lunedì 14 gennaio 2013 - angelo umana

Pennivendoli

I quattro giornalisti dell’Ave Maria: Sallusti, Belpietro, Feltri e Ferrara - dell’Ave Maria nel senso che hanno detto tanti Pater Ave Gloria al loro benefattore per anni - ne hanno tessuto le lodi stravolgendo le parole (“fino allo sputo” cantava Vecchioni) o non citando fatti al fine di mostrare più dorata la realtà, perché ai loro lettori risultasse più sopportabile la figura del caro leader, risultano molto citati nel libro di Mario Guarino “Mercanti di Parole”, così citati che nell’indice dei nomi alla fine del libro il loro nome non viene fatto, ci sarebbe voluto molto spazio per indicare tutte le pagine dove si parla di loro.

Vi si parla abbastanza anche di Sgarbi, Facci e Fede e dei tanti nomi di potenti e presunti tali, che a vario titolo hanno allietato la corte del self made man e in essa si sono cibati o sollazzati.

Se per caso, in via del tutto ipotetica, nessuna stampa più dovesse ricevere denaro pubblico e nessun gruppo di potere – politico, industriale o finanziario - possedesse più alcun giornale, se nessuna pubblicità amica vi venisse pubblicata o se, molto più semplicemente, la stampa diventasse quella della rete, dove ognuno scrive ciò che vuole e chi legge impara a filtrare, quale mai potrebbe essere l’impiego di questi giornalisti “interessati”, quale giornale indipendente mai li assumerebbe e qual è stato il loro vero lavoro?




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