venerdì 21 luglio 2017 - Anna Maria Iozzi

Netflix: Suburra, la serie che racconta gli intrecci di potere della Chiesa

A breve, sarà disponibile in streaming su Netflix, la più grande piattaforma digitale. Stiamo parlando di “Suburra”, la serie che racconta gli intrecci di potere della Chiesa, criminalità organizzata e imprenditori. È un mix esplosivo a base di corruzione.

Tratta dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini e diretta da Michele Placido, Giuseppe Capotondi e Andrea Molaioli, la fiction è l’adattamento televisivo del romanzo, già portato al cinema dal regista Sergio Sollima nel 2015.

La serie “Suburra” è un prequel rispetto a romanzo e film. Tutto succede nella zona franca dei venti giorni che intercorrono tra le clamorose dimissioni del sindaco di Roma e il momento in cui diventano effettive.

I tre “ribelli”, Alberto Anacleti, detto Spadino (Giacomo Ferrara), Lele Marchili (Eduardo Valdarini) e Numero 8 (Alessandro Borghi) si infiltrano in mondi apparentemente lontani.

«Spadino appartiene al clan gitano dei Sinti. Cerca di affrancarsi dal suo mondo che ha logiche antiche e di trovare la sua identità. Si sente inadeguato», afferma Giacomo Ferrara.

«Mi piace l'idea di mostrare come Aureliano Adami sia diventato Numero 8 e come sia arrivato a gestire il mercato della droga di Roma e di Ostia. Lo vediamo negli anni precedenti, quando è in una famiglia che gli va stretta e sente il bisogno di prendere altre strade. È stato interessante ringiovanirlo sia dal punto di vista estetico che da quello della sua consapevolezza».

«È un ragazzo della Roma bene, figlio di un integerrimo poliziotto, che però cerca un “riscatto sociale” perché non accetta questa appartenenza al ceto medio borghese, da cui si vuole allontanare. Spaccia alle festicciole, ma poi si ritrova invischiato in un giro più grande di lui. Lele ha una forma di narcisismo malato, che utilizza come difesa. È un cattivo, è vero, ma nella serie si capirà come è arrivato fin lì», spiega Eduardo Valdarini.

«È una consulente, revisore dei conti, del Vaticano» spiega l'attrice. «È una donna borghese, ambiziosa, di grande potere. È laureata in economia alla Luiss, ha sposato un uomo nobile, a capo di una grande società edilizia. Ma Sara ha un grande talento non solo in economia e nella finanza, ma nelle relazioni sociali e nel sapersi muovere nei salotti romani. È un ruolo pieno di sfumature, che ho cercato e voluto tanto perché questa serie è un progetto molto interessante», afferma Claudia Gerini.

A reggere le fila del potere, il Samurai, interpretato da Francesco Acquaroli. «È il Re di Roma. Da anni è il punto di riferimento degli interessi loschi e illeciti della capitale e non solo. Ha una sua sobrietà che mi affascina, ha qualcosa dello stoico, un rigore, una autodisciplina che contrasta con l'idea del re. Beninteso, è un uomo violento e a volte questo esce fuori in modo evidente, ma è anche uno che si muove a suo agio con vescovi, cardinali e politici», conclude l’attore.

 




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