mercoledì 4 dicembre 2024 - La bottega del Barbieri

Niente aiuti da 50 giorni, nel nord di Gaza è pulizia etnica

Tra 50 e 75 mila persone sono intrappolate a Gaza Nord, senza cibo, acqua, energia elettrica. I bambini stanno morendo di fame e ogni tentativo di portare aiuti viene bloccato dalle autorità israeliane. Drammatiche le testimonianze tra le oltre 100 mila persone in fuga nelle ultime settimane. Appello urgente per un immediato cessate il fuoco e l’ingresso degli aiuti.

di Oxfam Italia

 

27 novembre 2024 – Israele sta finalizzando il suo piano di pulizia etnica nel nord di Gaza e da 50 giorni ormai sta impedendo l’ingresso di qualsiasi aiuto, mentre la popolazione sta morendo di fame.
È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, mentre non sembra esserci fine alla catastrofe umanitaria che investe tra 50 e 75 mila persone rimaste intrapppolate a Gaza Nord senza cibo, acqua o energia elettrica.

Da due mesi i nostri operatori e partner a Gaza cercano disperatamente di soccorrere la popolazione rimasta intrappolata a nord, ma lsraele continua a bloccare qualsiasi tentativo e sappiamo già che molti bambini moriranno di fame. – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – La pulizia etnica che si sta consumando nel nord di Gaza dimostra ancora una volta come Israele stia operando nella più totale impunità, violando il diritto internazionale. Siamo di fronte all’annessione de facto di quest’area, mentre svanisce ogni speranza di una soluzione giusta e pacifica, con la comunità internazionale inerte e in qualche caso palesemente complice. Israele continua ad usare la fame come arma di guerra nei confronti di decine di migliaia di persone che vengono definite combattenti solo perchè non sono riuscite a scappare. Al momento è impossibile sapere esattamente quanti stiano morendo per malnutrizione”.

Anche le Nazioni Unite confermano che dal 6 ottobre non gli è stato possibile consegnare aiuti alimentari nel nord di Gaza. Tutte le panetterie sono chiuse, sospesi i programmi per la lotta alla malnutrizione infantile e il sostegno alle madri in allattamento.
Le autorità israeliane hanno bloccato tutti i tentativi delle Nazioni Unite di inviare personale medico e carburante per mantenere in funzione i servizi idrici e igienici.

“Il nord è isolato dal resto del mondo – racconta un operatore di Oxfam a Gaza – A Jabalia, Beit Lahia, Beit Hanoun c’è solo caos, fame e morte. La popolazione è alla carestia e nessuno riesce a fare nulla. Siamo di fronte ad un orrore senza fine”.

“I bombardamenti hanno ucciso 10 nostri operatori, distrutto un ambulatorio e un rifugio per sfollati”.
Juzoor, partner di Oxfam ancora presente nel nord di Gaza, riferisce che i recenti bombardamenti israeliani hanno colpito un rifugio per sfollati gestito dall’organizzazione, uno dei 15 ambulatori sanitari e un magazzino di scorte di medicinali.

“Il nostro personale è più forte di noi e continua a dirci, che per fortuna c’è ancora qualcosa che possiamo fare”, racconta il dottor Umaiyeh Khammash, direttore di Juzoor.

In condizioni tanto disperate, Juzoor continua a fornire assistenza medica, aiutando anche le donne che devono partorire, ma riferisce di bambini morti di malnutrizione e di moltissimi altri che non hanno più niente da mangiare. Ad oggi, 10 operatori di Juzoor sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani.

Al pari di tutte le organizzazioni e agenzie ONU che fanno parte della Food Security Cluster, a Oxfam è stato negato l’accesso nel governatorato di Gaza Nord da quando Israele ha intensificato l’assedio militare, il 6 ottobre. In questo lasso di tempo, si sarebbero potuti distribuire 800 pacchi di viveri utili a sfamare 5.600 persone.

Dimenticatevi di Gaza Nord per sempre”, le testimonianze di chi è riuscito a fuggire

Circa 100.000 persone sono recentemente fuggite dal nord di Gaza in seguito agli ordini di sfollamento forzato di Israele. Gli operatori di Oxfam hanno raccolto testimonianze drammatiche di persone a cui i soldati israeliani avrebbero detto di “dimenticarsi di Gaza Nord per sempre”, promettendo cibo, mai distribuito alla fine di lunghe marce forzate. Un uomo di Beit Hanoun ha riferito di aver vissuto in una scuola semidistrutta con il figlio piccolo, di aver dovuto eliminare insetti dalla farina per fare il pane e accendere fuochi all’interno di un’aula per la paura di essere avvistato dai droni militari.

