martedì 19 gennaio 2016 - Pressenza - International Press Agency

Paraguay: il processo Curuguaty va avanti

di Francesco Cecchini

Il processo per il massacro di Curuguaty, avvenuto il 15 giugno 2015, per il quale sono stati accusati ingiustamente 13 campesinos, dopo essere stato sospeso una decina di volte è stato ripreso ad inizi di dicembre 2015 e sembra procedere con una certa regolarità, nel Palacio de Justicia de Asunción.

Il Procuratore della Repubblica, Jalil Rachid, accusa di omicidio doloso, associazione a delinquere e invasione di una terra che non apparteneva loro Rubén Villalba, Felipe Martínez, Luis Olmedo, Adalberto Castro, Arnaldo Quintana, Néstor Castro, Lucía Agüero, Fani Olmedo y Dolores López. Mentre Alcides Ramírez y Juan Tillería sono accusati solamente di associazione a delinquere ed invasione di Marina Kue.

Una giovane, allora minore di età, sarà giudicata da un tribunale per adolescenti. Va sottolineato che nessun poliziotto è stato indagato per la morte di 6 poliziotti e degli 11 campesinos, amici e famigliari di coloro che sono, ora, sotto processo. La fase attuale prevede la testimonianza di 264 testimoni, proposti dal Procuratore, di cui pochi hanno già testimoniato. Si prevede che il processo duri fino a giugno 2016, ma è una previsione che ha il valore che ha, visto i precedenti della vicenda.

Alcuni poliziotti hanno fornito informazioni contradditorie su come iniziò la sparatoria. Il sottoufficiale Julio César Baez era parte del gruppo di circa 300 poliziotti che sgomberarono violentemente una settantina di campesinos che avevano occupato la Terra della Marina (Marina Kue in guaraní) perché la ritenevano proprietà pubblica e parte della riforma agraria. Nella sua testimonianza Baez assicurò che durante la sparatoria ascoltò colpi di armi automatiche, cosa che il Procuratore, Jalil Rachid, scartò nella sua indagine dichiarando che nessuna autorità ordinò lo sgombero dei campesinos. Inoltre ha detto di aver ascoltato 3 spari da un elicottero della Polizia che sorvolava la zona. Secondo lil Procuratore l’elicottero aveva solo una videocamera, che non funzionava.

Un altro poliziotto, il sottoufficiale Juan Gualberto Rolón, ha dichiarato di aver ascoltato raffiche di armi automatiche, mentre secondo le prove presentate dalla Polizia e da Rachid Jalil, sia gli agenti che intervennero, che i campesinos non avevano armi automatiche.

Altre contraddizioni riguardano che armi aveva Ruben Villalba. Juan Gualberto Rolón ed il Procuratore, Jalil Rachid affermano che aveva una pistola dall’impugnatura nichelata. Secondo un’ altro poliziotto, Hernán Thomen, Villalba aveva un fucile. E così via, oltre a Baez, Rolón e Thomen sono stati ascoltati altri 3 poliziotti le cui testimonianze non coincidono. Il processo verrà ripreso venerdì 22 gennaio 2016.

Tutta la vicenda giudiziaria e quello che sta ora emergendo dalle testimonianze contraddittorie ha fatto ribadire da “ Somos observadores de Curuguaty”(www.somosobservadores.org), un gruppo di attivisti sociali che segue il processo, e anche dai difensori dei campesinos, che il processo andrebbe anullato perché sia questo che le indagini non hanno rispettato la legalità. Significativo quanto dichiarato dal deputato Ricardo González del PEN (Partido Encuentro Nacional), organizzazione politica conservatrice: “ Il processo è distorto dai responsabili della Procura che cercano di imporre la versione di coloro che provocarono la caduta del Governo dell’ ex-presidente Fernando Lugo.”

Ricardo Gonzalez ha inoltre messo in rilievo che il Procuratore del caso, Jalil Rachid, è fidanzato con la nipote di Blas Nicolás Riquelme, che si accaparrò illegalmente delle terre occupate dai contadini.

 

Per avere un’informazione generale sul massacro di Curuguaty segnalo i links con gli articoli pubblicati su PRESSENZA:

www.pressenza.com/…/curuguaty-una-ferita-nelle-vene-aperte-dellameri… del 21.05.2015

www.pressenza.com/it/2015/07/bergoglio-e-curuguaty-in-paraguay/ 12.07. 2015

www.pressenza.com/…/massacro-di-curuguaty-ennesimo-atto-di-una-tra… 17.10. 2015




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