venerdì 15 giugno 2018 - paolo

Ordine perentorio: "Azzannate il M5S"

 

Che il M5S fosse inviso a tutto l'establishment della turbo politica italiana (e non solo) non è una notizia. Poiché non facilmente omologabili ai partiti tradizionali e tendenzialmente antisistema hanno fin da subito costituito un pericolo mortale per tutti coloro che nella politica e dalla politica traggono benefici o favori. Dopo inutili tentativi di omologarli al quadro generale, a seguito del devastante consenso elettorale ricevuto dal M5S alle ultime elezioni politiche, hanno deciso di passare ad una azione più incisiva.

L'occasione l'hanno fornita gli stessi Di Maio e soci, uscendo dall'isolamento che si erano autoconfezionati per timore di infettarsi, quando hanno stretto un patto di governo fondato su un programma sottoscritto con la Lega di Matteo Salvini. Come sempre avviene negli arrembaggi la prima a buttarsi sull'osso è la cosiddetta "stampa libera", di cui è francamente difficile percepirne i contorni, nel mentre per i partiti usciti da una sconfitta bruciante il fatto di schiumare una rabbia incontrollabile lascierebbe il tempo che trova. I cittadini li hanno puniti con buona pace di quel "renzusconi" che si erano ritagliati su misura con il famigerato "Rosatellum" .

Giannini, Zucconi, Polito, Cazzullo, Sarzanini, Sansonetti, Merlo, Bechis, Buccini ecc.., l'elenco sarebbe lunghissimo, stanno affondando la lama nel burro con critiche feroci che vanno dal "bullismo" rifilato a Salvini, che per la verità non fa nulla per evitarselo, al rischio di "regime", sottindendo una forma di autoritarismo di stampo fascista. Particolarmente sbertucciato il premier Conte, associato ad una sorta di mammoletta nelle mani dei due dioscuri Di Maio e Salvini. Nel coro si è pure aggiunto un certo Macron, che invece di occuparsi di una Francia che gli si sta letteralmente rivoltando contro, ha pensato bene di sfruttare la vicenda della nave Aquarius, ora in rotta verso la Spagna, per mostrare tutto il suo disprezzo per questo nuovo governo italiano, a suo dire "populista" e troppo vicino alla Marine Le Pen.

L'incidente diplomatico che ne è seguito sembra ora risolto ma quel "vomitevole" uscito dalla bocca di un suo portavoce non apre alle speranze di una Europa unita. Il galletto francese ritiene l'Europa il suo orticello di casa, una sorta di Francia allargata e l'Italia una sottoposta da sculacciare. Purtroppo è l'eredità che ci hanno lasciato troppi governi proni e accondiscendenti fuori dai confini, per avere mano libera nella gestione del potere interno. Renzi su tutti. Dopo avere respinto gli immigrati, che in base ad accordi sottoscritti la Francia avrebbe dovuto prendersi (10.000), dopo l'irruzione della Gendarmerie in quel di Bardonecchia, dopo il respingimento di una migrante incinta e in grave rischio tra le nevi del confine piemontese e dopo le perle di ospitalità caritatevole alla rovescia in quel di Ventimiglia, il bulletto francese, evidentemente affetto da un atavico "superiority complex", ha pensato di darci una lezioncina.

Una lezioncina politica, con toni che sconfinano nell'insulto più becero, che ogni giorno piove su questa maggioranza di governo, in carica da meno di una decina di giorni ma già foriera di disastri inimmagginabili e catastrofi per tutti. Dai media televisivi, con La 7 capofila che per l'occasione sfodera una batteria niente male che va da Lilly Gruber, passando per Sardoni , Tortora e via dicendo, si martella notte e di'.

Una azione massaggiante che è giunta persino alla rivisitazione mediatica di un certo Capezzone che molti davano per scomparso. Si dirà è giusto e sacrosanto diritto di critica ed ora nel mirino ci sono loro, ma una veemenza così non si era mai vista. Basta vedere il caso che sta avvenedo a Roma con l'inchiesta sul costruttore Parnasi per il nuovo stadio della Roma. Per ora agli arresti, oltre allo stesso Parnasi, ci sono un piddino ed uno di Forza Italia, e capisco che questa non è una novità, poi c'è l'avvocato Anzalone da circa un anno nominato per meriti sul campo nuovo presidente di ACEA, la più grande partecipata del paese, indagato e dato in quota M5S per essere stato proposto dallo stesso Grillo, e infine un bischerotto del M5S intercettato, che al massimo potrebbe essere accusato di millantato credito per un progetto di restyling del litorale di Osta, che risulterebbe non farina del suo sacco ma dello stesso Parnasi. Tuttavia sembra che la pietra dello scandalo sia sempre e comunque la solita Virginia Raggi che, fino a prova contraria, semmai è parte lesa assieme al Comune di Roma. Ma è in quella direzione che si punta e si spara alzo zero.

Giunge notizia che alla decisione di affidare la delega alla edittoria (stampa e tv) a Luigi Di Maio, sia intercorsa una furibonda telefonta tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Evidentemente il sultano di Arcore aveva avuto garanzie precise da Salvini che il M5S sarebbe stato tenuto fuori dalla sua mangiatoia privata. La virulenza degli attacchi a questo governo ha trovato quindi una ragione di più.

E' evidente che questa maggioranza di governo sta sulle scatole ai molti, troppi che sono al timone affaristico del paese; c'è il rischio fondato che vengano veramente messi in atto provvedimenti contro la corruzione, l'evasione fiscale e i privilegi e questo viene percepito come fumo negli occhi, come un pericolo mortale da un sistema di potere e commistioni, che confidava nel tranquillo mare garantito dai vari Renzi e Gentiloni.

Insomma "aridatece il PD" che fa tanto pandan con quel " Aridatece er puzzone", che gridavano esasperati i romani nel giugno 1944, invocando il ritorno di Mussolini.




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