Panem et circense
"Se ne parla poco eppure accade. Tutti gli occhi del mondo sono rivolti verso Gaza e Israele. Non proprio tutti. L’Europa dell’Est è in fermento. Le proteste avvenute recentemente in Grecia forse erano solo un avvertimento. Da quella crisi è scaturito un rimpasto di governo, anche se il primo ministro ha rifiutato di dimettersi.
Per paradosso, la mancata fornitura di gas ha fatto accendere la fiamma della protesta, in Bulgaria. Ma anche paesi che non hanno sofferto di questa crisi, ovvero i paesi baltici, si stanno ribellando contro i rispettivi governi. Colpa la crisi, che ha avuto anche più grande effetto a causa della crescita instabile e la corruzione diffusa. Partite dalla Lettonia, ora stanno infiammando anche la vicina Lituania.
Manifestazioni in Bulgaria
Sono al terzo giorno di protesta i manifestanti nella capitale Sofia. Già stretto il paese dalla mancanza di gas, ora più di duemila studenti, ambientalisti e agricoltori si sono riuniti davanti al parlamento per chiedere riforme per l’istruzione superiore, sussidi statali e, in primis, la dimissione del governo. Quello della Bulgaria è indicato dagli osservatori europei come uno dei più corrotti, e per questo ha rischiato di uscire dalle trattative per l’ingresso nella Ue più di una volta. In breve la protesta è degenerata in scontri con le forze dell’ordine che, su ordine del vicesindaco, hanno usato manganelli e lacrimogeni per disperdere la folla.
Secondo i manifestanti, gli episodi di violenza sono stati preparati e pilotati dalla polizia, che ha ignorato le frange più violente della protesta per attaccare il resto del corteo. Circa 170 persone, compresi 22 minorenni, sono state arrestate. Venti persone, tra cui 7 poliziotti, sono rimaste ferite. Oggi avrà luogo una nuova protesta. Le misure di sicurezza saranno rinforzate. Ci sono quattro checkpoint di controllo dove la polizia potrà ispezionare pacchi sospetti e borse e chiederà le carte d’identità. Chiunque abbia meno di 14 anni sarà fatto entrare solo se accompagnato da un adulto.
Gli agricoltori
I produttori di grano si sono aggiunti Martedì alla protesta per sostenere la loro domanda dell’immediato pagamento dei sussidi nazionali dell’anno passato, e chiedono che vengano aggiunti quelli del 2009 nell’attuale bilancio . Tutte le 18 compagnie di produzione hanno preso parte, e oltre 2000 veicoli agricoli sono stati usati. I sussidi si aggiungerebbero a quelli provenienti dall’Unione Europea, e sarebbero usati per tutti i settori agricoli e non solo per i produttori di grano. Inoltre si sono lamentati cdella vendita di grano di quest’anno ad un prezzo di un terzo inferiore al prezzo di mercato. Continueranno a protestare finché le loro richieste non saranno soddisfatte.
Ritorno al nucleare
Il primo ministro bulgaro Stanishev ha annunciato venerdì che si sta facendo il possibile per riattivare una delle Unità degli Impianti di Energia Nucleare “Kozlodoy”. Se la crisi del gas continuerà, l’unità potrà essere riattivata in 45 giorni al massimo, aggiungendosi alla Slovacchia che pure ha proposto questa soluzione temporanea. L’UE protesta che ciò vìola i trattati di entrata nell’Unione, ma questi danno il diritto di prendere misure di questo tipo in una situazione di crisi. Stanishev sta considerando i rischi politici dell’azione e ha dichiarato che non ha l’intenzione di agire unilateralmente.
Lettonia
Una manifestazione contro il governo, inizialmente pacifica, è poi degenerata in sommosse e atti di vandalismo, martedì sera, nella capitale Riga. Aspri scontri con la polizia si sono avuti nei pressi del parlamento, circondato dalle forze dell’ordine per prevenire un assalto della folla. Era dal 1991, anno del collasso dell’Unione Sovietica, che non si vedeva una manifestazione di piazza di questo genere. La polizia ha dichiarato lo stato di emergenza.Venticinque feriti e 106 arresti è un primo bilancio.
I manifestanti, convocati dall’opposizione, chiedono le dimissioni del premier Godmanis e lo scioglimento del parlamento: i quattro partiti della maggioranza sono accusati di immobilismo e di incapacità politica. La Lettonia è in preda ad una grave crisi economica e per arginare la recessione il Fondo Monetario Internazionale le ha stanziato 7,5 miliardi di euro.
