venerdì 4 dicembre 2020 - Maddalena Celano

Nuove e gravi provocazioni contro l’Iran. Assassinato lo scienziato Mohsen Fakhrizadeh

Questo 27 novembre 2020, è stato assassinato Mohsen Fakhrizadeh, fisico iraniano, nei pressi della capitale iraniana. Mohsen Fakhrizadeh era un professore di fisica, presso l’Università Hussein di Teheran ed era il direttore dell’Organizzazione per la Ricerca e l’Innovazione della Difesa del Dicastero Militare Iraniano.

Il suo nome e la sua immagine erano sconosciuti all'opinione pubblica internazionale, ma una recente operazione dei servizi segreti israeliani ha posto il fisico iraniano, Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, al centro della scena. 
Chi è l'uomo di punta dietro il programma militare nucleare persiano?
Durante una conferenza stampa a sorpresa, in piena prima serata israeliana, il 30 aprile 2018, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha rivelato che l'archivio atomico iraniano si trova in Israele. " In un luogo sicuro ", ha specificato.

Consiste di più di 100.000 documenti originali in diversi formati e in farsi; un'operazione considerata una delle più grandi conquiste dell'intelligence nella storia del paese.
Nonostante siano stati omessi i dettagli specifici dell'operazione, le immagini pubblicate consentono di identificare una lunga serie di caveau mimetizzati, all'interno di un magazzino ad uso civile e situato nella capitale Teheran.
Mentre un Power Point sofisticato procedeva nella proiezione dei documenti, Netanyahu si è fermato quando è apparsa la foto un po' pixelata di un uomo con occhiali e lineamenti mediorientali. " Parte del piano era creare organizzazioni secondarie ", ha detto, riferendosi a un ordine documentato nell'archivio iraniano. L'uomo, Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi che, secondo le agenzie di intelligence occidentali, potrebbe benissimo essere il capo di un presunto programma di armi nucleari iraniane, era presente come osservatore, la scorsa settimana, quando la Corea del Nord ha effettuato un test nucleare critico, ha riferito il British Sunday Times.
Secondo un rapporto della scorsa domenica, Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi lasciava molto raramente il suolo iraniano, per paura che il Mossad israeliano potesse attentare alla sua vita, seguendo un presunto schema di precedenti omicidi di scienziati nucleari iraniani.
Purtroppo sono riusciti ad assassinare anche lui.
La vittima non aveva neppure 60 anni, Moshen Fakhrizadeh, principale scienziato nucleare iraniano, che i servizi segreti americani e israeliani accusavano di essere dietro ai programmi segreti per arrivare all'arma atomica.


Lo scienziato ha continuato a lavorare anche dopo l'abbandono degli sforzi iraniani, in questo senso, a partire dai primi anni 2000, stando a valutazioni dell'intelligence americana e documenti nucleari iraniani di cui è entrata in possesso Israele.
Un funzionario americano sostiene che dietro l'attacco violento vi sia Israele, ma non è chiaro quanto e se gli Stati Uniti sapessero in anticipo dell'operazione.
Al momento Casa Bianca e la CIA non hanno rilasciato alcun commento.

L’Iran ha un nuovo martire

Mohsen Fakhrizadeh è già diventato un martire per la nazione. L'uomo considerato il padre del nucleare iraniano e dei programmi segreti, è stato ucciso in pieno giorno, questo venerdì, a Absard, cittadina vicino alla capitale.
Immediate sono state le reazioni in Iran all'agguato, il generale Amir Hatami, Ministro della Difesa iraniano ha affermato: "È diventato il bersaglio di un'operazione terroristica mentre era in viaggio vicino a Teheran. Un gruppo delle sue guardie del corpo che lo hanno accompagnato hanno cercato di proteggerlo; tuttavia è rimasto gravemente ferito e portato in ospedale. Sfortunatamente, gli sforzi del team medico, non sono riusciti nel disperato tentativo di tenerlo in vita. È diventato un martire della causa iraniana".
In un recente articolo di Ronen Bergman, pubblicato sulla stampa israeliana, il giornalista ha descritto Fakhrizadeh come " un agente segreto degli ayatollah" e afferma che il suo ufficio nel campus "è circondato da telecamere e le visite sono assolutamente vietate".
Da parte sua, Raz Zimmt, specialista in Iran per l'Istituto INSS di Tel-Aviv, in una sua vecchia intervista ammise che si conoscono pochissimi dettagli sulla vita dei Fakhrizadeh.
"Tutto quello che sappiamo, lo sappiamo solo attraverso le agenzie di intelligence occidentali e sono informazioni che sono apparse ellitticamente nei rapporti dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (menzionati sopra)", ha detto Zimmt. "Gli scienziati, in particolare quelli coinvolti in attività segrete e ancor di più quelli che lavorano nello sviluppo di armi, devono essere soggetti a qualche tipo di limitazione, inclusi i viaggi all'estero", aggiunse.
Alla domanda sul motivo dietro la decisione di Netanyahu di "tenere d’ occhio" Fakhrizadeh, Zimmt aveva suggerito: " Era sotto sorveglianza dei servizi segreti ", aveva affermato in linea con quanto avevano commentato altri esperti, e ha avvertito: " Fakhrizadeh è un obiettivo".

Morti e vermi

C'è da aspettarsi una significativa sorveglianza costante, dei dintorni di Fakhrizadeh, considerando che lui era ancora vivo mentre molti dei suoi colleghi erano già stati assassinati. Tra il 2010 e il 2013, il progetto nucleare degli ayatollah ha subito ripetuti incidenti: sette persone, tra cui scienziati e funzionari nucleari, sono stati oggetto di omicidi. Sei di loro sono morti e solo uno è stato salvato.
Sempre nel 2010, un worm per il computer, chiamato Stuxnet, è stato scoperto su più sistemi che infettarono almeno 15 strutture iraniane, inclusa la centrale nucleare di Natanz.
Questo attacco informatico altamente sofisticato ha causato il guasto di numerose centrifughe alterando il loro sistema di controllo.
Tutti gli occhi sono puntati su Israele, che dal canto suo non ne ha mai lasciato dichiarazioni, né per la misteriosa morte degli scienziati iraniani, né per i codici distruttivi che hanno seriamente danneggiato la capacità nucleare del Paese.

Gli iraniani hanno giurato vendetta.

L'assassinio pubblico di Fakhrizadeh, nell'ambito dell'operazione attribuita a Israele, contiene un secondo messaggio che merita di essere evidenziato: lo Stato ebraico ha la capacità di infiltrarsi a Teheran e rubare mezza tonnellata di documenti, senza essere scoperto.
Al di là delle minacce di ritorsione, da parte del regime di Khamenei, questo è un colpo cruciale non solo per la comunità internazionale, ma per la stessa teocrazia iraniana.
Ulteriormente, questi espedienti “da pistoleri” del far west, tipici delle presunte “democrazie” occidentali, rappresentano davvero una gravissima minaccia alla pace mondiale ed al progetto di un mondo finalmente multipolare e riconciliato.




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