 “C’era un uomo anziano su una sedia a rotelle rimasto bloccato nella sabbia. I soldati ci hanno ordinato di andare avanti senza di lui”, ha raccontato un’altra delle persone in fuga.

Un membro dello staff di Oxfam, responsabile della distribuzione degli aiuti, denuncia che i trasferimenti forzati verso sud, nella regione vicina a Gaza City, hanno generato un sovraffollamento insostenibile e che lo stato generale è vicino alla carestia. Lui stesso – sfollato dieci volte in un anno – riesce a mangiare solo una volta al giorno.

“Non c’è un mercato aperto a Gaza City e le persone sono senza cibo. – racconta – La scorsa settimana abbiamo ricevuto 280 pacchi alimentari e speriamo di poterli consegnare nei prossimi giorni. Le persone sfollate dal nord sono in condizioni indicibili. Nel frattempo, la parte meridionale di Gaza è come un altro Paese, completamente separato da noi”.

Appello urgente per l’ingresso degli aiuti

In tutta Gaza, compreso il sud, a ottobre sono entrati in media 37 camion di aiuti al giorno, mentre nella prima settimana di novembre, 69 al giorno: prima del 7 ottobre ne entravano 500.

Oxfam chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente e l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza nord. Gli aiuti devono arrivare in tutta Gaza e ai palestinesi deve essere data la libertà di tornare a casa, di ricostruire e di vivere in pace senza occupazione o blocco.

Ufficio stampa Oxfam Italia

Mariateresa Alvino – 348.9803541 – [email protected]

David Mattesini – 349.4417723 – [email protected]

NOTE

  • Le missioni di aiuto nel governatorato di Gaza Nord hanno subito particolari restrizioni dall’inizio dell’offensiva di terra israeliana del 6 ottobre. Tra il 1° e il 18 novembre, l’85% delle 41 richieste di coordinamento per missioni umanitarie nel governatorato di Gaza Nord sono state negate (17) o impedite (18), mentre il 7% (3) è stato consentito. 31 di queste 41 richieste erano per le aree assediate di Jabalya, Beit Hanoun e Beit Lahya, e tutti i tentativi* tranne 4 non sono andati a buon fine in questo period, seppure tra grandi difficoltà e Questi quattro tentativi sono stati gravemente ostacolati econ obiettivi limitati.
  • L’assedio a Gaza Nord comprende la maggior parte delle aree residenziali del governatorato, tra cui Beit Hanoun, Beit Lahiya e la maggior parte di Jabalya. L’intero governatorato comprende l’area assediata ma anche il valico di Zikim (Erez West), che è stato accessibile per tutti i 50 giorni, e la parte meridionale di Jabalya.
  • Il diritto internazionale umanitario (DIU) proibisce l’uso della fame come metodo di guerra. In quanto potenza occupante, Israele è tenuto, in base al diritto internazionale umanitario, a provvedere ai bisogni e alla protezione della popolazione di Gaza. Nel 2018, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 2417, che ha condannato all’unanimità l’uso della fame contro i civili come arma di guerra e ha dichiarato che qualsiasi negazione dell’accesso umanitario costituisce una violazione del diritto internazionale.***

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Immagine di apertura: Persone in fila nel sud di Gaza che attingono l’acqua erogata grazie a uno degli impianti di desalinizzazione. Foto: Alef Multimedia/ Oxfam. 



1 réactions


  • Gianni Morra (---.---.---.183) 4 dicembre 2024 13:16

    LA FICTION DEL 7 OTTOBRE


    di Aleth


    30.9.2024



    7 ottobre 2023 : mai avvenuto ed ora ve lo provo facilmente, hoax assoluto.


    Presunti video del 7 ottobre su sito de proganda fide sionazi :

    https://www.hamas-massacre.net/

    Analizzo il primo video della serie sotto il titolo “raw footage after the massacre began” : anzitutto non vi è alcuna fonte originale che ci dica nome e cognome, appartenenza etc., tranne un generico ed inverificabile "riservista idf", di chi avrebbe filmato e chi avrebbe postato questo video e dove — dunque la non trasparenza è già iniziale.

    Secondo : la telecamera procede velocissima, inquadrando i presunti cadaveri per frazioni di secondo ciascuno, per cui non è dato accertarsi di primo acchito se siano esseri umani o manichini o crisis actors che fanno il morto.

    Andiamo ora frame dopo frame sempre del primo video del secondo link :

    il primo cadavere presunto non presenta una sola goccia di sangue ; è prono e non si vede il volto ;

    idem per secondo e terzo presunti cadaveri : niente sangue e proni ;

    il primo presunto sangue appare sui cadaveri presunti quarto e quinto che appaiono, anch´essi proni e invisibili in volto ; come faccia dunque il nostro spammatore medio sionazista, a sapere con tanta sicumera che siano veri morti e non ripeto, crisis actors o manichini, forse lo dovrebbe spiegare.

