martedì 22 aprile - Pressenza - International Press Agency

Notizie dal Medio Oriente

Situazione umanitaria a Gaza

La portavoce dell’OMS Margaret Harris ha dichiarato che nella Striscia di Gaza “c’è una grave carenza di forniture mediche e medicinali. Stiamo lavorando per portare aiuti medici per curare i feriti nei continui bombardamenti. Siamo preoccupati per la fame sofferta dai civili, in particolare dai bambini. Inoltre la popolazione non ha accesso all’acqua pulita”.

di ANBAMED

 

Giornalisti nel mirino

Le associazioni dei giornalisti in Francia hanno pubblicato un comunicato su Le Monde nel quale esprimono solidarietà con gli oltre 200 colleghi palestinesi e chiedono la fine della pratica costante e ricorrente di prendere di mira i giornalisti da parte dell’esercito israeliano. Nella lunga lettera appello vengono raccontate diverse storie di giornalisti di Gaza uccisi in attacchi israeliani mirati, mentre loro stavano svolgendo il loro lavoro, altri sono state bombardate le loro case o redazioni. Domani, mercoledì 16 aprile, il collettivo di giornalisti, associazioni sindacati e testate giornalistiche si sono dati appuntamento contemporaneamente in due presidi a Parigi e Marsiglia.

Cisgiordania

Un giovane palestinese assassinato a Jalazoun, a nord di Ramallah.
Malek Al-Hattab, 19 anni, è stato ucciso dai soldati israeliani con colpi di arma da fuoco durante un’incursione nella cittadina.
Insieme ad altri due giovani, lanciava pietre per rallentare l’avanzata degli invasori.
Gli altri due giovani sono rimasti feriti alle mani e piedi e sono ricoverati in ospedale.

L’ospedale di Jenin è stato invaso ieri sera dai soldati.
I carri armati sono stati schierati all’ingresso della struttura, picchiati medici e infermieri e poi sono stati arrestati alcuni feriti in cura.

A Tulkarem prosegue la deportazione della popolazione dei due campi profughi.
Secondo i dati dell’Anp, sono 30 mila i palestinesi cacciati dalle loro case nella provincia.
La maggior parte di loro passa le notti all’aperto senza neanche tende o ripari provvisori.

È deportazione di massa che la maggior parte dei media scorta mediatica di Netanyahu chiamano fuga, come veniva definita la cacciata dei palestinesi dalla loro terra, la Palestina, nel 1948.
No, non si era trattato allora, e non si tratta ora, di fuga, ma di deportazione.

Unione Europea

La guerra di Israele contro la popolazione di Gaza è “oltre limite di autodifesa”.
Lo ha detto l’alta rappresentante Ue Kaja Kallas al termine del Consiglio Affari Esteri del Lussemburgo. “Per quanto riguarda la situazione generale, è molto grave e naturalmente vogliamo che i mediatori tornino al tavolo dei negoziati, riprendano il cessate il fuoco e liberino tutti gli ostaggi”, ha aggiunto.

Trattative

È saltato il tavolo delle trattative perché Netanyahu ha imposto alla sua delegazione di chiedere il disarmo di Hamas, proposta completamente respinta dai dirigenti del movimento palestinese.
Un dirigente di Hamas, Taher al-Nunu, ha dichiarato che “il gruppo è pronto a rilasciare tutti gli ostaggi israeliani in cambio della liberazione di detenuti palestinesi e se Israele porrà fine alla guerra, del ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e dell’ingresso di aiuti umanitari”.
La delegazione palestinese ha già lasciato Il Cairo e si è diretta a Doha, per consultazioni con i capi del movimento.
“Netanyahu alza l’asticella delle rivendicazioni per impedire il raggiungimento di un accordo e proseguire la guerra contro la popolazione di Gaza e salvare la sua poltrona”, ha detto una fonte del governo egiziano alla tv Al-Qahira Ikhbaria (Cairo News).

Israele

Esercito israeliano in crisi: più di 100 mila riservisti non si presentano al richiamo.
Tel Aviv conta su 170 mila soldati attivi e mezzo milione di convocabili.
All’inizio dell’invasione di Gaza, l’esercito ha richiamato 295 mila riservisti.
I numeri sull’affluenza, analizzati dal magazine +972, mostrano che solo il 50-60% continua a rispondere al richiamo militare.
La scorsa settimana, il capo di stato maggiore israeliano, Zamir, ha licenziato 1000 ufficiali e piloti che avevano firmato un appello per la fine della guerra e salvare gli ostaggi.
Altri ufficiali ed ex comandanti di esercito e forze di sicurezza hanno firmato altri appelli contro la politica guerrafondaia di Netanyahu.
Un ex generale è arrivato a dichiarare che il premier è un pericolo per Israele e andrebbe arrestato.




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