
Vox populi, vox Dei. E adesso i primi nodi vengono al pettine. Dopo tanti pettegolezzi e affermazioni di vario genere, iniziano a divenire palesi quelle crepe che da tempo attorniavano gran parte dei "partiti" locali. Si va dal PD al PDL, sino ad arrivare all’UDC, senza che non si trovi un gruppo privo di problematiche interne. Diatribe sempre più lapalissiane e sconcertanti.
Ma cominciamo con l’evidenziare quel partito ove le crepe sembrano essere più cupe e profonde.
Quello schieramento ove nella giornata di Lunedì 22 Giugno, un folto gruppo di giovani appartenenti al Direttivo, hanno deciso di rassegnare le dimissioni.
Il partito in questione è il PD.
I dimissionari sono addirittura 9 su 30.
Ci sembra opportuno allora riportare integralmente le motivazioni degli insodisfatti ex aderenti al "partito bacolese" di centro sinistra. Giustificazioni che sono state consegnate al segretario del PD locale, Antonio Di Bernardo.
"Noi sottoscritti componenti del Direttivo di seguito elencati; riteniamo, che a seguito di un prolisso dibattito di questa componente politica relativo alle delicatissime vicende che travolgono il territorio e i cittadini bacolesi, il nostro Partito abbia utilizzato il suo tempo utile per cercare convergenze interne, anzichè preoccuparsi del divario che si è instaurato fra la classe politica ed i cittadini stessi, prova ne è (ahinoi!) l’esito non certo entusiasmante dell’ultima tornata elettorale del PD di Bacoli.
Non riteniamo opportuno, utile o risolutivo accanirsi nell’analisi specifica dei dati elettorali per scatenare un dibattito che produrrebbe di sicuro inevitabili polemiche che comunque non cambiano un dato elettorale certo ed inequivocabile che vede il Partito Democratico in una grave perdita di consensi, cui l’attuale classe dirigente non è riuscita a porre rimedio.
In quanto componenti del suddetto consesso riteniamo coscienzioso ed inevitabile, data l’analisi appena eseguita, rimettere il nostro mandato; intendiamo però specificare che la stessa coscienza che ci ha condotti a questa delicata e sofferta decisione ci impone, tuttavia, di non innestare ulteriori elementi d’instabilità all’interno del Partito stesso, a maggior ragione, in seguito alla delicata situazione politico-amministrativa che sta vivendo il nostro Comune, pertanto riteniamo irrevocabile il nostro atto solo a seguito di un qualsiasi esito della circostanza suddetta.
Pensiamo inoltre, che per una seria e adeguata riflessione, sia utile riportare all’attenzione del Direttivo, anche tutte le pur significative adesioni mancate a questo documento non per inconciliabilità con i contenuti portati all’attenzione, ma per la forma da noi adottata."
Non riteniamo opportuno, utile o risolutivo accanirsi nell’analisi specifica dei dati elettorali per scatenare un dibattito che produrrebbe di sicuro inevitabili polemiche che comunque non cambiano un dato elettorale certo ed inequivocabile che vede il Partito Democratico in una grave perdita di consensi, cui l’attuale classe dirigente non è riuscita a porre rimedio.
In quanto componenti del suddetto consesso riteniamo coscienzioso ed inevitabile, data l’analisi appena eseguita, rimettere il nostro mandato; intendiamo però specificare che la stessa coscienza che ci ha condotti a questa delicata e sofferta decisione ci impone, tuttavia, di non innestare ulteriori elementi d’instabilità all’interno del Partito stesso, a maggior ragione, in seguito alla delicata situazione politico-amministrativa che sta vivendo il nostro Comune, pertanto riteniamo irrevocabile il nostro atto solo a seguito di un qualsiasi esito della circostanza suddetta.
Pensiamo inoltre, che per una seria e adeguata riflessione, sia utile riportare all’attenzione del Direttivo, anche tutte le pur significative adesioni mancate a questo documento non per inconciliabilità con i contenuti portati all’attenzione, ma per la forma da noi adottata."
Al termine di tale pesantissimo documento sono posti i nomi di Gennaro Di Colandrea, Elio Picone, Roberto Della Ragione, Antonio Scotto di Vettimo, Claudia Della Ragione, Antimo Sorrentino, Gisella Scotto di Vetta, Nicola Castaldo e Ciro Napolitano.
Aggiungere ulteriori considerazioni a tali incisive missive, ci sembrerebbe davvero inopportuno. Poichè non è nostro obiettivo quello di martoriare uno schieramento politico il quale sembra aver già avviato da tempo le procedure di un’ autodistruzione silenziosa e incommentabile.
Dal canto nostro non ci resta altro da fare che constatare un evidente mutamento di rotta. Infatti da oggi, almeno per ciò che concerne il territorio bacolese, l’acronimo PD non servirà più per indicare il Partito Democratico, bensi sarà utile per ricordare la nascita di una nuova coalizione: il Partito dei Dimissionari.