venerdì 18 settembre 2020 - Gerardo Lisco

Panem et circenses? #VOTONO!

I capi partito o meglio i referenti dei singoli cartelli elettorali sono tutti per il Si alla riduzione del numero dei parlamentari. Le continue esternazioni mi fanno pensare che sono terrorizzati dal'idea che il NO possa vincere o che possa perdere con una minima percentuale di scarto. 

Se avessero taciuto, facendo in modo che la campagna referendaria passasse sotto silenzio, probabilmente sarebbero risultate vere le previsioni dei sondaggi che davano il SI all'80%. Però il ceto di politicanti ha iniziato a parlare e questo potrebbe innescare una reazione per cui in molti potrebbero recarsi a votare e soprattutto a votare NO alla riduzione del numero dei parlamentari come segnale forte da dare a un ceto politico asservito alle oligarchie finanziarie e ai media mainstream. Questo scenario sembra evidentemente molto realistico e costoro stanno perdendo completamente il senso della realtà, arrivando a minacciare la crisi di governo in caso di vittoria del NO. Una vera e propria minaccia per il cittadino chiamato a pronunciarsi su un provvedimento e che non sceglie secondo le indicazioni di capi consorterie. Lo ripeto perché quello che sta accadendo è davvero grave: in Italia si invoca la Democrazia però guai ad esercitare liberamente il diritto di voto su una materia così importante secondo scienza e coscienza. Mi permetto di far notare a tutti questi geni della politica che tanto il Governo quanto il Parlamento hanno scadenze importanti da affrontare. Cito a memoria: piano per il Recovery Fund, attivazione del SURE, valutazione senza pregiudiziali campate in aria circa l'utilizzo o meno del MES sanitario, Bilancio 2021 ed altro ancora. Faccio notare che Conte gode del gradimento del 60% degli italiani e che tale gradimento è strettamente legato a ciò che il Governo sta facendo sul piano economico e sociale che con il tema Costituzione ha poco o nulla a che fare. Quando si parla di Costituzione si parla di regole del gioco Democratico, si parla di regole che in primo luogo devono essere condivise dai cittadini. Faccio notare che l'approvazione delle regole richiede che esse debbano essere chiare e comprensibili. Ebbene la riduzione del numero dei parlamentari è un provvedimento estemporaneo che non ha nè capo nè coda. In questi giorni sto leggendo gli atti delle precedenti Commissioni per la riforma Costituzionale. Leggevo la relazione di Silvano Labriola, gli interventi di Bettino Craxi di Mariotto Segni; ho riletto con molto interesse anche un articolo di Norberto Bobbio pubblicato su La Stampa nel 1980 a proposito del Governo degli onesti; sto rileggendo gli atti della Commissione Bozzi e della Commissione De Mita – Jotti. Ebbene, a leggere quegli atti e poi a seguire il dibattito in corso sulla riduzione dei parlamentari resto basito, l'unica riflessione che riesco a fare è: in quali mani è finita l'Italia. Dalla lettura della relazione di Silvano Labriola, che è del 1992, emerge tutta la complessità del tema: la necessità di adeguare le istituzioni alla scelta europeista, il ruolo delle regioni e dei due rami del parlamento, quale relazione tra Parlamento ed esecutivo, l'uso da parte dell'Esecutivo degli strumenti straordinari di produzione delle norme ecc. ecc.. Il confronto attuale, invece, non verte affatto su questi temi, semplicemente li ignora. Mi viene da pensare che ne ignorino l’esistenza .Le argomentazioni utilizzazione in questa campagna elettorale sono la prova della mancanza totale di cultura politica e di senso delle istituzioni: “Bisogna ridurre il numero dei parlamentari perchè così verranno eletti solo i più onesti.” Per quali reconditi automatismi una cosa di questo genere si dovrebbe verificare? “Il Parlamento è poco produttivo.” Se leggo i dati viene fuori che il Parlamento italiano è uno dei più produttivi, non a caso una delle critiche è che in Italia ci sono troppe leggi. “Il Parlamento costa troppo bisogna ridurre i costi.” E allora perché non cominciare con il ridurre le indennità. L’occasione c’è già stata, ma non è stata colta. “Il Parlamento costo troppo, montagne di fotocopie!” E allora il Parlamento lavora! Comunque per ridurre questo costo sarebbe stato sufficiente digitalizzare tutto. I capi consorteria sono terrorizzati perchè hanno pensato di vincere assecondando gli istinti populisti e di vendetta sociale, ora però iniziano a pensare che, ancora una volta, non conoscono la comunità che pretendono di governare. Ciò che chiede la società è che i problemi che l'affliggono vengano risolti. Gli italiani sono esasperati perchè è cresciuta la disuguaglianza, perchè hanno i figli disoccupati e ,,spesso lo sono anche i genitori, perchè all'orizzonte non vedono nulla, perchè vogliono che venga affrontata la questione migratoria; perché vedono le città nelle quali abitano sempre più pericolose, vedono le condizioni dei quartieri dove abitano sempre più degradate e degradanti, vedono la sanità che fa acqua, si rendono conto che molti di loro hanno salari bloccati al minimo e pensioni che saranno ancora più basse dei salari che percepiscono, vedono i loro figli disoccupati, precari e senza futuro. Non è la riduzione del numero dei parlamentari che risolve questi problemi. L’establishment pensa di offrire il taglio dei parlamentari per quietare la rabbia del popolo; ma gli Italiani non sono la plebe della Suburra alla quale era sufficiente offrire lo strazio di qualche migliaio di cristiani per recuperarne la fiducia. Il Popolo italiano è altra cosa, lo dimostrerà ancora una volta al referendum. Gli italiani chiedono altre politiche economiche ed altre politiche sociali. Il ceto politico italiano è terrorizzato proprio dalla consapevolezza che lo scambio non è accettabile e che loro non sono in grado di offrire ciò che gli italiani chiedono. Sono queste le ragioni per le quali io VOTERO' NO alla riduzione del numero dei parlamentari. Non sono interessato ad uno scambio al ribasso che annienta il nostro sistema Democratico.




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