mercoledì 29 gennaio 2020 - Associazione di volontariato Idra

Nuovo Centro Sportivo Fiorentina a Bagno a Ripoli

Era stata trasmessa il 9 dicembre al Comune di Bagno a Ripoli con la richiesta che “possa essere resa pubblica, ottenere ascolto, ricevere motivato riscontro”.

 Soltanto un mese più tardi – dopo varie sollecitazioni - la riflessione di Idra sull’ipotesi progettuale “Nuovo centro sportivo ACF Fiorentina” è stata pubblicata sul sito istituzionale del Comune, insieme ad altre undici, ma senza che ne sia stata fornita – risulterebbe – informazione ai cittadini con un comunicato stampa, e in uno spazio web diverso: non più nella pagina dedicata dal Garante dell’Informazione e della Partecipazione al Nuovo centro sportivo ACF Fiorentina, ma – anonima – in una sotto-pagina all’interno di #OpenBagnoaRipoli / Pianificazione e Governo del Territorio / Nuovo Centro Sportivo Fiorentina.

Partiamo dall’immagine riassuntiva finale.

A noi piacerebbe – scrive Idra – che il Comune di Bagno a Ripoli adottasse il punto di vista raccontato ne “La strategia del colibrì”:

Una storia africana racconta che un giorno in una foresta scoppiò un incendio.

Tutti gli animali scapparono e restarono a guardarla terrorizzati e impotenti mentre bruciava. Tutti, a parte un colibrì che cominciò a volare avanti e indietro verso la laguna più vicina, raccogliendo una goccia d’acqua nel becco e lanciandola sull’incendio.

Quando gli altri animali chiesero stupefatti cosa pensava di cambiare con quella goccia, il colibrì senza fermarsi rispose: «Non lo so ancora, ma faccio la mia parte».

Secondo l’associazione fiorentina, infatti, la somma degli interventi di urbanizzazione in cantiere nel contesto territoriale in cui è inserita l’ipotesi di progetto proposta da ACF Fiorentina potrà scaricare su ambiente, sicurezza e vivibilità del territorio conseguenze che vanno opportunamente valutate. Un’amministrazione pubblica è chiamata a considerare l’insieme dei progetti, non la singola azione isolatamente dalle altre“Guardando già solo le nude cifre di consumo e impermeabilizzazione del suolo”, infatti, osserva Idra“parcheggi, depositi, ponti e altri interventi di cementificazione rischiano non solo di sfigurare il profilo storico, lieve e dolce, di questa ampia porzione del territorio di Bagno a Ripoli, ma anche di dare un indesiderabile contributo locale, piuttosto che all’attenuazione della pressante emergenza climatica, al suo aggravamento. E qui Idra sottolinea appunto un tema attuale, urgente e non rinviabile, dove a ogni abitante del pianeta, e dunque anche a ogni Comune, a ogni Regione, a ogni Stato, si richiede la “strategia del colibrì”: ognuno faccia la sua parte!

In questo senso, si legge nel documento, “l’inserimento di un 5% di edificato in superficie (non siamo stati in grado di comprendere se sia previsto dell’edificato anche nel sottosuolo, il cui allestimento e utilizzo non sarebbe esente da impatti), e dunque di un equivalente tasso di impermeabilizzazione del suolo, è stato presentato come inoffensivo o addirittura migliorativo della qualità ambientale dell’area”. In realtà sarebbe opportuno che il proponente producesse “i dati relativi all’eco-bilancio dell’ipotesi di progetto, in relazione alle esigenze di approvvigionamento e di consumo legate alla prevista pressione antropica sui luoghi e nelle arterie di accesso ai medesimi (considerando che naturalmente la nuova destinazione risulterebbe di fatto attrattiva di incrementi di flussi di mobilità), alla manutenzione delle strutture, alle opere di irrigazione”. E, pensando sempre alla tutela della salute pubblica che un’amministrazione ha il compito di assicurare, si suggerisce che questi dati “possano essere messi a confronto con quelli ipotizzabili adottando un modello di uso produttivo (agricolo o frutticolo), ricreativo (ma distribuito sul territorio piuttosto che concentrato), sociale (piuttosto che assoggettato ad una fruizione privatizzata) della stessa area presa in esame”, come prospettano da tempo altri progetti di valorizzazione verde del Pian di Ripoli (Parco fluviale dell’Arno e simili).

L’argomentazione – poi – per cui sarebbe dettata da un’esigenza di buon governo della cosa pubblica la scelta di procedere celermente all’accoglimento della proposta avanzata dall’arch. Marco Casamonti per conto dell’ACF Fiorentina, al fine di non rischiare che vadano perduti gli investimenti già effettuati dal privato, non sembra rispondere – aggiunge Idra – al requisito che l’Amministrazione ha pure rivendicato come intrinseco alla proposta. “Se abbiamo ben compreso, infatti, nella replica a un intervento in assemblea il sindaco ha descritto il Nuovo Centro Sportivo come una componente razionalmente integrata agli altri provvedimenti in corso di procedura, all’interno di una “visione urbanistica”. Ora, sembra evidente che mal si concilierebbe una programmazione urbanistica attendibile con i tempi che detta il privato”. E c’è di più. “Il fatto che l’acquisto dei terreni oggetto dell’ipotesi progettuale presentata alla cittadinanza sia avvenuto su esplicito invito, se abbiamo ben capito, del Sindaco di Bagno a Ripoli, pare collocare quest’ultimo su di un piano di non-terzietà rispetto all’ipotesi stessa, pregiudicando la credibilità del processo partecipativo formalmente avviato. Se questo fosse il dato, il protagonismo – peraltro non dissimulato – del primo cittadino nella promozione dell’aggiudicazione dei terreni al privato ACF Fiorentina sembrerebbe poco in sintonia col ruolo di rappresentanza super partes dell’intera collettività che appare legittimo attendersi dalla più alta carica della comunità locale”.

Concludendo, sostenere che l’abbandono o la frequentazione abusiva di un’area verde incolta giustificherebbe un intervento che ne preveda la ‘riqualificazione’ diminuendone la quota verde, non sembra a Idra un argomento “ragionevolmente sostenibile”. Come qualcuno ha fatto osservare nel corso del dibattito in assemblea lo scorso 28 novembre alla Chiesa della Pentecoste, viene piuttosto da chiedersi “come mai negli ultimi decenni l’Amministrazione Comunale non si sia efficacemente attivata allo scopo di contribuire a prevenire delle condizioni di degrado, anche attuando la molteplicità di progetti ecologicamente orientati alla realizzazione di un Parco fluviale dell’Arno. Quest’ultima scelta, secondo ogni prospettiva di valorizzazione del territorio guidata dalla sua tradizione storica, avrebbe infatti fornito alle future generazioni – e ancora potrebbe farlo – un habitat rispondente alle caratteristiche del tradizionale genius loci del Pian di Ripoli, già denominato il ‘pomaio di Firenze’, come magistralmente ricorda e documenta alla nostra comunità il capillare lavoro di Silvano Guerrini “L’Arno in Pian di Ripoli”, pubblicato nel 1990 col patrocinio del Comune dal Centro Studi sulla Cultura contadina. Se invece l’Amministrazione Comunale ha operato in passato per dare concretezza a quei progetti, mirando a valorizzare a fini ricreativi pubblici, ecologici e produttivi i terreni oggi acquistati dalla ACF Fiorentina, ebbene di questo non ci sembra di aver trovato testimonianza – ma potrebbe esserci sfuggito – nel corso dell’assemblea del 28 novembre”.




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