martedì 5 luglio 2011 - Marcello Frigeri

Parma s’incazza: la corruzione e la mala amministrazione impongono una nuova politica

Il niet ad un Vignali sindaco fino al 2012 è il volere, trasversale, di un’area politica che parte dalla sinistra radicale ed estremista, passa per i dissidenti moderati, e arriva sino all’Unione di Centro. Non parlo di una Santa Alleanza tra forze da sempre antagoniste: i moderati centristi e Insurgent City, collettivo riottoso della sinistra radicale di Parma, non sono i poli di una unione di fatto, quanto in realtà una unione di intento; dicono: Vignali non può più essere sindaco della città. Ed è palese il motivo: politicamente parlando, Parma altro non è se non il riflesso di ciò che sta avvenendo nell’Italia berlusconiana. Sta infatti morendo, con una agonia lenta ma percepibile, la destra dell’immagine e dei non-fatti, quella che si spaccia per la politica del fare. “Basta con gli opuscoli, le rotonde, l’immagine. Ci vogliono cose concrete”. A parlare non è l’opposizione democratica in Consiglio Comunale, ma l’assessore alle politiche per l’infanzia Bernini: è la stessa Giunta a dire basta. La cricca liquamosa della corruzione ha avuto il merito, se di merito è lecito parlare, di risvegliare una cittadina cullata, e al tempo stesso stregata, dall’idolatria per l’eterna apparenza, e ha finito con il ridisegnare gli stessi assetti politici. Si sta ribaltando l’antica essenza parmigiana: dall’impressione di facciata – tradizionalistica politica berlusconiana – si vuole passare alla sostanza.

“Fuori i ladri dal Comune!”, slogan di craxiana memoria urlato sotto il portone del Municipio nei giorni scorsi, è l’emblema culmine di una società moribonda che ha avuto il primo sussulto di vita. Come diceva Hegel, e successivamente Max Weber, le previsioni politiche sono caratteristica dei demagoghi, ma sta di fatto che la nuova politica di Parma, quell’alleanza di intento che unisce l’ala degli estremisti a quella dei moderati, sembra preludere un ideale comune che è quello della legalità e della responsabilità. Sentite l’Udc cittadino in conferenza stampa: “Come qualsiasi padre di famiglia puntiamo a portare avanti i lavori avviati e a non iniziarne di nuovi, non voteremo più delibere di spesa ma solo di risanamento”. Suona come un “basta alle scelte irresponsabili e non ponderate”.

Ma Vignali, ultimo baluardo della politica arcoriana, non deve difendersi soltanto dall’universo politico del centro e del centrosinistra moderato e radicale. Anche nel Pdl parmigiano, infatti, si stanno accendendo i fuochi del dissenso. Il coordinatore pidiellino Luigi Giuseppe Villani, intoccabile e per alcuni sindaco ombra ducale, è politicamente, anche se di riflesso, colpito dallo scandalo della corruzione tanto quanto il sindaco Vignali. Per loro, da oggi, l’epiteto di intoccabili ha perso il suo naturale valore. Si fanno forza i vecchi “eterodossi” e gli scontenti: sono già fioccate le prime richieste di dimissioni (ovviamente rimandate al mittente). Ma ciò che conta è che gli ideali e le fortezze politiche di un tempo, quelle mai messe in discussione, oggi hanno perso di consistenza. Nessuna previsione da qui al 2012, anno delle comunali, ma l’impressione è che la piazza stia ridisegnando da sé la politica della nuova destra: basta immagine, basta giochetti di palazzo. Vogliamo i fatti e le verità.




Lasciare un commento