martedì 18 dicembre 2012 - Giuseppe Ottaviano

Nuova privacy di Instagram: in vendita le informazioni degli utenti

Aggiornamento: Instagram fa un passo indietro, dopo le polemiche scatenate ieri dagli utenti preoccupati per il destino delle proprie foto caricate dall’applicazione. “I documenti legali sono facili da fraintendere” si giustificano gli amministratori sul blog ufficiale, dove poi precisano: “Non è nostra intenzione vendere le vostre foto”.

Qualcosa in più di un fraintendimento, la società ha comunicato che stanno lavorando per migliorare i termini utilizzati nei documenti rendendoli più chiari. “Il linguaggio da noi proposto ha sollevato il dubbio che le vostre foto possano essere utilizzate per la pubblicità - si legge sul sito – Noi non abbiamo in programma niente del genere, proprio per questo modificheremo il linguaggio per rimuovere le parti che hanno sollevato la questione”. 

Grande fermento tra gli utenti di Instagram, il progetto del giovane Kevin Systrom venduto per un miliardo di dollari a Facebook. A partire dal 16 gennaio gli utenti, per continuare ad utilizzare il programma, dovranno accettare la nuova “Privacy Policy” e i “Terms of Service”. Le vostre informazioni: luoghi di interesse, bande, ristoranti o hobby, saranno vendute al miglior offerente. Non che questo già non accada semplicemente navigando in rete, in più, però, potreste ritrovare le vostre foto su cartelloni pubblicitari e, perché no, in televisione.

Secondo la nuova politica, Facebook rivendica il diritto di concedere in licenza tutte le foto di Instagram, ad organizzazioni o imprese, anche a fini pubblicitari. Ovviamente, tutto senza pagare un soldo agli utenti che hanno scattato e pubblicato le immagini. Altro problema potrebbe essere quello della durata della proprietà delle informazioni. Se un utente dovesse caricare foto successivamente al 16 gennaio e poi cancellare il proprio profilo, potrebbe aver concesso a Facebook il diritto di utilizzare ancora le proprie immagini, in quanto al momento della cancellazione manca un espresso collegamento tra la chiusura del profilo e il termine dei diritti. Problemi ancora maggiori sorgerebbero se le vostre foto fossero già state vendute al momento della cancellazione dell'utente.

La politica di Google non consente alla società di rivendere le fotografie caricate su Picasa e su Google+: “I diritti concessi per questa licenza sono per il solo scopo di operare, promuovere e migliorare i nostri servizi”. Stessa cosa vale anche per Yahoo con Flickr, in realtà, in passato un tentativo lo aveva fatto anche Yahoo per poi fare immediatamente marcia indietro difronte alla protesta degli utenti.

Molti utenti hanno definito un suicidio la nuova decisione della società che vedrà sicuramente una diminuzione esponenziale dei propri fruitori, non solo, la reazione di chi se ne accorgerà in ritardo, magari sottovalutando i soliti avvisi di servizio, soprattutto se in lingua inglese, potrebbe portare a delle class action. Si attendono chiarimenti o evoluzioni, nel frattempo è partita la corsa a programmi come Instaport che permettono di recuperare tutte le foto caricate su Instagram in modo rapido prima di cancellarsi dal programma.




Lasciare un commento