lunedì 22 giugno 2020 - Marina Serafini

Nota senza titolo

Oggi un uomo mi ha confidato un segreto; era un segreto pesante, costato silenzio per anni, schiacciante, insopportabile, incondivisibile. 

 
E dopo un periodo di prostrazione crescente, dovuta ad una concomitanza di eventi, come un foruncolo che si matura per gradi, con esasperante lentezza, ecco che è uscito pian piano, poche parole alla volta, confuse, sussurrate, tirate, fino a fluire in un pianto silenzioso e arrabbiato. Quanta rabbia in quelle parole. Un gatto infuriato che tira artigliate d'intorno. Anche su me, che lo spingevo a svuotarsi. Tempesta, dolore e poi la vergogna. E dopo ancora stanchezza, fino ad un sonno profondo, nella notte tranquilla.
 
Camminavo a passo veloce, falcate rampanti per smaltire la rabbia che mi era gonfiata all'interno: invasa dal senso di esser tradita, nella fiducia e nell' amicizia, offesa nel mio essere coscienza. E mi ripetevo in un dialogo interno che non avevo diritto di esser delusa: ognuno conduce da sè la propria esistenza, e vede negli altri quanto riesce, o ciò che vuole vedere. 
Non importa se la fonte é diversa, non conta: ció che agisce e ci spinge, ci forma e ci attiva, questo e ciò che davvero fa in noi chiunque sia l'altro. E se non vive quanto ci ha invece insegnato, questo di certo é solo un fatto privato, e non puoi sottoporlo a giudizio, perché è un aspetto soltanto del tesoro che sai di avere acquisito.
 
E mentre pensavo, affannata nella mia catartica marcia, una piccola donna, i piedi per terra, a cavallo della sua bicicletta color rosa confetto, ha urlato il mio nome, riportandomi lí dove stavo, vicino ai suoi piccoli piedi che stavano in terra, insieme con me. "Marina, sei tu?" 
Con animo acceso mi ha detto in un fiato che quando si arrabbia, o piange per qualche motivo, lei si ripete ciò che le hanno insegnato: domani sarà un altro giorno. 
 
Lo sguardo sorpreso e turbato, placato da un abbraccio avvolgente che rispondeva stavolta ad un bisogno più mio personale. Mi ha scosso da dentro, con la violenza che ha la sveglia al mattino, quando ti strappa via dai tuoi sogni impietosa, ed io sono tornata quaggiú, con i piedi piantati sul suolo, proprio vicino ad i suoi. 
 
Una bambina consola una donna, come una donna sorride ad una bimba accigliata. Calore all'interno, sorpresa e tanta dolcezza. 
Segreti opprimenti come macigni, abbracci profondi come il sorriso del sole. Uno sguardo alla valle che si espone superba davanti ai miei occhi, qui dove vivo; raccolgo la penna caduta dal manto di un corvo grigio, uno dei tanti che vanno e che vengono attraverso questo splendido cielo. É la seconda, quest'oggi, che prendo con me.
 
Esseri umani, grandi e piccoli, delicati e fragili, soli, ma che sanno sfiorarsi col cuore.
Ed io ringrazio per questo.



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