lunedì 21 marzo 2016 - Ferdinando

Papa Francesco, aprite le porte all’Europa

Nella Domenica delle Palme le parole di Papa Francesco durante l'omelia della messa rimbalzano nei media come un monito a tutti gli uomini di buona volontà. "... A Gesù viene negata ogni giustizia..." e "...prova sulla sua pelle anche l'indifferenza perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino...". "E penso a tanta gente - a tanti emarginati, a tanti profughi a tanti rifugiati..." , per i quali "non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino...". 

L'accenno del Papa suona come una risposta alle decisioni della UE di affidare il lavoro "sporco" alla Turchia per la questione migranti. Una decina di giorni prima la UE aveva assegnato ulteriore aiuto di 700 Milioni di Euro ai paesi in emergenza per la crisi immigrati. Ma non è bastato e si è passati ad una fase più dura.

Non dimentichiamo che alcuni paesi del'UE hanno preferito dimenticarsi del patto di Schengen ed hanno fatto di tutto per evitare che i migranti arrivassero in casa propria (in Ungheria qualcuno ha messo del filo spinato ai confini con la Serbia; stessa cosa in Macedonia). Questa necessità di trovare una soluzione in tempi rapidi è anche dovuta alla recenti consultazioni elettorali in Germania per le elezioni dei Parlamenti Regionali, la Destra (AfD) ha fatto schizzare i risultati in alcune Regioni dal 10% al 23%, i due partiti (CDU e SPD) al governo incassano cali di consenso ovunque, un avvertimento preciso ad Angela Merkel che ha appoggiato la politica dei profughi.

In questo contesto è stato firmato il "patto con il diavolo" o "accordo della vergogna" per cambiare il flusso di migranti, non più dalla Grecia ma dalla Turchia. Di fatto è un restringimento dei corridoi di ingresso. Teniamo conto che negli ultimi sei mesi, qualcosa come un milione di persone sono passate dalla Grecia per poi distribuirsi in tutt'Europa, principalmente Germania o l'Austria passando per la Serbia, la Croazia e Macedonia. Se a ciò aggiungiamo la possibilità che i conflitti in Libia possano produrre una aggiunta significativa di migranti, il bello deve ancora venire.

D'altra canto, grossa parte dei profughi sono "imbucati", non vengono da zone in conflitto e l'accordo prevede il rientro dei migranti irregolari. Così i turchi si mettono al lavoro, in cambio di tre miliardi e si impegnano a mettere ordine sul via vai di migranti, devono altresì aumentare le libertà e i diritti umani nel loro paese. Aldilà dei termini formali dell'accordo in cui tutto appare civile, politicamente corretto, insomma la miglior soluzione possibile, la sostanza è che è stato data pieno appoggio ad una azione poco etica, ma piena di realismo politico. Salvaguardare gli interessi nazionali rispetto a ideologie, fede e morale. La cosiddetta Realpolitik che da un colpo al cerchio ed uno alla botte, in bilico tra un principio puro ed una soluzione che contenga le perdite, non è la soluzione perfetta ma la migliore possibile

In conclusione, abbiamo l'Europa in crisi di identità, localismi nazionali ne amplificano le contraddizioni, paesi in guerra con crisi umanitarie e un flusso di umanità che vuole accodarsi per usufruire di vantaggi da rifugiati. In questo contesto il Papa parla di "assunzione di responsabilità..", di non chiudere i canali della solidarietà, e poi?.

E' inutile far finta di niente, c'è un mondo di umanità che preme per avere gli stessi diritti, libertà e valori sociali del continente europeo, delle società occidentali in genere. Questo grazie ad un pensiero che si è fatto strada nel corso dei millenni che ha cercato di separare il pensiero religioso da quello politico. La "ragion di stato" dalla morale, il segreto di stato dalla trasparenza. Una strada che parte da lontano e ci ha garantito quello a cui tanti esseri umani aspirano.

La quasi totalità dei migranti in cerca di un mondo migliore provengono da paesi che questa separazione tra lo Stato Laico e quello Etico non è stato fatto, le parole del Papa suonano paradossali, cercano di interferire in una scelta politica europea in risposta ad un "esodo biblico" da paesi in cui Stato e morale sono un'unica cosa. Si all'assunzione di responsabilità, compresa quella di non interferire in altre faccende, a ciascuno il suo.

Ferdinando Chinè (20.01.2016)




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