martedì 15 giugno 2021 - Giuseppe Aragno

Paolo Persichetti: un sequestro o un’occasione d’oro?

Non so se delinquenza comune e manovalanza mafiosa ne abbiano profittato, ma il ministro dell’Interno del «governo dei migliori» l’occasione gliel’ha offerta. Martedì 8 giugno, infatti, agenti di tre diversi servizi della Polizia di Stato – Direzione centrale della Polizia di Prevenzione, Digos e Polizia postale – non hanno trovato altro da fare che perder tempo nel sequestro di documenti raccolti in anni di ricerca da Paolo Persichetti, ricercatore storico che si occupa degli anni Settanta

Per un intero giorno, i custodi del quotidiano disordine pubblico hanno ritenuto l’archivio di uno storico più pericoloso del malaffare; hanno fatto così il primo passo verso quello che potrebbe diventare il processo politico a una maniera di leggere la storia che non collima con la “verità” del Potere.

Nel Paese in cui il Presidente del Consiglio non sbaglia mai e se necessario cammina sulle acque e moltiplica i pani e i pesci, le cose vanno purtroppo così: se vuol vivere tranquillo, un ricercatore storico non deve occuparsi di argomenti ormai prigionieri d‘una qualche verità di Stato. A me anni fa capitò di finire sul Corsera in un piccolo ma vergognoso elenco di “negazionisti”, perché m’ero azzardato a ricostruire la vicenda delle foibe e del confine orientale fuori dai canoni della verità di Stato. Non contenta, l’onorevole Frassinetti presentò una risoluzione rivolta contro gli studiosi che non raccontavano i tragici fatti delle foibe così come voleva la sua verità e propose l’istituzione presso il Ministero dell’Istruzione di un albo degli enti e degli studiosi “autorizzati a recarsi nelle scuole per ricordare i fatti accaduti”. La lista degli abilitati a parlare non si fece, ma si decise – all’unanimità! – che fossero i presidi a valutare (?) la serietà e la serenità dei conferenzieri.

Hai ragione Paolo: da tempo ormai la ricerca storica è sotto minaccia. Io però non mi meraviglio. Qui da noi si fa ancora giustizia col codice del fascista Rocco e abbiamo una Magistratura figlia dell’amnistia Togliatti. Per chi non lo sapesse, quell’amnistia fu scritta da Gaetano Azzariti, Presiedente del Tribunale fascista della razza e poi della Corte Costituzionale! E’ la Magistratura dei Palamara, dei giudici che hanno appioppato 14 anni di carcere a Francesco Puglisi, condannato per aver messo fuori uso un bancomat, secondo regole fissate dai fascisti nel 1930: “devastazione e saccheggio”! Gli stessi giudici che non toccano i padroni, quando ammazzano i lavoratori negandogli la sicurezza. Quelli che hanno incarcerato l’ultrasettantenne Nicoletta Dosio, esponente dei NO Tav, per un danno erariale di poche centinaia di euro e applicano il principio fascista della “pericolosità sociale” a Eddi Marcucci, tenuta sotto stretta sorveglianza e sottoposta a mille privazioni di libertà perché, armi in pugno, ha difeso dai turchi di Erdogan la libertà dei Curdi. Il beato Draghi, che si avvia a diventare santo, l’ha detto chiaramente, del resto: a noi i dittatori servono. Non l’ha detto, ma è chiaro: ci dà invece molto fastidio chi li combatte e lotta per la libertà.
Tu, caro Paolo, hai chiesto a giusta ragione a chi ama la storia una risposta civile, ferma, forte e indignata. Che – aggiungo io – non si limiti alle parole di circostanza e al bla bla sulla solidarietà.
Per quanto mi riguarda ho un archivio pieno zeppo di malefatte di giudici servi del potere e ci ho scritto libri: Crispi che chiede ai giudici di imbastire un processo farsa per far fuori i socialisti e il processo si fa; un magistrato che si contenta della dichiarazione congiunta e bugiarda di un pool di Commissari di P.S. che raccontano Biancaneve e i sette nani su un omicidio di Stato, commesso nei giorni di fuoco della settimana Rossa e via di questo passo. Mettiamo insieme qualche libero ricercatore. Ognuno ricostruisce, in ordine più o meno cronologico, una o due pagine «nobili» di questa storia infame e facciamone un libro. Raccontiamo alla gente cosa contengono le nostre carte e vediamo quanti sequestri e quanti processi i camerati di Palamara avranno l’ardire di organizzare.




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