Perchè l’ONU non ha adottato le “Regole di Nelson Mandela” per proteggere i prigionieri palestinesi?
Prendono il nome di “Nelson Mandela Rules” e sono un insieme di regole standard minime che devono essere attuate all’interno delle prigioni per dare dignità ai detenuti e per evitare di cadere nel reato di tortura, vennero create da Nelson Mandela dopo la sua lunghissima detenzione all’interno delle prigioni.
Nel 2015, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità una versione rivista delle Norme minime standard. Per decenni, queste sono state le uniche linee guida disponibili su come trattare le persone private della loro libertà. Fino al 2014 non si faceva menzione al reato di tortura, ciò significa che violare e uccidere un essere umano all’interno di una cella non implicava minimamente la condanna delle guardie carcerarie coinvolte oppure della polizia governativa. Stiamo assistendo in mondo visione da oltre un anno al genocidio palestinese, ce lo raccontano i numerosi corpi che la terra rilascia spalancando fosse comuni ci rammentano che non possiamo e che non dobbiamo permetterci di dimenticare il passato. Nonostante questo sia un genocidio moderno, giornalmente documentato e condannato anche dalle corti internazionali, Israele e i suoi alleati continuano a compiere crimini come se niente fosse accaduto in precedenza, come se l’intoccabilità oramai evidente possa continuare e concludere così definitivamente il suo piano di insediamento iniziato più di cento anni fa. Siamo impotenti di fronte a tutto questo e lo siamo stati in questi ultimi giorni osservando la violenza ed il massacro dell’ultimo ospedale attivo al nord della Striscia di Gaza, dove numerose persone tra cui anche il personale medico sono state rapite dai militari dell’ Idf con destinazione sconosciuta, tra queste anche il direttore del Kamal Adwan, il dottor Hussam Abu-Safieh. I prigionieri palestinesi vengono stuprati, ammassati in 25 all’interno di celle che dovrebbe contenerne massimo 4, vengono affamati, l’acqua è oro per un detenuto a cui è consentito berne un bicchiere al giorno e per tutti i detenuti i rubinetti vengono aperti solo 45 minuti ogni 24 ore, queste violenze non hanno confini di sesso ed età, coinvolgono tutti anche donne e bambini, compresi i disabili e le donne incinte. L’APT ( Association for the Prevention of Torture) chiarisce inoltre che: “Per realizzare questa visione, centri di detenzione liberi da tortura e maltrattamenti, le Norme riconoscono il ruolo essenziale degli organismi di monitoraggio indipendenti. I 40 anni di lavoro dell’ APT sulla prevenzione della tortura ci hanno insegnato che la trasparenza e le visite non annunciate da parte di organismi indipendenti sono essenziali per la prevenzione della tortura. Le Norme includono due tipi di ispezioni. Le prime sono ispezioni interne o amministrative da parte dell’amministrazione penitenziaria. Il secondo sono le ispezioni condotte da organismi indipendenti. Ad esempio, i National Preventive Mechanisms istituiti ai sensi del Protocollo opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura (OPCAT) o organismi internazionali, come il Sub committee on Prevention of Torture o il European Committee for the Prevention of Torture, possono svolgere questo ruolo in modo efficace. ” Le Nazioni Unite non hanno permesso ancora oggi inchieste indipendenti attraverso sopralluoghi e visite dei rappresentanti di organizzazioni per la tutela dei detenuti, mettendo così un bavaglio alla speranza e all’ aspettativa di una legale assistenza nei confronti dei più deboli, mettendo a rischio il diritto internazionale e i diritti umani a tutela delle future generazioni. Tengo a ricordare che all’interno delle carceri israeliane e dei campi di detenzione, non si ha un numero preciso delle persone rapite dalla Striscia di Gaza comunque stimato in migliaia. Le Regole di Nelson Mandela non obbligano i penitenziari a rispettare ogni singolo punto ( in totale sono ben 122) essendo il protocollo riconosciuto come ho chiarito ad inizio articolo anche dalle Nazioni Unite a supportare la tutela della dignità umana, richiedono la tutela della dignità dal primo articolo: Regola 1 Tutte le persone detenute devono essere trattate col dovuto rispetto, come ne consegue dalla loro intrinseca dignità e valore in quanto esseri umani. Nessuna persona detenuta potrà essere sottoposta a (e sarà tutelata in caso di) tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti. Non si accetterà nessun tipo di circostanza a giustificazione di tali azioni. È fondamentale garantire sempre la sicurezza delle persone detenute, nonché quella del personale, di operatori e operatrici, e di chiunque vada in visita all’istituto penitenziario. 