giovedì 10 agosto 2023 - Natale Salvo

Niger: il presidente deposto chiede aiuto agli Stati Uniti

Il presidente del Niger, Mohamed Bazoum, il 3 agosto, nonostante fosse “in ostaggio”, dopo il colpo di stato militare dello scorso 26 luglio, sarebbe riuscito a pubblicare sul sito web istituzionale [1], e sul proprio account Twitter, un messaggio poi pubblicato tale e quale dallo statunitense Washington Post [2].

di Natale Salvo

(Foto di Sito Presidenza Niger)

Nel messaggio il presidente deposto dichiarava che « se il colpo di stato riuscisse, avrebbe conseguenze devastanti per il nostro Paese, la nostra regione e il mondo intero »(!).

Ha poi esplicitato come « gli aiuti esteri costituiscono il 40% del nostro bilancio nazionale, ma non verranno erogati se il colpo di stato avrà successo ».

Il deposto presidente del Niger Bazoum e il blocco Occidentale

Mohamed Bazoum chiariva da che parte stava esternando il proprio timore che, in caso di proseguimento del governo militare il Niger sarebbe caduto sotto « l’influenza russa attraverso il gruppo Wagner » per « colpire i nostri giovani con un odioso indottrinamento anti-occidentale ».

Il messaggio si concludeva quindi con un esplicito invito non al suo popolo ad opporsi – possibilmente nelle forme nonviolente – al colpo di stato, ma « al governo americano e all’intera comunità internazionale di aiutarci a ripristinare il nostro ordine costituzionale ».

L’Unione Europea, per bocca della presidente della Commissione Ursula Von der Layen e Josep Borrell, già lo scorso 31 luglio, tramite due comunicazioni Twitter, aveva anticipatamente assicurato di « appoggiare rapidamente e risolutamente » ogni « misura adottata » dall’ECOWAS (CEDEAO), l’organizzazione dei paesi dell’Africa occidentale, volta a reinsediare il presidente Bazoum.

E’ noto che, in Niger, sono dislocate diverse truppe straniere, francesi soprattutto (1.500 uomini), ma anche americane e italiane.

Non ci sono certezze su veridicità della presunta dichiarazione del deposto presidente, dato che si trova “prigioniero“, come dichiara. Se fosse vera, comunque, questa dicebbe molto sul suo reale seguito popolare e sulla dipendenza dell’ex presidente nigerino dai paesi imperialisti occidentali. Se fosse stata diffusa ad arte, ancora peggio, evidenzierebbe l’attività di forze di “intelligence” (americana?) che avrebbero da un lato hackerato sito ed account presidenziale e dall’altro manipolato (stile operazione Mockingbird ) la stampa statunitense.

Fonti e Note:

[1] Presidenza della Repubblica del Niger, 3 agosto 2023, “Tribune Écrite Par Le Président De La République S.E.M Mohamed Bazoum Et Publiée Dans Le Washington Post”.

[2] Wastington Post, 3 agosto 2023 6:27 p.m., “President of Niger: My country is under attack and I’ve been taken hostage”.




Lasciare un commento