giovedì 3 novembre 2022 - Pressenza - International Press Agency

Norme “anti-rave” o repressione anti-dissenso?

Il governo ha varato il suo primo provvedimento: lo stop all’invio di armi? Aiuti per famiglie e imprese? No, fino a 6 anni di carcere per chi organizza un temibile “rave party”. Ci sarebbe da ridere se non fosse che la norma sembra estensibile ben oltre i raduni festaioli. 

di Lorenzo Poli

La norma è chiara: si procederà d’ufficio con reclusione da 3 a 6 anni e multe da 1.000 a 10.000 euro “se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica”. Ecco perché tutto sto bailamme per il raduno di Modena…

La parte più importante è: “raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica”. Interessante però che per i fascisti della “manifestazione storica” che si fa a Predappio, esempio di apologia di fascismo ai sensi delle Leggi Mancino e Scelba, nessuno ministro dell’attuale governo dica niente.

I rave sono il pretesto per introdurre norme e pene pesantissime, che potrebbero esser impiegate in ben altri contesti: contro i cortei sindacali dei lavoratori sempre più esasperati, le mobilitazioni studentesche, le occupazioni, le proteste dei movimenti ambientalisti, dei movimenti pacifisti e dei comitati cittadini. Provvedimento che si inserisce nel terreno preparato dai Decreti Sicurezza dell’ex-Ministro dell’Interno Salvini che prevedeva multe anche per proteste sindacali.

Una decisione politica chiara, netta e pericolosa, che aggrava ulteriormente il clima sociale e politico del Paese, dopo ormai tre anni di politiche autoritarie sulla gestione pandemica.

All’Art. 17, la Costituzione afferma: “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.”

Il governo Meloni intende farsi beffa della Costituzione e si prepara a blindare le proprie mosse nei prossimi mesi. Con la scusa di impedire i rave, che non sono propriamente il primo dei problemi degli italiani, si riduce lo spazio di qualunque manifestazione non allineata.

Oggi si potrebbe finire davanti al giudice, temendo una condanna da 3 a 6 anni, per aver organizzato un concerto in un centro sociale occupato, per essersi riuniti in piazza senza autorizzazione per un presidio sindacale o politico, per gli studenti che occupano una scuola o una università e per gli operai che fanno presidi davanti ai cancelli di fabbriche.

In linea con l’autoritarismo delle politiche pandemiche, questo governo continua come i suoi predecessori a erodere le libertà costituzionali, i diritti fondamentali, la libertà di circolazione e allo stesso tempo la libertà di espressione e di dissenso. Eppure l’operazione mediatica con cui è stato esposto questo provvedimento ha fatto sì che venisse salutato dal plauso generale che crede sia giusto punire quei quattro “teppistelli”, “anarchici”, “squilibrati”, “drogati” e “siringati” dei rave party.

Il pugno di ferro anti-rave viene salutato dal plauso generale, e pazienza se chi manifesta potrà andare incontro a guai grossi. Al governo Meloni dei rave non frega niente, li hanno semplicemente usati come strumento di repressione.

In questo però sono stati molto abili, dopo aver pubblicato, il 31 ottobre 2022, il DL 162 che all’art.7 modifica la data di validità dell’obbligo vaccinale per i lavoratori del settore sanitario: 1 Novembre 2022 invece che 31 Dicembre 2022. Dal 2 novembre 2022, tutti coloro che sono stati sospesi per gli effetti del DL 44 possono tornare a lavoro e viene revocata la sospensione dall’albo professionale per coloro che sono iscritti. Con questo hanno voluto mandare un segnale di “pace sociale”, ma in realtà le decisioni che stanno prendendo sulla questione del reintegro del personale non-vaccinato e l’annullamento delle multe possiamo leggerle come “concessioni non-liberticide” rispetto ad altri provvedimenti liberticidi, riesumando persino il vergognoso e disumano blocco navale anti-migranti.

Non dobbiamo aspettarci nulla da questo governo, in quanto figlio del governo Draghi e in quanto governo d’estrema destra. Loro impongono, reprimono e opprimono, come accade con i governi democratici: la differenza è nel primo caso ci si scandalizza, mentre nel secondo caso non fa notizia. Il mainstream tende a scandalizzarsi (non troppo) per i provvedimenti autoritari del governo Meloni e normalizza quelli approvati da Draghi.

Le norme anti-rave sono una Finestra di Overton1 che il governo Meloni regala ai prossimi governi tecnici. La cosa assurda è vedere che molti gioiscono pensando che siano provvedimenti in difesa delle proprietà privata, in realtà si tratta di un pericolo per la collettività e i suoi momenti di socializzazione, e non solo per l’individuo.

 

1- La Finestra di Overton è un approccio per identificare le idee che definiscono lo spettro di accettabilità di politiche governative. Evidenzia come viene accolto un concetto in base al grado di libertà e come le scelte politiche possono nel tempo passare da incomprensibili a ben accette




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