    Come dovrebbe spiegare la sua sicumera sulla data in cui fu filmato questo fake.

    E : questo cameraman sarebbe un "first responder", dunque si suppone arrivato subito dopo o pochissimo dopo l´agguato : eppure il sangue di quei pochi umanoidi che appaiono insanguinati, non scorre già più, non defluisce, sembra secco e coagulato : il che è ovviamente impossibile, se la scena fosse vera.

    Notate inoltre, che a parte questo presunto sangue su due soli cadaveri su 5 dei primi, non si vede su di essi alcuna lesione, alcun foro, alcuna ferita. Eppure, se davvero fossero stati massacrati si suppone a colpi d mitra, o di bombe etc., questi 5 finti morti dovrebbero essere devastati, eviscerati, aperti in più punti del corpo : nulla di tutto ciò. Fake.

    Procedamus col delirio sionazi : i cadaveri 6 e 7 (i primi vicino alla coca cola) sono troppo lontani per discernervi alcunché di certo, e sono fuori fuoco : un ragazzino con lo smart avrebbe fatto di meglio, ridicola pessima qualità per un first responder professionale con bodycam hi-tech. È che vogliono mascherare la falsità dei finti morti.

    Il finto morto 7, sempre nel reparto coca cola, si vede solo dalla cintola in giù — e nemmeno una goccia di sangue o ferite come per diversi altri.

    Poscia, il cameraman di questa messinscena non sapendo più che fare, torna indietro e ci fa rivedere di sfuggita i primi cadaveri fintissimi, déjà vu.

    A 00´37´´, finalmente parrebbe si inquadrasse un cadavere in primo piano, con tanto di sangue e buchi neri che parrebbero ferite : peccato che il manichino o crisis actor in questione, sia completamente blurred, tutto fuori fuoco, come se questa bodycam fosse non hi tech israeliana ma da mercatino cinese...Non solo : ma , ancora una volta, il sangue presunto è rappreso, non scorre, non defluisce, eppure siamo in teoria col first responder che arriva subito dopo i presunti fatti. Ed attorno ai buchi neri sul petto che parrebbero buchi di ferite, non si vede sangue per nulla.

    E : tutto attorno a questi pochi finti morti su cui si vede del sangue apparente, dovrebbe esserci un lago di sangue per terra, invece nulla, solo sui corpi : fake.

    Ancora : sempre da OO´37´´ in poi, sullo sfondo altri due finti morti fuori fuoco, idem con patate, poco sangue e niente sangue fresco o per terra, niente ferite, niente lesioni : arcifake.

    Idem per i presunti cadaveri ammonticchiati che seguono.

    A 00´55``, parrebbe finalmente di vedere un cadavere colpito al collo insanguinato, con lago di apparente sangue attorno al capo : ma anche qui è impossibile accertare dalle immagini al solito troppo veloci, se sia vero morto o finto, perché il volto è assurdamente fuori fuoco : ripeto, con lo smart chiunque avrebbe fatto di meglio. Evidentemente, non si vuole siano visibili in volto questi pessimi crisis actors o manichini che siano (penso più actors, o forse un misto tra i due).

    Inoltre sia i rivoli di sangue in terra qui, sia le macchia sul cassettone della coca, sia il sangue apparente sul collo, sono al solito rappresi, secchi, il che è assurdo in una scena vera di gente appena uccisa a colpi di arma da fuoco, da cui dovrebbe colare sangue fresco a go go. Inoltre qui il trucco usato non è solo il fuori fuoco che nasconde i volti etc., ma se guardate molto bene, vi accorgete con evidenza che il presunto sangue sul presunto collo è una sovrapposizione di immagine — photoshop d´accatto.


    In conclusione, questi presuntissimi stragisti di hamas dovevano avere una mira infallibile che nemmeno clint eastwood : infatti per tutto dico tutto il fake video, non si vede segno visibile di proiettile o bomba che abbia colpito oggetti : tutto un po´a soqquadro ma perfettamente intonso, cassettoni della coca cola e tutto. Nessun foro di proiettile, nemmeno una scheggiatura in tutti gli oggetti : più fake di così...


    È inutile quindi, completamente inutile che anime belle ci ammanniscano tirate retoriche sull´immoralità di naziyahu : perché fino a quando il lobo medio occidentale crederà a fake news come il 7 ottobre, ogni quotidiano massacro nazista perpetrato da israele resterà inattaccabile in quanto strombazzabile come difensivo e giustificato.



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