giovedì 21 ottobre 2010 - Professional Consumer

Per i consumatori si sono contratti i tempi del consumare

Acquistano e consumano l’acquistato: questo l’esercizio operativo dei Consumatori.

Si acquista una confezione di yogurt, scadenza 30 giorni, si dispone di un mese per poterlo smaltire.

Ma se quando mi nutro ingrasso perché ingurgito tutto e subito; se cambio abito ad ogni piè sospinto non mi abbiglio, vesto alla moda che passa di moda; se cambio prima che posso l’high tech del giorno prima, si contrae progressivamente il tempo della consumazione del prodotto fino a coincidere con l’acquisto.

Già, acquisto tutto perché niente ha più il tempo di essere consumato. Si scarta così il 30% degli acquisti.

Per certo sociologismo: la conferma nell’apostrofarmi rimbambito; privato della speranza, mi ficca in un cul de sac.

Per i Produttori: la strategia per ridurre il ciclo di vita dei prodotti; tecnica sopraffina buona per smaltire l’eccesso di capacità produttiva che ingolfa il mercato.

Per le mie tasche vuote: la conferma dell’insufficienza del reddito che un tal meccanismo esalta e il credito rigonfia di debito.

Per i Professional Consumer: un obbligo di ruolo. Da fast, il food, a slow, gustare non appesantire; dalla moda “pronta” quotidiana all’atemporalità del “classico” epperchennò, soggiornare con l’high tech del giorno prima.

Toh, i modi per riappropriarsi del tempo della consumazione: godere l’acquisto, dilazionare gli acquisti, aumentare la redditività del reddito che acquista e così pure meno smaltimento, meno inquinamento.

Quattro piccioni con una fava.




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