mercoledì 30 agosto 2017 - Fabiano Colombari

Per una nuova Bretton Woods

Una rivoluzione ci salverà, parafrasando Naomi Klein.

Storicamente parlando, il capitalismo moderno, nato dal secondo dopoguerra, nacque con la Conferenza di Bretton Woods, nel 1944, durante la quale furono sufficienti 22 giorni per stabilire le regole economiche, finanziarie e commerciali post secondo conflitto mondiale, considerando il P.I.L. come il cuore del moderno sistema economico capitalista.

Secondo l’Independent Review of Economic Statistic della Gran Bretagna il P.I.L. rappresenta una metrica di misura superata in quanto incapace di rapportarsi al benessere reale, alle diseguaglianze e alla sostenibilità ambientale e finanziaria.

Ruolo determinante del P.I.L. già messo in discussione da Robert Kennedy presso l’Università del Kansas il 3 marzo 1968.

(La furia inarrestabile del mercato – «Presi per il Pil» – Il Manifesto)

 “Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […] Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. […] Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.”

Robert Kennedy – Università del Kansas 3 marzo 1968.

(Il problema della Sindrome economica di Stoccolma – Articolo Frammenti di Utopia)

(Fra vent’anni la metà dei mestieri sarà nelle mani dei robot – Corriere della Sera)

(Cresce il Pil, ma non il benessere dei cittadini – Huffingtonpost.it)

Secondo la giornalista, scrittrice e attivista canadese Naomi Klein occorre, onde evitare il peggio, mettere in discussione la logica fondamentale della nostra economia: la crescita del PIL come priorità assoluta.

Una trasformazione radicale per rimettere al centro l’uomo all’interno dei sistemi economici e sociali con l’introduzione di nuovi indicatori come il bhutanese Gross National Happiness (F.I.L.) o l’embrionale italiano B.E.S. ( Benessere equo e sostenibile). 

(Una lezione proveniente dal Bhutan – Frammenti di Utopia )

Il cambio dell’indicatore economico fondamentale potrebbe svolgere da primo input verso un sistema economico e produttivo che non fa del capitale e del consumismo il suo obiettivo principale.

Per ridiscutere i canoni dell’economia,

Per una nuova Bretton Woods.

(José Mujica: “Non veniamo al mondo per lavorare o per accumulare ricchezza, ma per vivere. E di vita ne abbiamo solo una”- The Huffington Post Italia )

(Sepulveda: «Rifiutare l’oppressione del neoliberismo è vitale» – Left)

Continua…




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