2. Al fine di applicare il principio di non discriminazione, le amministrazioni penitenziarie terranno conto delle esigenze individuali delle persone detenute, prestando particolare riguardo alle categorie più vulnerabili negli ambienti carcerari. Le misure volte alla tutela e alla promozione dei diritti delle persone detenute con esigenze particolari sono necessarie e non devono ritenersi discriminatorie. Appaiono poi le regole che determinano la gestione dei documenti delle persone detenute, qui nuovamente la Comunità Europea e le Nazioni Unite se ne sono lavati le mani senza alcuna remora, lasciando che Israele attuasse la sparizione forzata di esseri umani ed anche l’occultamento dei cadaveri dopo le torture inflitte nelle carceri e nei campi di detenzione, leggiamo i punti alla regola 8 di questo paragrafo: Regola 8 Se del caso, durante la reclusione aggiornare il sistema di gestione dei dati con quanto segue: (a) estremi della sentenza, tra cui le date delle udienze e i rappresentanti legali; (b) relazioni di valutazione e classificazione iniziali; (c) informazioni relative al comportamento e alla disciplina; (d) richieste e reclami, ad esempio eventuali accuse di tortura o altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti, salvo nei casi in cui siano di carattere riservato; (e) informazioni sull’imposizione di sanzioni disciplinari; (f) informazioni sulle circostanze e sulle cause di eventuali lesioni o morte e, in quest’ultima eventualità, sulla destinazione dei resti Consiglio la lettura di tutte le regole che determinano la dignità degli esseri umani trattenuti nelle carceri e scoprirete che nessuno stato che fa parte delle Nazioni Unite assicura una vita degna all’interno delle celle, tanto meno lo stato italiano. Possiamo quindi dedurre che il genocidio palestinese sia stato semplicemente un vaso di Pandora scoperchiato nel periodo storico sbagliato, dove la società globalizzata e soggetta alla stupidità del merchandising dei diritti umani non si è dimostrata pronta a lottare per se stessa e tanto meno per chi si trova dalla parte opposta del mediterraneo. Queste 122 regole ricordano anche l’importanza dei luoghi in cui sono costretti i detenuti ad una naturale ripresa, come ad esempio: Igiene personale Regola 18 1. Le persone detenute devono assicurare la loro igiene personale: a tal fine, devono poter accedere all’acqua e agli oggetti di igiene o da toeletta necessari per la salute e l’igiene. 2. Per garantire che le persone detenute curino il loro aspetto, in linea con la propria autostima, è obbligatorio mettere a loro disposizione impianti e strutture dove possano prendersi cura di capelli e barba; inoltre, gli uomini devono potersi radere periodicamente. Abbigliamento e biancheria da letto Regola 19 1. Qualora alle persone detenute non sia consentito indossare i propri abiti, dovranno ricevere capi consoni al clima e adeguati a mantenersi in salute. Tali capi di abbigliamento non possono essere degradanti o umilianti in alcun modo. 2. Assicurarsi che i capi di abbigliamento siano puliti e in buone condizioni. Cambiare e lavare la biancheria intima con la frequenza necessaria a garantire l’igiene personale. 3. In circostanze eccezionali, qualora siano fatte uscire dal carcere per finalità autorizzate, le persone detenute potranno indossare i loro abiti o altri capi d’abbigliamento discreti In Palestina lo stato sionista guidato da Benjamin Netanyahu dell’ estrema destra israeliana ha dato possibilità all’occidente di legalizzare la violenza sui minori, numerose organizzazioni per i diritti umani hanno documentato dal 7 ottobre 2023 violenze fisiche, psicologiche e abusi sessuali, la disumanizzazione e la violenza più atroce.