lunedì 31 agosto 2020 - Yvan Rettore

Perché dovrei votarti?

In questi giorni è partita l'ubriacatura mediatica e virtuale (specie sui social) di propaganda operata dai candidati: con tanto di foto (spesso ritoccate) in bella vista, slogan a gogo e tutto ciò che può servire per avere visibilità presso un elettorato in gran parte stanco e disilluso.
Detto questo, c'è una domanda che sorge spontanea e che andrebbe posta ad ogni singolo candidato in lizza:

"Perché dovrei votarti?" Non è una domanda di poco conto, anzi è la domanda fondamentale a cui ogni candidato dovrebbe dare una risposta convincente ed esauriente. Solo che nella democrazia moderna ormai questo quesito viene evitato perché il più delle volte il suo destinatario avrebbe seri problemi a rispondere e potrebbe farlo nei seguenti modi:
  • per il bene del comune. Vabbé... tutti lo dicono. Bisogna vedere quanti lo pensano davvero e poi non sarebbe forse il caso di definirlo questo "bene" ormai così inflazionato?
  • perché sono una persona onesta. Beh... nessun pregiudicato può presentarsi alle elezioni quindi
  • perché sono sposato e ho una bellissima famiglia. E allora se una persona è single o non ha famiglia varrebbe meno?
  • perché ho una formazione con tanto di laurea con menzione di 110 e lode. Quindi il fatto di avere un titolo conferisce automaticamente a qualcuno di essere intelligente e di saper amministrare la cosa pubblica?
  • perché ho una bella presenza. Forse chi lo pensa davvero dovrebbe pensare a fare l'attore o l'attrice anziché buttarsi in politica
  • perché so scrivere e parlare bene. Puoi parlare e scrivere bene finché vuoi, ma se non tratti di contenuti tutte le parole pronunciate e scritte in un Italiano perfetto rischiano di suonare vuote
  • perché ho una autorevole esperienza professionale. Nel merito è sicuramente un pregio ma non sempre chi ce l'ha dimostra di avere capacità nel fare politica
  • perché abbiamo un ottimo programma elettorale. Definirlo tale spetta comunque ai cittadini e poi è così sicuro che lo sia davvero?
  • perché sono già stato consigliere comunale. Se lo è stato è che nessun cittadino se ne è accorto significa che ha preso tale incarico come quello tipico di un funzionario che si accontenta solo di votare ad ogni consiglio comunale e non fa nient'altro come attività politica
  • perché sono già stato assessore o sindaco. Risposta analoga a quella precedente che però bisognerebbe valutare ulteriormente sulla base di quanto effettivamente realizzato e come. Ovvero è stato davvero all'altezza del proprio operato?
Queste sono soltanto alcune delle risposte possibili e che dimostrano quanto la politica ormai sia un termine svuotato di gran parte del suo significato.
 
Al di fuori dei membri del Consiglio comunale o regionale che si stanno ripresentando a queste elezioni e di pochi altri candidati, c'è da chiedersi quali attività politiche abbiano fatto la maggior parte di coloro che si stanno presentando a questa tornata elettorale. Dico questo perché oggi va di moda l'elettoralismo, una tendenza dominante che considera che fare politica si riduca unicamente nel presentarsi alle elezioni, mentre questa fase dovrebbe essere il punto di arrivo di impegni e azioni concrete profuse negli anni precedenti nella difesa dei diritti civili, della giustizia sociale, dell'ambiente e più in generale del benessere della propria comunità.
 
E' il biglietto da visita che ti rende credibile di fronte ai cittadini quando avanzi proposte e che fa di te un politico vero e genuino che non si sognerebbe mai di stendere un programma politico approssimativo né di costituire una lista all'ultimo momento.
Questo perché un politico autentico ha un progetto politico antecedente alle elezioni che lo guida nelle sue azioni e fa capire ai cittadini quale è la sua visione di comune o regione ancor prima di scendere in campo per presentarsi alle elezioni.
Quanti candidati alle prossime elezioni comunali o regionali potrebbero davvero fornire tale risposta?!
Yvan Rettore
 



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