Presidente del Consiglio. Chiedo spiegazioni al governo italiano. Tali estensioni devono essere rimosse, nell’interesse prioritario della salute pubblica».

CFR noprofitonpandemic.eu/it




Lasciare un commento