martedì 17 luglio 2012 - Fernando Bassoli

No alla "frosinonizzazione" della provincia di Latina!

Qui Latina. La magistrale difesa del nostro territorio e della sua specifica identità culturale da parte dello scrittore Pennacchi (intervista pubblicata dal quotidiano "Latina Oggi" nei giorni scorsi) non stempera, ahinoi, lo sgomento dei più di fronte alla possibilità di un cervellotico accorpamento della nostra provincia, che finirebbe sotto Frosinone, ancora tutto da decifrare.

È l’ennesimo “regalo” del governo Monti, che continua a tassare e tagliare ovunque senza riuscire a dare quella fiducia ai mercati che è necessaria per l’indifferibile creazione di posti di lavoro.

Monti e i tecnocrati al governo devono capire che non si può mettere solo e sempre l’economia e il famigerato spread davanti a tutto. Esistono anche dei valori dei quali tenere conto. Gli stessi valori dei nostri avi giunti da mezza Italia per dare vita a un sogno (la bonifica integrale) e corpo a quella che sembrava un’utopia: Latina, già Littoria.

Solo l’ipotesi di una frosinonizzazione della nostra provincia basterebbe per motivare una manifestazione di protesta senza precedenti, ovviamente civile e pacifica, alla quale dovrebbe prendere parte l’intera cittadinanza. Noi non abbiamo alcunché da spartire con la Ciociaria e il suo territorio, né a livello antropologico che socioculturale. Noi siamo Latina, la seconda città del Lazio, una realtà unica, e tale vogliamo restare.

È necessaria una mobilitazione collettiva di privati cittadini e associazioni per dire con forza “No!” a questa misura che definirei estrema. Mi meraviglia che la classe politica locale resti a guardare, senza dare il minimo segno di avere compreso l’immedicabile ferita, un’autentica coltellata nella schiena, che rischia di provocare la normativa sulla riduzione delle province: un vero e proprio stravolgimento di quella che è la nostra storia. Non possiamo svendere a prezzi di saldo la dignità dei latinensi a causa della crisi! Latina è una comunità, non un supermercato!




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