lunedì 18 dicembre 2017 - Sabina Greco

Non serve la metropoli per sentirsi soli

Non ce la fai più.
Non ne puoi più.
Di una vita del genere, di una vita nell’affanno, perenne, infinito.
Di una vita di stenti, di stenti affettivi, più che d’altro.
 
Non ti vuoi alzare, già la mattina, vuoi restare a letto, vuoi chiudere gli occhi, vuoi perderti nel sonno. Un sonno sì beato, pur riparo e conforto, che ti libera, finalmente, dai pensieri, cosiddetti.
 
I pensieri.
Stai sempre a pensare, a pensare come fare, a pensare cosa fare, per fare la giornata. Una giornata di stenti, per l’appunto. Una giornata in cui ti assalgono, ti chiedono, ti succhiano, fino al midollo, fino all’ultima goccia, e anche oltre.
Non c’è fine alla fame, una fame infinita, anche lei un buco nero in cui svanire.
Hai sempre fame. Hanno sempre fame.
Di tutto.
Fame di soldi.
Fame di potere.
Fame di attenzioni.
Fame d’amore.
Non sei mai sazio. Non sono mai sazi.
Non sei mai soddisfatto. Non sono mai soddisfatti.
Di ciò che è.
Di ciò che abbiamo. Di ciò che hanno.
Manca sempre tutto.
Mancano i soldi.
Mancano le risorse.
Manca il cuore.
Manca la volontà.
Manca l’uomo.
Manca la donna.
Non è più come una volta.
Non c’è più niente.
Nessuno ascolta.
Nessuno vede.
Nessuno c’è.
E ti scopri solo.
Solo, in famiglia.
Solo, in compagnia.
Solo, nella coppia.
Sei soltanto solo.
Solo, con i tuoi pensieri.
Solo, con il tuo dolore.
Solo in quel buco nero, non sai neanche tu più cosa fare. O forse, non l’hai mai saputo, realmente, cosa fare. Hai solo fatto, qualcosa, qualsiasi cosa, ti sei inventato, ci hai provato, hai fallito.
E non hai più niente.
Non c’è più nessuno, se ne sono andati. O forse, non ci sono mai stati.
E così decidi, te ne vuoi andare, vuoi scappare, vuoi finire, tutto questo, vuoi per sempre.
E ti uccidi.
O, perlomeno, tenti.
 
E' successo anche qui, in quel di Sapri, cittadina, borgo antico, in questi giorni.
Una donna. Un uomo. Non c’è distinzione.
La sofferenza non conosce genere, non conosce età, non conosce limiti.
Non serve una metropoli.
Non serve una guerra.
Non serve una crisi.
E' già tutto qui.
In questo luogo.
In questo tempo.
Basta l’Uomo.
Nella sua assenza.
Nella sua arroganza.
Nella sua indifferenza.
 
Non ci son risposte, non ci son governi, non ci sono dei, a cui chiedere salvezza, sollievo o suffragio. E la storia insegna, chi la canta, che succede quando langue il suo contesto, e pur muore il protagonista, non vi è spettanza di spiegarlo.
A noi la scelta!
 



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