sabato 26 marzo 2016 - loredana michelon

Pace, Pasqua, amore - Guerra, pianto, dolore

Pensieri, parole a volte così lontane dalla vita quotidiana, che come un chiodo fisso ti frullano nella mente. 

Proprio nei giorni di festa come la Pasqua dove il mondo ti piacerebbe sereno senza dolore e problemi, ti trovi a tu per tu con attentati e guerre infinite, ma proprio in quel giorno, tutti gli anni ti accorgi che sempre di più è vero il contrario.

Avete notato come sia dolce il suono delle parole del bene? Ascoltatevi mentre le pronunciate: ”pace, Pasqua, amore” e invece come sono dure o meglio stridenti, quelle del male: “guerra, dolore, pianto”.

Molta acqua è passata sotto i ponti ma gli uomini, non hanno ancora imparato a distinguere il bene dal male, il dolore dalla gioia, il pianto dal sorriso.

Quale Pasqua passeranno le persone sopravvissute, o i congiunti delle vittime di attentati politico religiosi? Dove si fa passare per fanatismo uno squallido gioco di compravendita di chi viene mandato a portare le bombe, ad innescarle con il rischio di farsi del male a loro volta, con la convinzione di fare un gesto utile al proprio credo, quando invece non sono altro che sporche manipolazioni di potenti che da sempre fanno girare l’ingranaggio del mondo e morire chi quel mondo lo sogna.

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uomini nel caos

La guerra arricchisce pochi, ma li fa ingrassare molto. E allora eccoli ad ingaggiare poveri cristi, sfruttati da sempre e, dagli stessi aguzzini pagati per uccidere, dopo averli convinti che i cattivi sono gli altri perché il loro Dio è diverso.

Potenti, che attraverso tutti i possibili canali di comunicazione, fanno passare messaggi a senso unico, come puoi leggere in facebook, nei post di convinti praticanti musulmani, gente tranquilla, e talmente condizionata dall’educazione ricevuta, che sono davvero convinti che la famiglia cattolica si è convertita all’Islam ed ora è felice? Oppure che il nome più diffuso nel mondo per i bambini maschi sia Mohamend, mentre da dati certi e con grande distacco il nome preferito dai genitori è Andrea.

Che la religione più diffusa nel mondo sia la loro e non accettano che invece quella più diffusa è la cristiana.

Il grave della questione è proprio qui, condizionare a tal punto le popolazioni, da far credere loro che se sono poveri e non stanno bene, come in altri stati o città, la colpa è di quelli che in quelle città ci vivono e non del fatto che se nel loro paese esiste una situazione di semi libertà e di povertà, sono proprio i loro “profeti in patria" quelli che li vogliono in quelle condizioni, perché meglio manovrabili e più sottomessi.

Del resto abbiamo avuto anche in Italia diversi “profeti in patria”, da sempre, uno di quelli più vicino a noi con l’era fascista il Duce, che ha trascinato folle dove ha voluto e le stesse, ne hanno pagato lo scotto andando a combattere guerre e a far scoppiare una forma di guerra civile dove il nero da la caccia ai rossi e viceversa.

Forse hanno imparato qualche cosa? No di certo!

Solo qualche anno fa, un altro incantatore ne ha affascinata di gente, usandola per portare a casa quello che gli interessava nel suo business.

Ci saranno ancora tanti Silvio a tormentare l’Italia, ad incantare serpenti o meglio a farsi seguire come il pifferaio magico della favola non dai topi, ma da ignari cittadini convinti che il futuro sarà migliore e in discesa.

Ogni paese ha la sua spina nel fianco, ma quando incominciano ad osare troppo e a fomentare discordia, ad allontanare le genti, per differenza di religione, così la vogliono far passare, allora bisogna fermarli. Ma la gente per la strada che sia nel Senegal o in Tunisia o in Pakistan, oppure in Israele come pure in Italia, cercherà di farsene una propria ragione? No come sempre seguirà chi poi li userà e li getterà via quando non saranno più necessari.

Da chi si piange sempre addosso per la situazione che vive e non li soddisfa, ma che non fa nulla per cambiarla. Per chi è troppo presuntuoso per mettere la boria da una parte e umilmente interagire per arrivare a capire anche le esigenze di chi vive alla porta accanto, da sempre.

L’uomo non ne azzecca una buona e pur di litigare, ci mette di mezzo anche Dio. Scusate ma mi viene da dire “alla faccia della Pasqua” la festa della pace della serenità e della fratellanza.

Sono solo parole e pensieri.

Auguri

Lory Michelon




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