Già nel 2007 la piazza costrinse l’allora premier alle dimissioni, ma la maggioranza che lo sosteneva è rimasta al potere. Ora, una folla di 10.000 persone si è incontrata grazie alla chiamata dei partiti politici di opposizione, i sindacati e organizzazioni non governative contro le misure del governo di scaricare l’intero fardello della crisi economica in Lettonia sulle spalle della popolazione. Si è protestato anche contro la corruzione e l’incompetenza. Il governo lettone è composto da una instabile coalizione di sei partiti di destra, capitalisti ed estremamente nazionalisti.
Alla fine della dimostrazione, un numero imprecisato di protestanti ha lanciato palle di neve e pietre verso gli edifici governativi rompendo alcune finestre. La polizia ha quindi risposto violentemente.
In un annuncio pubblico mercoledì, il presidente Lettone Zatlers ha denunciato le manifestazione, ma ha anche ammesso che la fiducia nel governo, compresa la sua abilità di contrastare la crisi, è “collassata in modo catastrofico”. Ha detto che cercherà dunque “nuove facce nel governo” per calmare il malcontento generale.I cambiamenti saranno conclusi per il 31 Marzo, ha affermato, o proporrà un referendum per sciogliere il parlamento. Un membro dell’opposizione ha fatto cenno alla radicalizzazione di alcune parti della popolazione, facendo un parallelo alla crisi in Grecia, con le manifestazioni contro la stagnazione economica, la povertà crescente , la corruzione diffusa e la disintegrazione del sistema educativo.
Lituania
Si è presto diffusa la voce della protesta nei vicini di casa, ed è bastata una scintilla per far divampare le manifestazioni. A Vilnius la polizia lituana ha dovuto usare gas lacrimogeni e proiettili di gomma venerdì per disperdere la folla dal parlamento dello stato Baltico, dopo che la gente ha iniziato a lanciare sassi e bottiglie all’edificio durante la manifestazione anti - governativa.
La folla era parte di una più ampia dimostrazione chiamata dai sindacati quando il governo di centro-destra, al potere solo da Ottobre, ha alzato le tasse e tagliato le spese dopo che la flessione economica ha colpito i fondi statali. Cinquemila persone erano presenti totalmente, ma i problemi sembra siano venuti da un gruppo di circa 200 persone tra le 2000 presenti fuori dal parlamento. Dopo che è intervenuta la polizia anti-sommossa, è seguito uno stallo tra questa e i manifestanti.
Un’altra parte della folla ha marciato lungo la via principale verso l’edificio governativo principale, ma la dimostrazione lì è stata pacifica. Alcuni chiedono “Educazione gratis per ognuno”.”
Autore: Alex Buaiscia
Fonte: Reset Italia
E questi sono solo i primi piccoli segnali…
Aspettiamo anche in Italia che accada o vogliamo comunicare in modo garbato e cooperativo ai nostri rappresentanti di cambiare marcia e rotta? Poi se non lo faranno se la saranno proprio cercata.
Il resto della civiltà occidentale sta andando verso dove ben sappiamo, per una volta però e dopo tanti secoli potremmo riprenderci la nostra posizione e dare il buon esempio. Questa era la culla della civiltà occidentale e ora quattro ex-barbari illetterati guidano la marcia trionfale verso il baratro e la guerra civile, perché di questo si tratterà fra poco ( io spero mai comunque).
La gente non ce la fa più, stanno aumentando anche da noi a dismisura le famiglie che non ce la fanno a campare. Sembra di essere in uno di quegli incubi in cui corri corri e non raggiungi mai la meta. E’ ora di svegliarsi e riprendersi in mano il futuro, palesemente incapaci sono quelli che stanno decidendo per noi, ma se questi signori non sentono il fiato sul collo, e fiato di gente sveglia ed informata, non cambieranno.
Loro guardano i sondaggi e cercano di pilotare “l’opinione pubblica” e finchè l’opinione pubblica non farà sentire la sua vera opinione niente e nessuno li farà cambiare registro.
Il resto sta a noi ed è meglio pensarci bene a quello che non vogliamo o vogliamo fare; abbiamo in mano ora il destino dei nostri figli, che futuro vogliamo per loro?